Natura Umana: in Sala Birolli 55 fotografie che parlano di noi
In Sala Biroli (ex Macello) a Verona una mostra sulla "Natura Umana", curata dal'Associazione Culturale Quinta Parete

In Sala Biroli (ex Macello) a Verona una mostra sulla "Natura Umana", curata dal'Associazione Culturale Quinta Parete
Il curatore Federico Martinelli: «Un vortice di stati d’animo, sospesi su equilibri che mutano velocemente, che trovano punti di vista e orizzonti sempre nuovi».
C’è tempo fino a sabato 20 aprile per visitare “Natura umana. Fotografia, pittura, poesia”. La manifestazione, ideata dall’Associazione Culturale Quinta Parete, segue un ciclo di eventi che hanno visto e che vedranno coinvolto lo spazio Sala Birolli, sede adeguata sia per l’ambito espositivo che per l’organizzazione di conferenze, dibattiti, presentazione di libri e proiezioni fotografiche.
L’ambito espositivo presenta il lavoro di 11 fotografi: Mara Balabio, Stefano Campostrini, Valentina Dal Corso, Pierpaolo Manfrè, Stefano Mazzi, Ivano Mercanzin, Marta Pasini, Andrea Sartori, Cristina Soardo, Antonella Vecchi e Paola Zacchè. È il curatore Federico Martinelli a specificare: «Dopo il successo di “Impronte 4. Istinto Urbano” e di “Istinto Urbano. Geometria, astrazione, metafisica” (le esposizioni precedenti, nda), abbiamo deciso di riprendere le esperienze ancor più pregresse tenutesi nel 2018 e nel 2017 legate all’indagine dell’essere umano. E così “Natura Umana” si caratterizza come un ulteriore tassello assieme a “Il volto” (2017) e “La mano” (2018) che hanno raccolto così tanti consensi per l’eterogeneità del racconto della nostra quotidianità».
Dalle 55 opere fotografiche esposte, frutto del lavoro di appassionati, emergenti e professionisti del settore, emerge un’umanità forte e decisa, fragile e tormentata, felice e spensierata come pure lacerata dai dubbi.
È un percorso genuino e schietto «sull’essere umano, nell’accezione più intima e personale come il rapporto con sé stesso, con i propri affetti, con lo spirituale, o in un momento di riflessione, come pure nella sua partecipazione pubblica, nella collettività, nell’ambiente, nel lavoro, nel tempo libero, nello sport o colto in un momento di spontaneità» commenta ancora Martinelli. La varietà di esperienze di ogni fotografo, la differente età e formazione culturale diventano un arricchimento e un valore aggiunto, peculiarità che permette un maggiore «alternarsi di registri emozionali, una varietà di linguaggi d’immagine che racconta l’eterogeneità che è in noi».
Nella diversificazione di segni, colori, immagini, soggetti, oggetti, punti di vista, racconti, sguardi, passioni, dubbi, gioie, che sono la ricchezza che ci contraddistingue, la mostra si snoda senza vincolare troppo il progetto di un fotografo rispetto all’altro. «Se ogni progetto si apre e si chiude nella linearità della sua estensione, è altrettanto evidente che, dalla sensibilità del fotografo, in cui l’osservatore può o meno riconoscersi, si possono vivere emozioni anche diverse. E così, pur apparendo lineare, l’esposizione si apre e si chiude ma si spezza, per poi proseguire. È come se l’immagine dell’opera di un fotografo possa essere spostata e accostata al lavoro di un altro, e così via. Ecco che le fotografie esposte potrebbero essere trattate come un mosaico e disposte a piacimento per creare un proprio percorso emozionale che l’osservatore ha vissuto, che sta vivendo o che vorrebbe vivere», prosegue il curatore.
E, nella varietà dei volti e delle situazioni, rappresentati da scorci fotografici di numerosi paesi del mondo, il primo elemento di sintesi è creato dalla pittura – dieci opere della veronese Maddalena Pezzoli – che racconta, attraverso intensi corpi e femminili, emozioni che vanno oltre l’immagine raffigurata, simboli dal sapore universale. Poi, con tocchi di sapiente essenzialità, la poesia di Paola Cobelli sigilla e suggella i racconti d’immagine per definire, attraverso la parola, quel sentimento che caratterizza ognuno di noi, che ci accompagna lungo un percorso variegato, difficile da definire.
Ma la manifestazione è anche incontri ed eventi, nell’ottica di offrire al pubblico uno spaccato su ogni forma artistica: arte d’immagine e parola. Un tutt’uno che vuole essere un marchio di fabbrica degli eventi organizzati da Quinta Parete. Gli ultimi appuntamenti si terranno giovedì 18 aprile, alle 18.30, con la presentazione del libro “Insegnaci come si vola” di Fabio Baronti e il 19 aprile con le proiezioni fotografiche di “Gli artisti della mostra si presentano”, originale incontro tra aneddoti fotografici e brevi proiezioni durante le quali gli artisti racconteranno se stessi.
Giovedì 18 aprile la mostra sarà aperta dalle 17 alle 19.30. Venerdì 19 aprile dalle 17 alle 22.30 e sabato 20 aprile dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 19.30.
Foto di copertina di Mara Balabio