Esattamente dieci inverni sono passati, da quando il film d’esordio del regista romano Valerio Mieli, nel 2009, è stato distribuito nelle sale italiane. Dieci inverni era un piccolo film, che nel giro di qualche anno ha conquistato una generazione di spettatori, persi fra le calli e gli isolotti veneziani insieme ai due protagonisti, Silvestro e Camilla, interpretati da Michele Riondino e Isabella Ragonese. Purtroppo non l’ho mai visto al cinema: come tanti film italiani che spesso non hanno la meritata visibilità, Dieci inverni ebbe una distribuzione molto limitata. Un piccolo film, denso, forte di due ottimi interpreti e di una scrittura rigorosa in grado di trasportarci nella spirale di una storia d’amore lunga dieci stagioni, tra la laguna e la Russia. L’ho visto sullo schermo di un portatile, appoggiato alle ginocchia. Più e più volte. Già ero innamorato di Venezia, dopo quel film, addio. Tutt’ora aspiro a comprarmi una barchetta gialla e a ritirarmi a San Servolo. Ecco perché, quando ho saputo che sarebbe uscita l’opera seconda di Mieli, Ricordi?, senza aspettare, senza leggere nulla mi sono precipitato in sala.

Molto tempo è passato dal suo ultimo film: ancora una volta Mieli si concentra su una storia d’amore, sulla dilatazione temporale di un sentimento e la sua riverberazione negli occhi dei protagonisti. Che non hanno nomi. Lui si innamora di lei, a una festa. Fanno l’amore sulla spiaggia e passano insieme la notte. Il mondo intorno a loro appare cupo, oscuro. Visto attraverso delle lenti grigie. Intrecciato a questo racconto c’è un’altra storia. La stessa, più o meno. Ma vista attraverso altri occhi, quelli di lei. I colori sono più vividi, intensi, e lo strabismo della narrazione viaggia su questo confine: due amori che collidono, senza mai congiungersi del tutto, attraverso due impianti formali diversi. Lui (Luca Marinelli) è un giovane ferito, segnato dal proprio passato che riemerge e invade il presente, invade gli spazi di una vita nuova, quando insieme a lei (Linda Caridi) va a vivere nella sua casa di bambino. Un’abitazione che non ha ancora abbandonato i suoi vecchi inquilini: i muri sono segnati dalle tracce della coppia che ha preceduto i protagonisti. Ma quale sarà la storia destinata a compiersi?

Come era stato per Dieci Inverni, anche in questo caso si conferma la scrittura come cuore nevralgico del lungometraggio di Mieli. L’abilità con cui orchestra la stratificazione di ricordi e punti focali si concretizza nel montaggio, che si fa spesso vertiginoso e convulso, un flusso di coscienza per immagini che rivela un’attenzione maniacale alla narrazione: le immagini si sovrappongono e si mescolano fino al punto in cui non si distingue più a chi appartengono. Lui, lei? Una scelta formale coraggiosa, che crea un doppio fronte interpretativo per la materia narrata. Lui non riesce a liberarsi dal proprio passato, che emerge come vapore, brina e nebbia e ricopre la sua percezione del reale. Lei ha le spalle rivolte al proprio vissuto e la vediamo spesso camminare, muoversi, sfuggire a una definizione precisa di sé. L’errore di voler tornare ad abitare il passato e di lasciarsi trascinare in un vortice di malinconia sarà la necessaria catarsi per entrambi i protagonisti, legati entrambi ai propri ricordi da una stretta che lascia senza fiato.

In Dieci inverni i paesaggi erano un sistema circolatorio, che dialogava con i protagonisti: riflesso della loro storia, Venezia era rappresentata nella sua dimensione liminare, al confine tra acqua e terra, in cui poter stagnare ma anche rinascere. In Ricordi? – vincitore del premio del pubblico alle Giornate degli autori all’ultima Mostra del Cinema di Venezia –  Mieli preferisce lavorare sul contrasto tra luci abbacinanti e nebbie, su un’estetica a volte troppo patinata che rischia di risultare stonata nel didascalismo della sua dualità. Ma è l’unico vero inciampo nella forma: il regista sa di aver scelto gli interpreti giusti, due tra i più talentuosi della loro generazione e li mette sempre al centro dell’obiettivo.

Come Dieci inverni, anche Ricordi? ha avuto una distribuzione troppo limitata, ed è un vero peccato: un film come questo potrebbe tranquillamente essere distribuito all’estero – non capita spesso nel cinema italiano, giustamente – e raggiungere platee molto più vaste, gli elementi giusti ci sono tutti: scrittura, fotografia, interpretazioni – questo è un film veramente indipendente, altro che indie à la Wes Anderson! Speriamo solo di non dover attendere altri dieci inverni prima di poter vedere il prossimo film di Valerio Mieli. Non ho voglia di aspettare tanto.

Voto: 3,5/5

Ricordi?
Regia di Valerio Mieli
Con Luca Marinelli, Linda Caridi, Giovanni Anzaldo, Camilla Diana, Benedetta Cimatti e Jacopo Mandò