Che cosa succederà oggi? Sono in molti a chiederselo a Verona , in attesa che il CdA di AGSM, la più importante azienda partecipata cittadina, si riunisca oggi per l’ennesima volta a vagliare i progetti di aggregazione industriale che sono sul tavolo ormai da diverso tempo. Il tema è caldo, dato che ormai AGSM è di fronte a un bivio, aggregarsi o venire assorbita, e il clima politico è altrettanto caldo. Solo un paio di giorni fa il presidente dell’azienda Finocchiaro è stato sfiduciato nel CdA dai membri in quota Lega, Verona Domani e PD (quest’ultimo rappresentante dell’opposizione). In un paese normale, un presidente che va sotto ad una votazione del CdA si dimette seduta stante, ma Verona non è un paese normale, e nella città dell’Amore si è deciso che ci si sarebbe presa una pausa di riflessione fino a oggi, in attesa che gli spiriti di Giulietta e Romeo contribuiscano a rasserenare gli animi. Il momento è topico e un ennesimo scivolone del CdA di AGSM potrebbe mettere una seria ipoteca sul futuro politico della stessa amministrazione comunale. il sindaco Sboarina infatti si è impegnato energicamente nel progetto di aggregazione industriale che prevede la contestuale fusione di AGSM con la multiutility vicentina AIM e il gigante milanese A2A, ipotesi sulla quale, come ricordiamo, era stata inizialmente posta la clausola di “infungibilità”, ovverosia dell’impossibilità per altri soggetti di presentare offerte migliori. L’ipotesi è fieramente avversata dalla Lega, la quale è l’azionista di maggioranza dell’amministrazione veronese. Non è quindi un mero esercizio di stile cercare di capire quale epilogo potrebbe avere oggi la vicenda. Ripensamenti da parte della Lega sono oggettivamente improbabili, vista la veemenza con la quale diversi importanti esponenti del movimento di Salvini hanno più volte manifestato la loro contrarietà ad ipotesi di aggregazione di AGSM con soggetti più grandi, opzione che dalla Lega viene considerata come un assorbimento di fatto. Altrettanto improbabile è che alla linea Sboarina – Finocchiaro arrivi un “soccorso rosso” da parte del PD. Le opzioni che rimangono quindi sul tavolo sono solamente due. O il CdA va incontro all’ennesima sfiducia della linea Sboarina-Finocchiaro, ripetendo sostanzialmente l’esito della votazione di qualche giorno fa, e a questo punto la stessa maggioranza politica che guida l’amministrazione comunale verrebbe messa seriamente in discussione, oppure qualche evento nuovo che attualmente noi non possiamo immaginare è intervenuto a cambiare il quadro della situazione e ha portato a dei ripensamenti all’interno del CdA e alla revisione delle posizioni precedentemente espresse, consentendo così l’accensione della luce verde alle ipotesi di aggregazione. La palla successivamente passerebbe al Consiglio comunale che dovrebbe esprimersi sulla proposta. E a quel punto molti nodi verrebbero al pettine in quanto qualora la Lega Nord non deflettesse dalla sua posizione di contrarietà la maggioranza che sostiene Sboarina di fatto non esisterebbe più.

L’ipotesi di un rinvio della questione al Consiglio comunale potrebbe però avere il vantaggio di dare il tempo alle varie posizioni che si confrontano di trovare una “sintesi”, come si suole dire nel linguaggio della politica. Il Consiglio comunale del resto è il luogo istituzionale ove dovrebbe avvenire il dibattito e il confronto tra le diverse posizioni. Soltanto ieri si è chiuso in anticipo per la mancanza ad un certo punto del numero legale. In altri tempi, quando le tattiche e i rituali della politica avevano forse più senso di quanto ne abbiano oggi, la mancanza del numero legale nel parlamentino cittadino avrebbe fatto sospettare che qualcuno stia lanciando segnali al sindaco, per fargli capire che non ci sono maggioranze blindate. Inoltre, a rendere più intrigante il quadro, in questi stessi giorni ci sono i CdA in scadenza di diverse aziende partecipate da rinnovare e si stanno svolgendo le grandi manovre per le candidature alle Regionali di quest’autunno. Situazione favorevolissima per i movimenti e partiti che vogliono massimizzare il proprio peso politico in chiave di nomine e posizioni all’interno degli enti. Ci saranno presidenti uscenti da confermare o da sfiduciare, parlamentari regionali a fine mandato da ricollocare, posizioni da conservare o mantenere e come sappiamo le posizioni negli enti sono la cartina tornasole del peso dei movimenti politici all’interno delle amministrazioni. Tutto concorre a rendere il quadro più intricato e al tempo stesso più interessante. Sullo sfondo della vicenda una domanda rimane inevasa, viste anche le tensioni politiche che si sono create attorno all’ipotesi di aggregazione industriale di AGSM: perché fin dall’inizio non si è scelto di percorrere la via di una gara pubblica che individuasse il miglior partner per la partecipata cittadina, ipotesi che almeno a parole avrebbe visto tutti gli attori? Gli spiriti di Giulietta e Romeo avranno rasserenato gli animi? Ora non lo possiamo sapere, certo è che il finale della loro storia è tragico.