Venerdì 13 Dicembre, per gli amanti della musica elettronica e sperimentale a Verona, è una data, alla Rino Tommasi, da “circoletto rosso”. Si festeggeranno, infatti, i sette anni del Club di Via Torbido in Verona conosciuto come Veniceberg. Facciamo ora un veloce passo indietro, dal momento che la cosa più interessante, e anche curiosa di questo percorso del tutto fuori dagli schemi, è che questa realtà è nata in un contesto generale e nazionale in cui la situazione per la Club Culture, e la vita notturna in genere, non è affatto in “buona salute” (per usare un eufemismo..).

Veniceberg nasce nel 2012 a Verona dalla mente di due appassionati, Michele Preda e Francesco Martinelli. Se inizialmente il focus è stato incentrato su sonorità micro-house, col tempo l’offerta si è fatta sempre più variegata fino ad esplorare tutte le sfumature della musica elettronica. Anno dopo anno piccoli accorgimenti, ai più quasi impercettibili, ne hanno creato la struttura attuale, con una attenzione al dettaglio che definire maniacale è riduttivo. Soffitto basso, attraversato da una scacchiera di luci e led, consolle al livello del terreno, visual di prim’ordine, bar sempre più curato, incassato alla parete, guardaroba e bagni ricavati sì da spazi esigui, ma ottimamente inseriti nel contesto minimal della location. Punta di diamante, un Soundsystem handmade assolutamente avanguardistico.

Il resto lo hanno fatto le scelte accurate e ben calibrate sia in termini di ospiti, sia in termini di serate. Il Club non ha mai cambiato rotta: in un periodo in cui, per esigenze di sopravvivenza, i locali sono diventati semplici contenitori, Veniceberg è rimasto un baluardo “inespugnabile”, con la sua serata a cadenza settimanale (Venerdì) e con un Sabato al mese GO-TO tipicamente house – funk. Un Club, insomma, che ha fatto della coerenza e dell’offerta di qualità il suo credo. Tutto ciò ha pagato in termini di fedeltà di un pubblico magari di nicchia, ma capace anche di stringersi intorno a quello che è il senso di una vera e propria “resistenza” e “appartenenza”. Col tempo l’eco di questo “cuore resistente” nel pieno centro della città si è propagata al di fuori non solo della provincia, ma anche dei confini nazionali.

A un gruppo di resident di prim’ordine (Enrico Mantini, Michele Preda, Omar Akhrif, Antonio Zambelli, Donald, Nizer, Brūn, Mag0, Lorenzo Slider, Fabio Slider) sono stati affiancati ospiti sempre più rilevanti della scena internazionale, come Raresh, Onur Ozer, Einzelkind, Giuliano Lomonte, Francesco del Garda, Nicolas Lutz, Lamache, Binh, Dani Casarano, Cristi Cons, D’Julz ,Mr.C, Tini, solo per citarne alcuni. A corollario del tutto, nel 2015 è nata anche un’etichetta indipendente, “Veniceberg Records”, portata avanti insieme ad Enrico Mantini. Con ancora negli occhi e nelle orecchie il set di venerdì scorso per la serata mensile “Bizarre” a cura del “colonnello” Fabio Slider (altra figura veronese ormai mitica del club, dall’alto della sua ormai trentennale carriera) e di Mr.C aka Richard West, ex frontman degli Shamen nonché Dj storico della scena britannica, venerdì 13 Veniceberg si appresta a vivere la notte del suo settimo compleanno. Una notte per la quale anche stavolta sarà garantita la presenza di un ospite di prestigio assoluto, che risponde al nome di A Guy Called Gerald, nome d’arte di Gerald Simpson (nato nel 1967 a Manchester), punto di riferimento della scena acid house di Manchester sul finire degli anni ottanta e autore di una hit come Voodoo Ray capace di assicurargli una longeva fama internazionale.

Michele Preda

«Sicuramente ci sono stati molti momenti intensi musicalmente parlando e momenti meno, ma tutte le serate sono da ricordare ed è proprio il fatto di avere un appuntamento fisso tutti i venerdì a fare la differenza» ci racconta l’owner del progetto Michele Preda. «Crescendo e avendo la possibilità di frequentare Club in tutta Italia mi rendo conto che la situazione è più o meno la medesima ovunque. La musica commerciale la fa da padrona e quindi per quelli come noi che portano avanti un prodotto musicale di nicchia non è facile. Soprattutto bisogna trovare un giusto balance a livello musicale, in modo tale che anche le persone meno istruite in termini di musica comunque si divertano e continuino a frequentare il Club. Quello è il massimo risultato che si può ottenere e a mio avviso ci siamo riusciti.»

Non vorremmo sembrare retorici, ma la vera forza di Veniceberg la si può capire solo frequentando, vivendo il Club. È palpabile un forte senso di familiarità in un gruppo di persone sempre presenti e coese, un personale, dai buttafuori, alle cassiere, ai baristi, affidabile e professionale. Veniceberg è fatto per ballare e l’assenza di “tavoli” o posti a sedere, la vicinanza pressoché totale del pubblico alla console rendono soprattutto i finali dei dj-set qualcosa di davvero unico.  Si vive una sensazione di coesione avvolgente e si avverte, da parte di tutti i presenti, l’esigenza di mettere al primo posto una cosa sola, la musica. Mai litigi, mai un momento di tensione, ma solo la sensazione di far parte di un viaggio musicale da vivere insieme a chi ha fatto della musica la propria grande passione.

Grazie, e Buon compleanno Veniceberg.