Terminate le vacanze natalizie è iniziata la consueta sezione invernale di calciomercato. Partita il 3 gennaio, avrebbe dovuto concludersi il 18, giusto in tempo per la ripresa dei campionati, ovviando così a scomode situazioni come quelle degli anni precedenti, che vedevano giocatori “costretti” a giocare contro quella che da lì a poco sarebbe diventata la loro nuova squadra. Ottimo proposito rimasto tale solo sulla carta, vista la recente proroga al 31 gennaio per allinearsi alle trattative delle altre federazioni europee.

La questione, tuttavia, è un’altra. Per il Verona che mercato sarà? I gialloblù hanno concluso il girone di andata piazzandosi in piena zona play off, al termine di un cammino tutt’altro che esaltante, caratterizzato da alti e bassi. La necessità di un intervento di “maquillage” è opinione diffusa e sicuramente condivisbile. L’obbligo, non solo morale, di tornare nel calcio che conta dopo l’amara retrocessione della scorsa stagione, impone di non lasciare nulla di intentato in questa corsa verso l’obiettivo finale.

Il mercato delle compravendite, sia esso quello estivo o quello invernale di riparazione, ci ha da tempo abituati ad affari conclusi quasi a fil di sirena, dopo giorni di voci, smentite e trattative più o meno fondate. Un vecchio proverbio recita “Chi tardi arriva male alloggia”. Un monito cristallino per chi cerca sempre l’affare last minute. Quindi meglio gettarsi subito su un obiettivo oppure aspettare l’occasione giusta, consapevoli del rischio che si corre? La scelta, non così facile, è spesso subordinata alla capacità di spesa intesa come soldi da spendere e non come patrimonio disponibile. In casa gialloblù la situazione sembra essere proprio questa. Forte di un ricco paracadute la società non pare intenzionata a spendere cifre importanti, ma solo più propensa a cercare l’affare giusto. Tanto che il direttore Tony D’Amico potrebbe essere quasi paragonato a un “ministro senza portafoglio”.

In questa fase iniziale si sono registrate solamente operazioni in uscita. Cherubin e Calvano hanno già preso la via di Padova – prossima avversaria dei gialloblù alla ripresa del campionato – mentre Fossati e Bearzotti sono andati a rinforzare la rosa del Monza, fresco del nuovo corso targato Silvio Berlusconi. Senza dimenticare Cappelluzzo, da tempo fuori rosa e ora propenso a fare le valige, almeno temporaneamente, per giocare in qualche società di serie C. Riguardo agli acquisti, invece, niente di nuovo dal fronte. Solo qualche voce e niente più. È ancora presto per preoccuparsi o addirittura soffiare sul vento della contestazione, ma è altrettanto vero che per una squadra che non ha mai nascosto ambizioni di promozione, la necessità di intervenire laddove necessario diventa quasi una priorità. E in casa gialloblù è palese. Serve un terzino sinistro da affiancare allo sloveno Balkovec, senza dimenticare un innesto nel parco degli esterni offensivi in grado di compensare l’uscita di scena di Ragusa, a causa del brutto infortunio subito. La ciliegina sulla torta potrebbe, invece, essere rappresentata dall’arrivo di un centrocampista e di un centrale “di categoria”. Ancora una ventina di giorni di “trepidante attesa” prima che – come amava ricordare il compianto Enzo Tortora nella trasmissione televisiva Portobello – Big Ben pronunci il fatidico stop.
Da lì in poi sarà solo calcio giocato, con tutti gli annessi e connessi.