La campanella è suonata ormai per tutti gli scolari, nonostante giorni e orari scaglionati, nonostante il precariato tra gli insegnanti su cui ancora non ci sono risposte chiare. Ma per molte famiglie questi giorni di entusiasmo per un ritorno a una didattica in presenza è equivalso a confrontarsi con un’amara realtà. Sicuramente per i più piccoli, i bambini del nido, della scuola dell’infanzia e anche primaria i primi giorni di socialità hanno significato anche raffreddori improvvisi, spesso innocui, estemporanei come una febbre da dentini che spuntano all’improvviso o tosse per sbalzi di temperatura tipici di settembre. E questo significa aver vissuto un calvario, soprattutto verso la fine di questa prima settimana.

Affollamenti e disagi nel veronese si sono presentati già da mercoledì 16 settembre per i tamponi ai piccoli alunni che si sono sommati a quelli svolti al personale scolastico e agli scrutatori impegnati domenica e lunedì durante le elezioni per il nuovo presidente della Regione e il Referendum per il taglio dei parlamentari di cui abbiamo parlato in anche tra le pagine di “Heraldo”, sia per le ragioni del che del No.

L’attesa dei più piccoli per il tampone
(Foto di Cristina Martini)

Le notizie più critiche ci sono arrivate dall’ospedale di San Bonifacio (Verona), dove anche i pazienti più piccoli, senza precedenza, anche stamattina hanno subito un’attesa di oltre due ore dato che è possibile fare il tampone solo dalle 8 alle 10 senza appuntamento. I sintomi della positività o meno al Covid-19 non sono purtroppo ancora così chiari e pediatri e medici di base invitano a recarsi nei punti a Verona, alla caserma Pianell, in Via degli Scalzi, al Centro Polifunzionale di Bussolengo, all’ospedale Fracastoro di San Bonifacio e all’ospedale Mater Salutis di Legnago.

Una settimana di passione questa, viste le ultime ore di campagna elettorale di cui vi abbiamo parlato nelle pagine del

nostro magazine: in Veneto non cambierà nulla. O forse sì? Lo scopriremo lunedì a tarda sera dopo gli scrutini, dopo il silenzio elettorale, capiremo se il Covid-19 metterà ancora sottopressione la sanità pubblica e se la politica risponderà all’emergenza in questa seconda parte di 2020 chiudendo ancora porzioni di settori e di zone.

Il buon proposito di settembre di “Heraldo” è continuare a raccontare i fatti e le storie, dentro e oltre le mura di Verona, guardando alle notizie in modo trasversale. La vivacità giornalistica di questi mesi ci fa ben sperare, soprattutto tra i mass media online, con un nuovo nato nazionale in edicola dal 15 settembre, “Domani”, edito da Carlo De Benedetti e diretto da Stefano Feltri, sorto dalle ceneri della precedente esperienza dell’imprenditore alla guida di “Repubblica”.

Noi di “Heraldo” siamo nati in piena emergenza sanitaria, sei mesi fa ormai il 31 marzo, e ci siamo dovuti subito adattare alle dirette social – come poi ci siamo abituati a conoscerle – che, però, ci hanno permesso di cambiare e seguire gli avvenimenti non solo legati al Coronavirus. Per questo autunno sentiamo, finché sarà possibile, la necessità di uscire e lo abbiamo già fatto a inizio settembre alla Corte Dogana al fianco di “Qualcosa da dichiarare” per un incontro dedicato alle prossime elezioni americane dal titolo “Dogana for America”, ma il prossimo appuntamento è ormai imminente, fissato per il 23 settembre con Lorenzo Fabiano che presenterà il suo libro “Ho visto la rivoluzione”.

Vi diamo quindi appuntamento dentro e fuori queste pagine, e invitiamo i nostri lettori a scriverci a redazione@heraldo.it per segnalarci storie o avvenimenti che spesso non passano in altre testate locali e non.