La musica durante una pandemia globale può assolvere svariati compiti: semplice svago per chi è costretto a restare a casa, fonte energetica per chi lavora e sostiene il peso maggiore in questo momento, leva per raccogliere fondi e promuovere campagne web in soccorso degli ospedali. Ma la musica è soprattutto il risultato del lavoro di un artista e non tutti gli artisti reagiscono allo stesso modo davanti a questo nemico invisibile, che ha spiazzato, disorientato, scardinato ogni regola dello showbiz.

Neil Young

Chi si esibisce per i Fan

C’è chi ha scelto di suonare aprendo le porte della propria casa in una dimensione intima e privata, per incentivare le persone al distanziamento sociale. Tra loro Neil Young con una serie di concerti in streaming chiamati Fireside Sessions, trasmessi esclusivamente sul suo sito web. «Giusto qualche canzone per passare un po’ di tempo insieme, sono tempi incerti. L’idea di annunciare le date e di mettere in vendita i biglietti è discutibile e deve essere ponderata. Siamo tutti pronti a partire, ma l’ultima cosa che vogliamo fare è mettere a rischio le persone, soprattutto il nostro pubblico più maturo.»

Paul Simon canta The Boxer con la sua chitarra acustica per gli amici di New York, oppure ci ospita in famiglia con Woody Harrelson, moglie e nipote per una versione dolcissima di All I Have to Do Is Dream degli Everly Brothers. Micheal Stipe torna otto anni dopo lo scioglimento degli R.E.M. con una nuova canzone No time for Love like now, una ballata struggente, dedicata all’isolamento che anche lui sta vivendo scritta insieme ad Aaron Dessner dei The National. Il fascino della sua voce è immutato e il suo indiscutibile carisma sul palco ci manca moltissimo. Willie Nelson, leggenda della musica country USA, ha addirittura spostato sul web la sua annuale Luck Reunion. L’evento originariamente doveva svolgersi presso il Luck Ranch del cantante a Dripping Springs, in Texas il 19 marzo, ma è stato spostato su una piattaforma digitale, dando modo agli ospiti di Willie di esibirsi dal vivo dalle loro case, e trasmesso in streaming gratuitamente sulla pagina Facebook del Festival.

One World: #TogetherAtHome

Chi si esibisce per raccogliere fondi

Per tornare in Italia si segnalano molte iniziative a sostegno delle strutture ospedaliere in prima linea contro il Covid-19. Alberto Ferrari dei Verdena si è esibito sabato 4 aprile con uno splendido set acustico dalla pagina Facebook di Latteria Molloy, storico locale di Brescia. Il concerto casalingo fa parte del programma di #StayON, l’iniziativa coordinata da KeepOn LIVE che ha coinvolto live club e festival in tutta la penisola per la raccolta fondi. Il live di Alberto inizia con una strepitosa versione di Blue Suede Shoes di Elvis.

Chris Martin, leader dei Coldplay, ha lanciato in una diretta Instagram dal profilo della band #TogetherAtHome per raccogliere fondi da destinare all’emergenza Covid-19. “Together At Home” è una iniziativa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e di Global Citizen. «Mi trovo a casa, o meglio, nel posto in cui vivo, avrei dovuto essere con la band oggi, ma siamo in Paesi diversi, quindi ho pensato che fosse una bella idea sentirci per capire come state, dove siete e cosa posso fare per voi. E ho pensato che potremmo chiamare questa cosa “Together At Home” e magari domani qualcun altro ne prenderà il comando.» Alla fine della sua diretta Chris Martin ha lanciato la sfida a John Legend invitandolo a raccogliere il testimone di #TogetherAtHome il giorno successivo, che ha prontamente risposto all’appello.

Sabato 18 Aprile è poi stato organizzato un mega concerto virtuale con il nome “One World: #TogetherAtHome”, una sorta di Live Aid ai tempi di internet e di pandemia. A partire dalle 20 ora di New York (le 2 di notte italiane): lo trasmetteranno moltissime tv internazionali e piattaforme web come Prime Video, YouTube, Twitter, Facebook. Si alterneranno dalle loro case: Paul McCartney, Eddie Vedder, Lady Gaga, Elton John, Stevie Wonder, Alanis Morissette e altre grandi star della musica internazionale. I fondi raccolti saranno destinati dall’OMS all’acquisto di Dpi e i kit per i test in tutto il mondo.

Nick Cave

Chi sceglie il silenzio

Nick Cave ha già annunciato lo slittamento del suo tour mondiale alla primavera 2021 e decide di vivere l’isolamento allo stesso modo dei suoi fans. Non ha istinti creativi da condividere, non sente l’esigenza di suonare o di scrivere, ma di riflettere. «Oggi viviamo un evento senza precedenti, una crisi che sta costringendo tutti a mettere in discussione e a valutare attentamente i nostri leader, la nostra intera società come sistema, i nostri amici, i nostri nemici e più di tutti, noi stessi. Scopriremo qualcosa sulla nostra capacità di recupero, sulla nostra capacità di perdono e sulla nostra reciproca vulnerabilità. Forse è il momento di prestare attenzione, di essere consapevoli, di essere attenti. Come artista, mi sembrerebbe un peccato perdere questo momento straordinario. Improvvisamente, le idee di scrivere un romanzo, una sceneggiatura o una serie di canzoni sembrano più indulgenze di un’epoca passata. Per me, questo non è il momento di essere sepolto nel business della creazione. È il momento di mettersi su un sedile posteriore e sfruttare questa opportunità per riflettere esattamente su ciò che è la nostra funzione – a che cosa serviamo –, in quanto artisti-» Infine, Cave ha concluso: «Ci sono altre forme con cui possiamo tenerci in contatto: un’e-mail a un vecchio amico, una telefonata a un parente, una parola gentile al nostro vicino, una preghiera per quelli che lavorano in prima linea. […] Forse vedremo il mondo con occhi diversi, con una reverenza più consapevole della meraviglia che è. Questo potrebbe essere, davvero, l’atto più creativo di tutti». Cave si fa portavoce di un’esigenza di umanità, per vivere questi tempi difficili sceglie quindi di anteporre l’uomo all’artista.

