Pagellone elettorale
Dopo la tornata elettorale europea di ieri - con risultati che premiano in Italia la Lega e in Europa i liberali - ecco il nostro "pagellone"
Dopo la tornata elettorale europea di ieri - con risultati che premiano in Italia la Lega e in Europa i liberali - ecco il nostro "pagellone"
SALVINI 9 – Vox Populi in felpa (e divisa). Sarà stato anche previsto, ma il risultato è oltre le previsioni. Aveva la golden share del governo, ora ha quella della politica italiana. Lui gongola: può continuare a cucinare a fuoco lento i 5 Stelle fino a presentarli sul carrello dei bolliti. Nello stesso tempo può riorganizzare le legioni del centrodestra, ormai orfane di Berlusconi.
DI MAIO 3 – Un disastro a 5 Stelle. A un movimento antisistema, l’abito istituzionale calza malissimo. L’abbraccio alla Lega si conferma mortale. Giggino parla da grande, ma si dimostra piccolo piccolo. Occhio poi a Dibba… si preannunciano tuoni e fulmini. Tra l’incudine (Salvini) e il martello (il popolo grillino incazzato). Auguri.
CONTE 4 – Scomunicato da Giorgetti, per autorevolezza già non se la passava benissimo, ma ora va letteralmente a picco. Futuro da notaio. In fondo, lo hanno messo lì proprio per quello.
ZINGARETTI 6,5 – Il Pd rifiata e prende una boccata d’ossigeno. È il secondo partito italiano: sia pur non eccezionale, è un buon risultato. La macchina almeno si rimette in moto. Resta da capire che direzione prenderà, perché dovè sta adesso, la terra è di nessuno.
CALENDA 8 – È il più votato esponente del Pd. Sogna un partito socialdemocratico liberale di massa, e raccoglie consensi trasversali. Lui però guarda al centro, mentre la neogovernance del partito a sinistra. L’inconciliabilità tra le due anime, è il peccato originale del Pd. Annosa questione tuttora irrisolta. Prima o poi, il nodo tornerà al pettine. E allora, chi vivrà vedrà.
BERLUSCONI 3 – Se intorno ha persone che gli vogliono bene, gli consiglino il ritiro dalla scena. Meglio quando svolgeva i lavori socialmente utili raccontando le barzellette alle vecchiette della casa di riposo di Cesano Boscone. Così la barzelletta diventa proprio lui, facendo solo le fortune di Crozza.
MELONI 7 – La caciarona della Garbatella. Strilla, s’indigna, chiede blocchi navali improponibili, ma alzare la voce in questo teatrino conviene, e a casa qualcosa si porta sempre. Daje!
ESTREMA DESTRA 3 – Eravamo quattro amici al bar.
ESTREMA SINISTRA 3 – Eravamo cinque amici al bar.
SOVRANISTI 5 – Dovevano sgretolare e abbattere l’Ancient Regime. E invece la vecchia Europa tiene. Pikolova Delusionski.