È stato il primo comparto ad essere colpito dalla crisi del Covid-19, ancor prima che il virus arrivasse in Europa. Migliaia di medie, piccole se non piccolissime imprese e altrettanti occupati nel turismo organizzato italiano stanno stringendo i denti, consapevoli che potrebbe essere l’ultimo settore dell’economia a riprendersi dall’emergenza. Oggi pensano soprattutto a tenere la testa fuori dall’onda anomala che ha travolto tutti, agenzie e tour operator, così come albergatori, guide, compagnie di trasporto. La lotta alla diffusione del contagio ha mandato a zero le prenotazioni e moltiplicato le cancellazioni. Gli addetti ai lavori veneti, ospiti della puntata di “Succede alle 31” in diretta Facebook [rivedi qui] dedicata alle prospettive del comparto, hanno espressamente chiesto al Governo nazionale e regionale una mano in termini economici ma anche maggior chiarezza e soprattutto consapevolezza delle peculiarità delle dinamiche del lavoro e quelle finanziarie.

«Più che di rilancio oggi parlerei di ripartenza» è stato l’esordio di Fausto Baldin, delegato di Fiavet per la provincia di Verona e imprenditore nel tour operating, che ritiene che in questo frangente occorra essere pragmatici ma anche chiari con le istituzioni. «Il nostro settore ha tecnicismi e sfaccettature specifiche e il DL Rilancio ne ha tenuto conto solo in minima parte. Per dire, noi non vendiamo pane. Nel nostro caso non si tratta di beni o servizi che vengono utilizzati al momento dell’acquisto. Spesso passano mesi tra prenotazione e lo svolgimento del viaggio, con tutto quel che ne consegue sul piano finanziario. Per non parlare dei rischi penali previsti in caso di contagio dei propri collaboratori o dei clienti».

In teoria da lunedì 18 maggio le agenzie potrebbero riaprire e dal primo giugno le persone tornare a varcare i confini regionali ma, come sottolinea Monica Bozzetto, agente di viaggio veneta, i presupposti al momento sono nebulosi. «L’utilizzo di strutture alberghiere e mezzi di trasporto resta poco chiaro, così come i viaggi all’estero. Come possiamo dare risposte concrete ai tanti che oggi vorrebbero prenotare le vacanze?». Renato Bellomi, ex presidente Fiavet Veneto, ha iniziato a lavorare nel mondo dei viaggi nel 1970 e ha vissuto sia i momenti di boom e che di crisi. «Questa però è la peggiore di sempre. In un attimo abbiamo visto svanire tutta la programmazione di mesi e ora ne perderemo altrettanti in attesa di una normalizzazione». Anche perché, dice, «Per gli agenti e i tour operator il viaggio dei propri clienti significa tranquillità e sicurezza. In questo momento quali garanzie possiamo dare a chi chiede di partire?».

L’Avv Carcereri (sulla destra) spiega la normativa dei voucher

Se l’utilizzo dei cosiddetti “voucher”, chiarito dall’Avv. Matteo Carcereri, consente di agevolare tutta la filiera per le cancellazioni dei servizi prenotati con il beneficio per i mancati viaggiatori dell’erogazione di un titolo di viaggio utilizzabile in futuro, rimangono intatti dubbi e perplessità da parte del mondo degli operatori e della distribuzione turistica organizzata. Resta la difficoltà di programmare per i TO, così come sono invocati a gran voce correttivi al DL Rilancio. «Stiamo facendo un grande lavoro a livello istituzionale – ha rimarcato Baldin – e cercheremo di focalizzare le nostre richieste anche e soprattutto sul piano finanziario, perché i venticinque milioni a fondo perduto per il settore non possono bastare». Ci sarà da rimboccarsi le maniche ma Bozzetto è fiduciosa: «Gli agenti di viaggio sono abituati a farlo. I clienti sono nostri alleati, apprezzano la nostra professionalità e le capacità tecniche e sanno che amiamo il nostro lavoro. Noi, agenzie e operatori, siamo propositivi e uniti come non mai e vogliamo rilanciare il mondo dei viaggi tutti insieme».