Eccoci qua. È sabato 7 dicembre, e a parte i fortunati previdenti che hanno già fatto tutto in agosto o con il recente Black Friday – testimoni oculari attestavano la presenza di code chilometriche in zona Adigeo lo scorso venerdì, roba da far impallidire gli organizzatori di una qualsiasi manifestazione/evento/concerto storico dei Pink Floyd a Venezia –, il resto di noi comuni mortali è nel vorticoso trip dei regali, come testimonia anche la frequentazione odierna del centro dove tra banchetti, gente passeggiante e gente ansiosa con liste e opzioni regalo chiunque (bambini compresi) aveva uno spazio vitale di circa 35,23 cmq. 

Sì perché ora ci sono ancora le liste. Questo almeno fino al momento della disperazione vera, che bontà sua si manifesta intorno al 22-24 dicembre – diamole tempo –, quando vige il “liberi tutti”. Modalità, questa, che ti induce a comprare un tanto al chilo una serie di pacchi regalo eno-gastronomici o igienico-cosmetici che fanno tanto “scusa-non-sapevo-davvero-cosa-prenderti-ma-il-vino/dopobarba/tartufo/bagnoschiuma-è-un-evergreen-e-comunque-tutti-si-lavano-ma-assolutamente-non-voglio-sottintendere-che-tu-non-lo-fai-eh” e possono talvolta portare a conseguenze un filo disastrose. Tipo come anni fa, quando un tuo amico ha regalato all’allora fidanzata un bagnoschiuma consigliatogli da una commessa – pace all’anima sua – certo profumato e muschiato e di erboristeria ma anche (giuro) “snellente”. Come avrete argutamente colto o intuito, trattasi dell’“allora fidanzata”. Anche per i regali di Natale, come nella vita in genere, la sincerità è una qualità sovrastimata, che raramente paga. Soprattutto quando si parla di ciccia femminile.

Comunque. Allo stato attuale del problema – che non è un problema solo per i pochi fortunati/e che si divertono a cercare i doni più adatti per ciascuna delle persone care, e ad ognuno le sue perversioni, perché magari la cosa è carina se presa singolarmente, ma con numeri ≥ a 6-7 il gioco si fa duro – siamo ancora nella comfort zone del scelgo-la-cosa-più-adatta-a-lei/lui. Quindi non solo abbiamo le liste ad opzione multipla per ciascuno/a, ma cerchiamo pure ispirazione tra gli amici e i parenti più comprensivi. Se ci fate caso origliando le conversazioni intorno a voi, il topic trend di caffè/aperitivi al momento è questo, anche perché l’effetto del bagnoschiuma snellente ormai lo si conosce, e se la morosa attuale stavolta uno se la vuole tenere si è pure imparato a non fidarsi mai delle commesse. Si ripiega quindi su amici, parenti e/o consigli online.

Anche qui, c’è solo l’imbarazzo della scelta, tra “idee fashion 2019”, “idee per regali sotto i 200/199 […]/5,34 euro”, “idee regalo favolose/originali/moda/uniche” [sono tutte vere, solo in link diversi] e, attenzione attenzione, idee regalo sulla base del segno zodiacale. Certo questo è un criterio di selezione e di scelta come un altro, e pure parecchio gettonato, a quanto pare. Esistono infatti più siti che aiutano a limitare l’ansia ed evitare la disperazione del 24 dicembre orientando le nostre scelte a seconda della posizione assunta alla nascita dell’amato bene da vari elementi astronomici – pianeti, ascendenti, discendenti, zenit, nadir. Ché questa è la base dell’oroscopo e delle sue previsioni.

A ciascuno il suo, quindi, tenendo solo presente una piccola dritta. Da una scorsa veloce ai vari articoli, si possono desumere delle costanti che sembrano suggerire che il segno migliore cui fare un regalo sono i Pesci – secondo una fonte a loro “importa solo l’amore”, il che è fantastico per chi è di braccino corto o anche solo poco paziente con i regali– o i Sagittario, più o meno “grat[i] per ogni piccolo dono” (vedi sopra). Più complicata sembra essere la Bilancia, che secondo un’altra fonte giusto un filo ansiogena e terroristica “ama tutto ciò che è lussuoso, bello, morbido e scintillante, quindi usalo come ispirazione per il Natale di quest’anno. Avrà sicuramente da ridire, quindi assicurati di portarti un bel regalo perché la Bilancia non scherza.” – amen. 

Chissà di che segno era la tizia del bagnoschiuma snellente.

 Nel mezzo del cammin di nostra vita/mi ritrovai per una selva oscura

ché la diritta via era smarrita./Ahi quanto a dir qual era è cosa dura

esta selva selvaggia e aspra e forte/che nel pensier rinova la paura!

Tant’è amara che poco è più morte;/ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai,

dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte./Io non so ben ridir com’i’ v’intrai,

tant’era pien di sonno a quel punto/che la verace via abbandonai.

Dante Alighieri, CommediaInferno, Canto I