I cinque istruttori CAI della scuola di scialpinismo “Renzo Giuliani” di Verona sono ancora isolati in Tajikistan a seguito delle precauzioni prese dal governo per fronteggiare la pandemia di Covid-19. Avevamo raccolto il loro primo appello dalla voce di Anna Paola Perazzolo. Ora si trovano a Dushanbe, seguiti dall’ambasciata tedesca che sta gestendo il rimpatrio di cittadini EU in coordinamento con la Farnesina. L’atteso volo previsto per domani, sabato 4 aprile, che avrebbe dovuto riportarli in Europa, è stato annullato. La loro, al momento, è una situazione di attesa, nonostante la mobilitazione in atto.

L’ultimo appello è di Andrea Micheli

I nostri connazionali erano sulla via del ritorno da una remota regione dell’Afghanistan dove si erano recati per un progetto di solidarietà con le popolazioni montane del Wakhan Corridor. Il loro viaggio, il terzo di una serie, ha richiesto una lunga e attenta pianificazione e la scelta di passare attraverso l’area nord orientale dell’Afganistan e il Tajikistan, lungo un percorso già collaudato e ritenuto di gran lunga più sicuro della strada da Kabul. Nulla era stato lasciato al caso, ma nessuno al momento della loro partenza poteva prevedere il diffondersi di questa pandemia. Certamente non c’è stata alcuna leggerezza né sottovalutazione da parte dei veronesi, che hanno intrapreso un viaggio difficile, in un’area tanto remota, consci che non sarebbe stata una vacanza.

Certo, il momento è a dir poco complesso e il gruppo è pienamente consapevole delle difficoltà di spostamento di questo periodo, ma proprio l’incertezza della situazione e la mancanza di prospettive a breve rappresenta l’aspetto che maggiormente spaventa. Ed è per questo che Anna Perazzolo, Giuliana Steccanella, Andrea Micheli, Giorgio Bonafini e Fabio Bullio chiedono al Ministero degli Esteri di intraprendere tutte le azioni utili per essere riportati a casa quanto prima.