Il campo di Torino, sponda Juve, rappresenta per il Verona un altro terreno proibitivo. Nella loro lunga storia ultracentenaria, infatti, i gialloblù sono tra le squadre che non sono mai riuscite a conquistare una vittoria in casa dei bianconeri. Solo numerose sconfitte e pochi pareggi.

Tuttavia, esiste un curioso precedente che vale la pena ricordare. Domenica 8 settembre 1957, il Verona, appena promosso per la prima volta in Serie A, esordì nella massima serie proprio contro la Juventus, uscendo sconfitto dal ‘Comunale’ con il punteggio di 3-2.

Maccacaro e Bassetti mettono paura alla Juve

Il debutto ufficiale in Serie A per la squadra guidata da Angelo Piccioli rappresentò un autentico “battesimo del fuoco”, un momento cruciale che segnò l’inizio di un’epoca memorabile. Quella formazione bianconera, costruita con cura e ambizione, emanava un’aura di autorità e suscitava rispetto in qualsiasi avversario si trovasse ad affrontare. Al centrocampo, spiccava la figura carismatica e influente di Giampiero Boniperti, un leader nato destinato a diventare, negli anni a venire, il simbolo e il futuro presidente del club. In attacco, la potenza fisica e la presenza imponente di John Charles si fondevano in modo impeccabile con l’incredibile talento, la creatività e il genio calcistico di un fuoriclasse del calibro di Omar Sivori, creando un reparto offensivo praticamente inarrestabile.

Il Verona, privo del brillante talento brasiliano Del Vecchio, decise di puntare sulla promessa emergente Osvaldo Bagnoli, un giovane calciatore inviato dal Milan per maturare esperienza lungo le suggestive rive dell’Adige. I bianconeri, dal canto loro, fecero affidamento sui loro campioni abituali: Boniperti, Sivori e Charles, che continuarono a fare la differenza in campo.

Nonostante ciò, il Verona non si lasciò intimidire e reagì con grande determinazione. Prima fu il “veronese doc” Maccacaro a ridurre le distanze con un gol di carattere, seguito poi da Bassetti, che tenne viva la speranza dei suoi compagni. Nel finale, i gialloblù riuscirono anche a sfiorare un pareggio che avrebbe avuto i contorni di un’impresa memorabile.

Stagione iniziata male e finita peggio

Alla fine di quella stagione, la Juventus riuscì a conquistare il suo decimo scudetto, un traguardo storico che le permise di guadagnare il diritto di esibire la prima stella dorata sullo stemma del club, un simbolo di eccellenza e prestigio nel panorama calcistico italiano.

Il Verona, al contrario, dovette affrontare un destino meno fortunato: il calo di rendimento di Del Vecchio, un giocatore chiave per la squadra, e una grave pleurite che costrinse Bagnoli a rimanere lontano dal campo per tutta la seconda metà del campionato, si rivelarono decisivi. A causa di queste difficoltà, la squadra retrocesse in Serie B dopo solo una stagione di permanenza nella massima serie.

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