In questi giorni i cittadini veronesi sono chiamati a pagare l’anticipo sulla tassa urbana TARI per l’anno 2020, il tributo destinato a finanziare i costi comunali relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Sembra il momento per tentare una valutazione sull’operato dalla nostra amministrazione in questo settore, che si avvale di un contratto di servizio  con l’azienda partecipata Amia.

La gestione dei rifiuti è un tema complesso che meriterebbe di essere affrontato in modo globale partendo dalla gestione delle risorse e dall’analisi del ciclo di vita dei prodotti (LCA, Life Cycle Assessment) in un’ottica di Economia Circolare. 

Un modo semplice di approcciare il problema, anche se parziale e non esaustivo, è quello di prendere come riferimento un indice largamente utilizzato in questo ambito: il grado di raccolta differenziata, intesa come quantità di prodotto raccolto che può trovare una destinazione utile (carta, plastica, vetro, umido…) rispetto alla quantità totale generata. Per consuetudine chiamiamo “rifiuto”, un prodotto che, in realtà, se ben gestito nella raccolta, trattamento e destinazione finale, può far recuperare buona parte del suo valore compensando così i costi di gestione. Ne seguirebbe persino un consistente risparmio per i cittadini.

Il decreto legislativo n. 152/2006 e la legge 27 dicembre 2006 n. 296 hanno individuato nel  65% di raccolta differenziata l’obiettivo da raggiungere, per tutti i comuni italiani, entro il 31 dicembre 2012.

L’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la ricerca Ambientale) nel suo ultimo rapporto annuale informa che in Italia nel 2018 sono stati prodotti 30,2 milioni di tonnellate di rifiuti urbani e solo il 58% di questi è stato differenziato e predisposto al riutilizzo.  Il Paese nel suo complesso è sette punti percentuali sotto al livello che voleva/doveva raggiungere sei anni prima.

Il rapporto è molto dettagliato e fornisce un quadro differenziato.

Possiamo constatare, ad esempio, che solo sette regioni su venti hanno raggiunto e superato l’obiettivo nazionale e che la regione Veneto è la più virtuosa con un 73.8% di raccolta differenziata, seguita da Tentino-Alto Adige e Lombardia.

Tuttavia le performance delle province venete sono molto diverse fra loro: la migliore è Treviso con l’87.3%, le peggiori sono Verona con il 69.6%, Padova con il 68.8%, e Rovigo con il 57,17%.

L’analisi di dettaglio relativa alla nostra provincia ci porta anche a individuare una spiacevole singolarità: dei 98 comuni considerati, 88 hanno superato l’obiettivo (primeggia Roverchiara con il 92.74%) ma fra i dieci che non lo hanno raggiunto c’è, a sorpresa, proprio Verona con il suo 52.51%, quasi tredici punti percentuali sotto l’obiettivo fissato per legge.

Verona presenta forse caratteristiche peculiari che le impediscono l’ottenimento di risultati migliori? Il confronto con Treviso è impietoso, poiché lì si realizza una percentuale di differenziazione del 87,34%, né è plausibile ipotizzare una diversa sensibilità ambientale dei veronesi.

Il Piano Economico Finanziario 2020 (PEF), relativo alla gestione rifiuti della città, su cui viene calcolato il piano tariffario, è stato discusso e approvato nella seduta del Consiglio comunale tenutasi giovedì 24 settembre. Sebbene i margini di miglioramento e risparmio potrebbero essere rilevanti, il Piano non indica azioni significative in tal senso.

Sorgono spontanee alcune domande: sabato 26 settembre entra in vigore il decreto legislativo 116/2020 che introduce nel Paese la disciplina comunitaria dell’economia circolare, la nostra città si sta preparando a questo epocale cambiamento?

I politici locali hanno sufficiente consapevolezza dell’importanza della gestione rifiuti? Quali sono gli elementi che rendono Treviso così virtuosa? Amia è il partner industriale più adeguato per realizzare gli obiettivi comunali?

Al riguardo sono stati interpellati Amia e gli assessorati del Comune di Verona interessati ma non sono ancora pervenute risposte. Sarebbe auspicabile che giungessero prima di effettuare il pagamento del saldo della TARI.