Il pareggio interno ottenuto contro il Crotone aveva messo in serio pericolo la permanenza sulla panchina gialloblù di Fabio Grosso. La serata storta sfociata nell’ennesima contestazione da parte della piazza – che non ha mai mostrato particolare stima per l’ex campione del mondo – aveva indotto la dirigenza gialloblù a prendere in considerazione l’idea di affidare la guida tecnica ad un altro allenatore.
Dopo settimane trascorse a difenderlo dai ripetuti attacchi da parte di una tifoseria tutt’altro che benevola nei suoi confronti, si era venuta a creare una piccola crepa nella fiducia quasi incondizionata che la società aveva sempre mostrato nei confronti dell’ex tecnico del Bari.
La settimana che ne è seguita è sembrata simile a una piccola Via Crucis. La minata fiducia ha avuto l’inevitabile conseguenza di innescare la solita incalzante quanto consueta ridda di voci riguardante il possibile successore. Di nomi ne sono naturalmente circolati più d’uno. Quello più gettonato, sul quale fin da subito è sembrata concentrarsi l’attenzione da parte della società è stato quello di Serse Cosmi, tecnico esperto, ultimamente finito un pò in disparte, reduce dall’esperienza dello scorso anno sulla panchina dell’Ascoli. Quando l’accordo con il tecnico originario di Ponte San Giovanni, una piccola frazione in provincia di Perugia, sembrava tutto fatto – ingaggio, staff e durata del contratto – è arrivato l’inaspettato “dietrofront”. Sulla base di chissà quale ripensamento Maurizio Setti ha deciso di concedere a Fabio Grosso l’ultima inappellabile chance di poter salvare la propria panchina. Il tecnico si sarebbe giocato tutto in una notte, in occasione della trasferta in quel di La Spezia. Un campo – quello del “Picco” – evocatore per i colori gialloblù di nefasti ricordi.  Nel lontano 2007, infatti, il Verona di Ventura uscì sconfitto al termine della partita di andata dei play out che nel ritorno al Bentegodi sancirono la clamorosa retrocessione scaligera in Lega Pro e ora, a qualche anno di distanza, l’impianto spezzino rischiava di diventare per l’ex campione del mondo il capolinea della sua avventura in riva all’Adige.
La rete del vantaggio di Mora dopo nemmeno quattro minuti è sembrata la classica campanella che sancisce la fine della lezioni. Grazie alle reti di Zaccagni e Gustafson, invece, il Verona è tornato dalla Liguria con tre punti importantissimi in saccoccia e Fabio Grosso ha rinsaldato la propria panchina. La vittoria contro la Salernitana, ottenuta nell’anticipo del venerdì ha provveduto, poi, a spazzare via tutte le nubi e il tecnico gialloblù ha spento ogni residuo focolaio di crisi. Porta chiusa a doppia mandata in faccia a tutti i suoi detrattori. 
Secondo le malelingue la società avrebbe trovato modo di rinviare la decisione anche in caso di sconfitta a La Spezia. Può darsi ma non lo sapremo mai perché la controprova non esiste. Dalle stalle alle stelle nell’arco di 180 minuti. Chi l’avrebbe mai detto. Il bello del calcio è anche questo.