Pearl Jam

Chi pubblica album         

Il 27 marzo, in piena pandemia, è uscito dopo sei anni di attesa il nuovo disco dei Pearl Jam Gigaton. Anticipato dal singolo spiazzante Dance of the Clairvoyants, un brano molto 80’s in stile Talking Heads, con innesti di elettronica inusuali, Gigaton si è rivelato invece un lavoro lineare con la produzione della band di Seattle. Gli ultimi alfieri del Grunge hanno da tempo virato sul Classic Rock, con la voce di Eddie Vedder a spingere i soci in una direzione di sintesi e rivisitazione di Lez Zeppelin, Who, Pink Floyd pur mantenendo il loro suono in modo autorevole e convincente. Si tratta di un buon ritorno, con tre/quattro pezzi di altissimo livello, un nuovo produttore, Josh Evans, che ha esaltato le caratteristiche musicali di ogni singolo membro, facendoli sperimentare e suonare strumenti diversi, per spingere la band al ritorno alla cura del suono. I brani sono molto lunghi, poco radiofonici (a parte il singolo), non sono sfumati o fatti per essere canticchiati al primo ascolto. Sono canzoni con testi molto importanti, talvolta politici, talvolta malinconicamente rivolti al passato, con una visione di fondo sul ruolo di primo piano degli esseri umani per migliorare il presente che viviamo. L’album si chiude con una perla di bellezza River Cross, un pezzo struggente in cui Vedder si accompagna all’organo e ripete come un mantra Share the light – Won’t hold us down, la ricerca della luce in fondo al tunnel che abbiamo tutti bisogno di trovare, soprattutto ora.

Marianne Faithfull

Chi lotta contro il Coronavirus

Questo virus letale per i polmoni e che colpisce soprattutto in età matura ha purtroppo aggredito anche artisti di grandissima caratura. Jackson Browne, 71 anni, è risultato positivo dopo aver accusato tosse e  febbre in seguito a un viaggio a New York. I sintomi sembrano essere lievi per questo straordinario cantautore, che ha fatto la storia del folk rock americano, inserito nella Rock’n’Roll Hall of Fame, ha scritto canzoni meravigliose come questa These Days. Degli ultimi giorni è la notizia che un’altra star della musica pop rock internazionale sta combattendo la sua guerra contro il Covid-19. Marianne Faithfull, 73 anni, icona assoluta della Swinging London negli anni sessanta e settanta, è ricoverata in ospedale a Londra per aver sviluppato una grave polmonite. Giovanissima e bellissima fu avvicinata dal manager dei Rolling Stones, che per lei scrissero poi As tears go by. Fu leggendaria la sua storia di amore tossico con Jagger e per il resto della sua vita combattè per lasciarsi alle spalle gli eccessi e le droghe di quegli anni. Divenne anche attrice per cinema (Irina Palm) e teatro ma non lasciò mai la musica, sua prima grande passione.

Bill Withers

Chi ne è stato sconfitto

Purtroppo è già lungo l’elenco dei musicisti che non ce l’hanno fatta. Dopo Alan Merrill , frontman degli Arrows e autore della celeberrima I love rock’n’roll, Joe Diffie, famoso cantante country, Manu Dubango, leggenda dell’afro-jazz, il 4 aprile è scomparso Bill Withers. Un interprete soul straordinario, autore di una delle più importanti instant hit di sempre: Ain’t no sunshine. Withers, vincitore di 3 Grammy, è morto a Los Angeles a 81 anni per complicazioni cardiache. È stato una delle voci più importanti della musica soul R’n’B afroamericana, la sua Lean on Me è stato eseguita sia al giuramento di Bill Clinton alla presidenza che di Barack Obama. Nel 2015 Withers fu introdotto nella Rock and Roll Hall of Fame da Stevie Wonder, nonostante si fosse ritirato dalle scene dal 1985. La sua importanza per la storia della musica moderna e la sua voce calda e profonda sono e resteranno indimenticabili. RIP Bill.

John Prine

La notte scorsa si è spento John Prine, stella del country rock USA, cinquant’anni di carriera alle spalle ed una capacità di songwriting brillante e malinconica. Dal 29 marzo Prine, 73 anni, che oltre all’età a rischio presentava alcune patologie pregresse dovute a due battaglie vinte contro il cancro, era intubato e la situazione era risultata da subito gravissima. Molti artisti in queste ore lo stanno ricordando con affetto e devozione, ad esempio Bruce Springsteen ha scritto sui suoi social network: «Qui nella E Street Band’ siamo devastati dalla perdita di John Prine. John e io eravamo insieme i “Nuovi Dylan” nei primi anni Settanta e lui era il ragazzo più adorabile del mondo. Un vero tesoro nazionale e un cantautore che rimarrà nei secoli. Mandiamo il nostro amore e le nostre preghiere alla sua famiglia». Nel suo album del 2018 “The tree of forgiveness” l’ultima traccia “When I Get to Heaven” è un’ironica descrizione del suo passaggio all’aldilà, tra vodka & ginger ale, sigarette, baci alle giovani donne. RIP John, che tu possa avere il paradiso che sognavi.