Di necessità virtù. Il teatro non si ferma di fronte all’isolamento per combattere il Coronavirus e così il primo “Dantedì”, la giornata istituita a gennaio per onorare Dante Alighieri, verrà allestito “a porte chiuse”. Mercoledì 25 marzo, alle 21, in diretta streaming da Velo Veronese sulle pagine Facebook “Dante Settecento” e Instagram “dantesettecento”, nel cammino verso l’anniversario – nel 2021 – dei settecento anni dalla morte del Sommo Poeta, Alessandro Anderloni propone Il folle voloIl monologo, inserito nel progetto “Dante Settecento”, ripercorre il XXVI Canto dell’Inferno, con il celeberrimo assolo di Ulisse: «Davanti al mistero, sulle porte dell’ignoto, ai confini del nostro sapere ci riscopriamo tutti Ulisse, condividiamo l’insopprimibile desiderio di andare oltre, tratteniamo a stento la nostra smania di conoscenza – spiega Anderloni –. Ecco che in questi giorni, di fronte all’angoscia e alla paura, abbiamo bisogno delle parole alte dei classici a portarci oltre, delle parole Dante-Ulisse prime fra tutte, per ritrovarsi imbarcati con la sua ciurma, ciascuno con il “folle volo” che si porta dentro».

Il monologo è frutto della decennale ricerca che Anderloni dedica alla Divina Commedia, che ha già portato in scena più volte in forma teatrale, musicale e danzata, anche con il coinvolgimento dei bambini, delle scuole e dei detenuti della compagnia “Teatro del Montorio” del carcere di Verona. Già rappresentato davanti a migliaia di studenti e studentesse, lo spettacolo si snoda prima in una fascinazione per Dante, intrecciando notizie e aneddoti della sua vita con i temi tratti dalla Commedia, poi esplorando e infine dicendo a memoria per intero uno dei cento canti del Poema. 

«Ho scelto il XXVI di Inferno – conclude Anderloni –perché in quell’azzardo oggi ci ritroviamo più che mai, perché le finestre delle nostre case di reclusi ci appaiono come invalicabili colonne d’Ercole. E perché in quel monologo universale, che ha consolato perfino Primo Levi nell’orrore di Auschwitz, potranno riconoscersi in molti, anche chi della Commedia di Dante ha un ricordo flebile o lontano. Invito a cercare sugli scaffali una copia della Commedia, è un libro che c’è in tutte le case, e di tenerla vicina durante il monologo. Per un’ora e un quarto ripercorreremo il Poema e la vita del suo autore, e poi il Canto XXVI che alla fine dirò per intero. È il primo “Dantedì”, lo dovremo vivere da reclusi, ma nel chiuso delle nostre abitazioni, come sulla piccola barca di Ulisse, ci metteremo nel grande mare dell’incertezza per il domani, fiduciosi infine di approdare, consapevoli che il senso di questo viaggio è quello di averlo iniziato».

L’hashtag dell’evento è #ilfollevolo.