È stato padre Merrin e l’imperatore Ming. È stato persino Gesù Cristo. Nel corso di una carriera lunga settant’anni, Max von Sydow ha unito due mondi di cinema molto diversi, quello d’autore europeo e quello commerciale di Hollywood, riuscendo a lasciare un segno indelebile in entrambi. Max von Sydow è morto a 90 anni lasciandosi alle spalle una filmografia che ha dell’incredibile. Nel suo curriculum ci sono Il settimo sigillo e Star WarsIl deserto dei tartari Game of Thrones. Per la maggior parte degli spettatori, vedere la sua immagine equivale a pensare immediatamente a L’esorcista, il capolavoro di William Friedkin che, nel 1973, confermò la statura di entrambi, regista e protagonista. Per altri è l’Antonius Block de Il settimo sigillo ad averlo immortalato.

La celebre partita a scacchi de “Il Settimo Sigillo”

Con Ingmar Bergman aveva iniziato a lavorare in teatro nel 1955, a Malmö, nella nativa Svezia. Un sodalizio poi passato al cinema, con esiti memorabili: dal già citato Il settimo sigillo Il posto delle fragole, da La fontana della vergine Luci d’inverno. E si tratta solo di alcuni dei titoli a cui i due hanno lavorato insieme. Negli anni ’60 von Sydow si trasferisce in America. La sua carriera a Hollywood esplode grazie a La più grande storia mai raccontata, dove interpreta Gesù. Ma lo ricordiamo anche in Quiller MemorandumHawaiiLettera al Kremlino di John Huston e I tre giorni del Condor. A metà anni ’70 approda nel nostro paese e recita per, tra gli altri, Valerio Zurlini (Il deserto dei tartari), Francesco Rosi (Cadaveri eccellenti) e Alberto Lattuada (Cuore di cane). 

Max von Sydow in una scena di La più grande storia mai raccontata, 1965 (AP Photo)

Attore versatile, capace di dare il meglio in qualunque ruolo e contesto, von Sydow veniva tuttavia ingaggiato spesso come villain. Ad esempio in Flash Gordon, dove interpreta la nemesi dell’eroe, il malvagio Ming, o in Cose preziose, adattamento di un celebre romanzo di Stephen King. Ma lo ricordiamo anche in Dune di David Lynch e in Conan il barbaro di John Milius. In tempi più recenti aveva recitato in Minority Report di Steven Spielberg, Robin Hood di Ridley Scott e Molto forte, incredibilmente vicino, per il quale aveva ottenuto la sua seconda nomination agli Oscar (dopo Pelle alla conquista del mondo, nel 1987). Tra i suoi ultimi ruoli, quello del Corvo con Tre Occhi nella sesta stagione de Il trono di spade e una breve ma fondamentale parte in Star Wars: Il risveglio della Forza. Non si era mai fermato. Addirittura lo vedremo prossimamente nel postumo Echoes of the Past. Una vera leggenda vivente che, oggi, purtroppo non è più vivente. Leggenda lo era e lo resterà.