Come già detto qualche tempo fa, dopo il ponte dei morti si apre ufficialmente il Christmas time, croce o delizia a seconda delle attitudini personali. Da metà novembre in poi, il mondo si divide in due macro categorie esistenziali. da un lato gli estimatori del Natale, che adorano l’atmosfera, le lucette, i preparativi delle feste. dall’altro i suoi detrattori, che detestano non tanto la ricorrenza in sé – lungi dalla scrivente il voler entrare nello spinoso argomento tradizione cristiana sì-tradizione cristiana no e/o significato spirituale versus mercificazione – ma appunto l’atmosfera, le lucette, i preparativi delle feste.

Cioè. Non è che prima di inizio novembre i sentori dell’avvicinamento del trend topic di fine anno non ci fossero, perché i panettoni fanno bella mostra di sé nei supermercati già da inizio ottobre. Però è da adesso che il Christmas time è ufficialmente sdoganato, come dimostrano più segnali:

a. Tra pochi giorni [ed esattamente dal 15 novembre p.v., ndr], iniziano nelle piazze del centro i mercatini di Natale, che per un mesetto circa allieteranno i veronesi desiderosi di comprare a prezzo maggiorato oggettini e suppellettili a tema rigorosamente natalizio, dalla cromaticità rigorosamente rosso-verde-argento-e-oro e dall’utilità rigorosamente bassa. Questo oltre a cibi di tutti i tipi e di tutte le forme ma rigorosamente ipercalorici e (per fortuna) a tanto ma tanto ma tanto alcol di tutte le gradazioni ma rigorosamente provvidenziale se rientrate nella categoria dei detrattori. Perché provate voi a restare incastrati/e di sabato pomeriggio in uno spazio vitale di 35,3 periodico cm2 ascoltando musica natalizia in mezzo alle palline colorate e agli angioletti argentati e alle ghirlande rosso-dorate e alle stecche di cioccolato e ai grembiuli-presine-tovagliette-guanti-cappelli con disegni di renne-babbi-palline-vischi senza avere almeno un vin brulé in mano. 

b. Cominciano già a vedersi i primi alberi di Natale. Che sono prematuri ma danno un segnale importante del tipo: chi vuole cominci ad attrezzarsi. Perché esistono norme fashion per le decorazioni e gli addobbi di Natale, diversamente da quanto potresti pensare ingenuamente tu (cioè che delle palle sono delle palle, più o meno colorate e più o meno grandi a seconda di quanto tempo ti trovi intrappolato/a nei mercatini). Infatti, una volta risolto il dilemma “riciclo l’albero vecchio o ne prendo uno nuovo?” e altri dubbi correlati tipo “slim, large o standard?”, “Classico o a parete?”, bisogna decidere se lo si vuole tradizionale o anticonformista – tipo fatto coi libri, con le bottiglie, con gli stickers sui muri, con le lattine di birra, o con quello che vi passa per la testa pur di dire “il mio albero è differente”. Dopodiché, se avete optato per l’albero tradizionale, esistono non solo delle tendenze – “albero di Natale elegante”, “albero shabby chic”, “albero stile nordico” ecc., –, ma anche dei colori moda 2019-2020. Mica pensavate di cavarvela con i soliti quattro angioletti eh. Accanto a scelte prevedibili quali il bianco, il verde – ma non un verde qualsiasi, perché quello “di tendenza sarà il verde muschio, verde acqua marina, il verde pastello e il verde asparago”, generando così una crisi di isteria collettiva in ¾ della popolazione maschile per cui il verde è verde e basta – e il rosso, figurano anche il “viola, il rosa, il rosso amaranto e il rosa ciliegia” – qui i ¾ di cui sopra stanno con la bava alla bocca –, oltre ad “arancio e marrone”. Che sono colori “inusuali” ma perfetti per decorare ogni tipo di ambiente. Il tutto assieme ad addobbi “realizzati a mano, ecosostenibili, in cartone, feltro e legno” o fatti con roba commestibile/biodegradabile come mele, cannella o fiori. 

c. Cominciano timidamente a spuntare nelle conversazioni tra amici e/o partner gli accenni a regali o al Capodanno, preparando così il terreno. Però questo punto resta ancora parecchio prematuro. 

Insomma, occhio. Che siate leoni o gazzelle, fan o detrattori, dal 15 novembre in poi cominciate a correre. Se volete fare gli addobbi a mano e ecosostenibili e color verde acqua marina e con i fiori, vi conviene darvi una mossa. Se non volete farli, siete più rilassati ma c’avete comunque da evitare i mercatini. Il cui spazio, negli anni, si è esteso peggio delle macchie di vino rosso sulla tovaglia, rendendo così la manovra di aggiramento più complessa.

In ogni caso, buona fortuna a tutti.

Nel mezzo del cammin di nostra vita/mi ritrovai per una selva oscura

ché la diritta via era smarrita./Ahi quanto a dir qual era è cosa dura

esta selva selvaggia e aspra e forte/che nel pensier rinova la paura!

Tant’è amara che poco è più morte;/ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai,

dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte./Io non so ben ridir com’i’ v’intrai,

tant’era pien di sonno a quel punto/che la verace via abbandonai.

Dante Alighieri, CommediaInferno, Canto I