Pochi giorni dopo il lockdown, il 13 marzo, su “Heraldo” usciva un’inchiesta sulle ripercussioni del Coronavirus nel mondo della Cultura veronese, con un focus particolare sul settore musicale. Al pari del teatro e del cinema, infatti, la musica era stata fra le prime “realtà” colpite, con un danno ingente per tutti coloro che proprio di musica vivono: dagli stessi musicisti ai titolari di società che organizzano eventi, dai tecnici fino ad arrivare a chi la musica la propone nei propri locali. Insomma, un disastro, come disastro è stato per tanti altri settori dell’economia e della società. A distanza di un mese e mezzo da quell’articolo siamo tornati oggi, nell’ambito della rassegna quotidiana “Succede alle 31”, a parlare con chi la musica la vive, la fa, la crea, la propone per capire se e come si è evoluta da allora la situazione. Una chiacchierata di oltre mezz’ora (perché i temi erano davvero tanti) con Ale Formenti (musicista, promoter, organizzatore di eventi per DOC Servizi) e Bruce Turri (musicista e socio della music hall “The Factory – La casa degli Artisti”). Insieme alla nostra direttrice Elena Guerra si è parlato dei principali problemi che questa emergenza sanitaria ha procurato, ma anche delle possibili soluzioni per tornare, in futuro, a usufruire di musica dal vivo. Si è parlato anche delle misure prese fino a questo momento dal Governo e da cosa può fare lo stesso mondo dello showbusiness per uscire collettivamente da questo momento di grande difficoltà.

Bruce Turri

«Nessuno poteva immaginare qualcosa del genere – ha esordito, non a caso, Bruce Turri–. Ora siamo in balia di questa situazione, sperando che si possa riaprire il prima possibile, anche per poter pagare le spese, che comunque ci sono, avendo traslocato da poco e inaugurato il nostro locale pochi giorni prima del lockdown. Abbiamo per fortuna avuto l’aiuto di un gruppo di amici che ha avviato una raccolta fondi per sostenere le nostre spese e questo ci ha dato un enorme entusiasmo, perché significa che la gente non solo tiene molto all’arte e alla musica, ma comprende anche i nostri sforzi di imprenditori “junior”, senza esperienza e priva di un tesoretto con cui far fronte all’emergenza. L’idea, ora, sarebbe quella di creare una campagna più grande per coinvolgere altre associazioni e creare tutti insieme un festival. In questo senso le varie associazioni che lavorano sullo stesso territorio e che di solito non dialogano molto, in questa occasione di generale difficoltà si sono unite molto e questo ritengo che sia un segnale importante per il futuro.»

Ale Formenti

«È stato fatto fronte comune fra tutte le associazioni di artisti» ha commentato Ale Formenti. «Da una quindicina di giorni si è riunito tutto il settore dello spettacolo in un’unica proposta e questo è già un successo. Poi è stata creata la rete di Show Net, dove sono radunate varie associazioni di categoria con alcune cooperative di operatori del mondo dello spettacolo e dei tecnici. Prima o poi tutto questo finirà e bisognerà ripartire e la cultura, lo spettacolo, la musica ci aiuteranno a farlo. Ora, però, vanno protette per farle restare vive. Ricevo in media due o tre proposte, di progetti, collaboratori, di idee per quando sarà possibile tornare ad uscire di casa. Verona ha una coscienza di città turistica molto forte e con la possibilità di sviluppare molte collaborazioni fra associazioni, locali, artisti ecc. C’era un bel fermento e ovviamente in questo momento si è fermato tutto. Io credo che quando potremo farlo si ripartirà dai microeventi, cioè piccole situazioni facilmente gestibili e in grado di crescere, pian piano, nel tempo, sfruttando anche nuovi spazi nella nostra città non utilizzati per questo fino ad oggi. Il grande evento con i drive-in della musica è, secondo me, al momento più complicato. Facciamo intanto ripartire l’arte e la musica, diamo fiducia al pubblico di poter uscire pian piano di casa e partecipare agli eventi musicali. Anche piccoli Tutti insieme ripartiremo.»

Qui trovate il link al video completo dell’incontro di oggi.