Fra le tante categorie “appiedate” dall’attuale situazione di lockdown c’è anche quella dei fotografi, ovviamente privati degli eventi che di solito immortalano durante il loro lavoro. Come per molte altre categorie, c’è fra loro chi ovviamente non si è perso d’animo e si è adattato all’emergenza, approfittando di questo periodo per incrementare l’attività dedicata all’insegnamento on-line, seguire corsi di aggiornamento o più banalmente mettere mano alle proprie gallery. E poi c’è anche chi ha partorito un’idea originale, che vi qui vogliamo raccontare: quella di continuare la propria attività “ritrattistica” da casa, attraverso il mezzo che tutti usiamo per parlare e vederci, almeno “virtualmente” con gli amici: la videochiamata.

Gianluca De Santi

Stiamo parlando del fotografo veronese Gianluca De Santi di cui abbiamo già raccontato in passato alcune iniziative: «Come fotografo sto vivendo un periodo non facile, ma anche ricco di stimoli– ci ha spiegato –. Sin da quando è arrivato l’obbligo di rimanere a casa ho sempre trovato le risorse per sopravvivere nelle tante attività che la fotografia (che rappresenta il mio lavoro e la mia più grande passione) mi consente di svolgere. La fotografia mi fa spaziare con la mente ed è uno strumento che utilizzo sia per riflettere sia per tenermi attivo e il ritratto come tema fotografico, in particolare, mi aiuta tanto a leggere anche l’attualità.» I progetti fotografici che De Santi porta avanti da tempo sono quasi sempre concentrati sulle persone, ma solitamente ciascuno di essi è legato a un tema in particolare, che permette al fotografo di approfondire un singolo aspetto della vita di tutti i giorni. «Ho così deciso di realizzare delle fotografie alle persone nelle loro case, in questo periodo di isolamento. Così è nato Ritratti da casa – Memorie dal lockdown, un progetto che mi ha permesso di “uscire” dalle quattro mura di casa e condividere anche le mie riflessioni su me stesso e quello che avevano da raccontarmi le varie persone.»

In modo molto semplice e diretto Gianluca De Santi ha lanciato – come ormai consuetudine in questi casi – una sorta di “messaggio nella bottiglia” sul Web, utilizzando i social più diffusi, e ha poi contattato coloro che si sono dimostrati interessati all’esperienza con una videochiamata interagendo con le persone come se fisicamente si ritrovassero davanti a lui. «Anche se lo schermo inevitabilmente limita l’interazione, cerco di usare il mood già utilizzato in passato con altri progetti, come ad esempio “Home Portraits” – ci racconta Gianluca. – Questa modalità mi aiuta a entrare in empatia con l’interlocutore, anche perché non tutti coloro che si sono resi disponibili sono amici stretti. In qualche caso si tratta di semplici conoscenti o addirittura di chi, pur non essendo mai stato in contatto con me, attraverso il passaparola è venuto a sapere del progetto e mi ha contattato. Questo aspetto è stato, forse, il più interessante perché fra le altre cose è diventato anche un modo per riabituarmi e per certi aspetti allenarmi a interagire con le persone, anche quelle sconosciute. Insomma, la macchina fotografica e le webcam sono diventate fondamentale strumento d’interazione sociale.»

In poco più di dieci giorni hanno già risposto una ventina di “aspiranti” modelli, con una media, quindi, di due sessioni al giorno. «Li ho contattati attraverso una videochiamata e insieme a loro ho creato un racconto fatto di scatti spontanei attraverso lo schermo. Ho chiesto di prepararsi per l’occasione, di essere semplicemente se stessi e di essere anche creativi. Le videochiamate durano un tempo fra loro molto variabile, ma di solito si parla, si chiacchiera e cerco di far sentire ciascuno a proprio agio raccontando anche quella che è la mia esperienza della quarantena. Dopo tutto questo si fotografa e si conclude la chiamata: il tutto dura circa un’oretta, il che fa avvicinare molto questa esperienza a quello che di solito avevo quando potevo incontrare le persone dal vivo. L’aspetto più interessante è che stanno uscendo storie molto particolari, ognuna con delle situazioni familiari e personali diverse dalle altre. Quelle che mi colpiscono di più sono, però, relative alle persone che vivono da sole e hanno trovato il loro equilibrio rispolverando vecchie passioni e trovando così una loro strada per affrontare l’isolamento. Quasi tutti coloro con cui ho avuto a che fare in questi giorni hanno una relazione con l’arte. Ho “incontrato” diversi professionisti e quasi tutti riescono a lavorare da casa in home working, ma spesso la loro seconda attività era più legata al mondo dello spettacolo o comunque al “muoversi” e ho notato che molti vi si sono gettati a capofitto per approfittare in qualche modo della loro situazione momentanea: chi è insegnante e ha ampliato l’utilizzo dei social o ha imparato ad usare nuove piattaforme per interagire con i propri alunni, chi da musicista si è dedicato allo scrivere canzoni o a suonare nuovi strumenti., chi si è messo finalmente a dipingere dando sfogo a una passione mai completamente espressa. Ci sono, poi, persone che sono a casa con i propri genitori e per certi aspetti hanno dovuto riaffrontare da capo il rapporto con la propria famiglia o il proprio partner. Cercano di superare questo scoglio dei rapporti interpersonali forzati cercandosi magari un proprio spazio, per quanto piccolo, all’interno della casa. Insomma, per tutti è stato necessario trovare un altro equilibrio rispetto alla vita precedente.»

De Santi, attraverso questa iniziativa, ha voluto parlare principalmente di presente e futuro, tralasciando ogni riferimento al passato. Il focus di questo progetto, in definitiva, era quello di scoprire se qualcuna di queste persone avesse “cambiato faccia” durante quest’esperienza e se magari avesse migliorato qualche aspetto della propria vita durante la quarantena. «Se le persone vivono tutto questo solo come una privazione purtroppo non cambieranno di una virgola o comunque non in meglio. Anzi, a ben pensarci è inevitabile che tutti noi alla fine saremo cambiati e nessuno rimarrà davvero la stessa persona di prima. Se saremo migliori o peggiori, però, dipenderà dall’atteggiamento con cui avremo affrontato questa situazione» conclude Gianluca De Santi.

Foto di Gianluca De Santi