Dopo la delusione maturata nel campionato scorso, terminato con la cocente retrocessione in A2, la Scaligera Basket si è radunata ieri pomeriggio al PALA AGSM AIM come primo atto della nuova stagione 2023-2024. Si è trattato del tradizionale allenamento di fronte ai tifosi (circa 150 quelli accorsi in piazzale Olimpia), che hanno avuto così l’opportunità di vedere da vicino gli atleti che sosterranno a partire da metà settembre, da quando cioè inizierà ufficialmente la stagione con i primi impegni pre-campionato.

I giganti gialloblù ripartono dalla certezza rappresentata da coach Alessandro Ramagli e da tutto il suo staff. Una scelta, quella della società, che premia innanzitutto la capacità dell’allenatore livornese di ricavare il massimo dal proprio roster e poi quella di saper lavorare e valorizzare i giovani. Dopo la diaspora successiva alla retrocessione (con il solo Liam Udom rimasto a Verona rispetto alla formazione della scorsa stagione) sono inevitabilmente tanti i volti nuovi che il General Manager Alessandro Frosini e i suoi collaboratori hanno portato in riva all’Adige nel corso del mercato e che saranno quindi protagonisti nella prossima stagione.

Sono arrivati a Verona l’ala Ethan Esposito (classe ’99, le ultime due stagioni a Udine), il playmaker Federico Massone (’98, nelle ultime due stagioni a Trapani), la guardia Francesco Stefanelli (’95, nelle ultime due stagioni a Cantù), l’esterno serbo Nemanja Gajic (’01, nelle ultime tre all’Assigeco Piacenza), l’ala Vittorio Bartoli (’02, da Ravenna) e il playmaker Lorenzo Penna (’98, da Cremona) che torna all’ombra dell’Arena dove aveva già giocato due anni fa, in una stagione per lui un po’ sfortunata a causa di un lungo infortunio. A questi elementi si aggiunge l’esperienza dell’ala-pivot Giulio Gazzotti, ’91, da Forlì, e soprattutto l’estro della coppia di americani formata da Gabe DeVoe, ’95, nelle ultime stagioni in Francia, al Provence, e in Polonia, al Lublin, e Kamari Murphy, ’93, anche lui in Polonia nell’ultima stagione.DeVoe ha già giocato in Italia, un campionato che conosce bene e dove già in passato è stato leader nelle squadre nelle quali ha militato, come a Piacenza, con ottime medie realizzative. Per Murphy, dopo gli esordi in G-League negli Stati Uniti, la carriera si è sviluppata soprattutto in Germania, in un campionato fra i più competitivi in Europa. Infine è stato aggregato in prima squadra dalle giovanili Mouhamadou Falilou Mbacke, classe 2004, a completamento di un progetto che intende amalgamare sapientemente esplosiva gioventù e necessaria esperienza, fondamentale nei momenti più caldi del match.  

Certo, non sarà facile ripartire e non sarà nemmeno facile affrontare la nuova A2, diventata negli anni sempre più competitiva. Di questo e molto altro ne parliamo con il General Manager della Tezenis Alessandro Frosini.

Frosini, innanzitutto qual è la sua personale emozione di questo primo giorno di raduno? Lei lo ha vissuto in passato da giocatore e oggi, ovviamente, lo vive da dirigente….

«È sempre e comunque un giorno particolare, il cosiddetto giorno uno. Il primo in cui vedi all’opera la tua nuova squadra, quella che hai pensato, progettato e costruito durante l’estate. E il primo giorno in cui la “tocchi” con mano e vedi le facce degli atleti con cui lavorerai nei mesi successivi. Inizi a conoscere i tuoi ragazzi e devo dire che oggi le mie sensazioni sono particolarmente positive.»

Avete voluto costruire una Scaligera per la 2023-2024 ma che guarda anche ai prossimi anni?

«È chiaro che dopo la delusione dell’anno scorso avevamo bisogno di rifondare la squadra. Dovevamo mettere giù, quindi, una nuova base da cui ripartire. Per questo diversi giocatori hanno contratti pluriennali. Nel roster, comunque, ci sono ragazzi con esperienze importanti alle spalle, ma anche con voglia di arrivare e di rivincita personale. Alcuni di loro vengono magari da campionati in cui sono stati protagonisti ma non vittoriosi, come Stefanelli o Garzotti che hanno perso delle semifinali o finali. Ma il discorso vale anche per Esposito o addirittura lo stesso Udom, che l’anno scorso con noi ha trovato poco spazio in A1 e sicuramente ha la determinazione per tornare ad essere protagonista.»

Un roster quasi completamente cambiato, ma avete dato continuità rispetto al passato confermando lo staff tecnico, a partire da coach Ramagli, i suoi assistenti e il preparatore tecnico. Ci può spiegare questa scelta?

«Non volevamo stravolgere troppo gli equilibri. Abbiamo preferito dare continuità al lavoro che era stato fatto, anche perché a mio avviso non si può valutare solo la stagione negativa in Serie A dell’anno scorso, visto che esiste un percorso ben più lungo, partito un anno e mezzo prima rispetto allo scorso campionato durante il quale questo staff ha comunque sempre lavorato bene. Abbiamo la certezza rappresentata da coach Ramagli. Il suo palmares parla per lui. La sua gestione dei rapporti umani all’interno di una squadra conferma quello che ha fatto negli anni passati.

Probabilmente l’anno scorso non siamo stati fortunati in certi momenti, sia in certe situazioni di mercato sia riguardo a certi infortuni. Questo, però, fa parte dello sport e lo devi accettare. Devi al tempo stesso saper ripartire e per certi aspetti è anche bello farlo, perché davanti hai una stagione nuova e una pagina interamente bianca da scrivere.»

A detta di Ramagli la squadra è stata costruita secondo un “senso” logico di versatilità … qual è la sua visione?

«Abbiamo seguito innanzitutto le sue indicazioni, cercando di creare un roster profondo, con dieci giocatori veri e quasi tutti in grado di ricoprire più ruoli. Abbiamo elementi in grado di giocare play, guardia, ala, etc. L’unico forse che ha un suo ruolo ben definito, che è il centro, è Kamal Murphy, ma gli altri possono scalare senza difficoltà nei vari ruoli, rendendo la nostra squadra estremamente versatile.

A nostro avviso è molto meglio avere più giocatori in grado di ricoprire ciascuno più ruoli, anche perché questo darà l’opportunità al nostro allenatore di gestire la squadra in tanti modi diversi. Poi certo, starà al coach capire come utilizzare al meglio queste caratteristiche “camaleontiche”.»

Da dirigente cosa si porta dietro dall’esperienza dell’anno scorso? C’è anche un Frosini che è cresciuto…

«Si, direi di sì. Nella vita si impara da tutto. Da dirigente, peraltro, non mi era mai successo di retrocedere e sicuramente è una macchia nera che mi porterò per sempre dietro, anche se mi era già successo da giocatore, sempre qui a Verona negli anni Novanta. Rimane un’esperienza che ti può far crescere, che ti può far maturare perché ti fa vedere le cose da un altro punto di vista. Ora vogliamo ripartire con nuove idee e nuovi progetti. Sicuramente ci manca la categoria superiore ed è per questo che il nostro obiettivo non può essere che quello di tornarci il prima possibile, anche se siamo consapevoli – per esperienza diretta – di quanto sia difficile. Lo dice la stessa storia della Scaligera Basket, infatti: la famiglia Pedrollo ha investito davvero tanto in questa squadra negli ultimi dieci anni. Quando finalmente avevamo raggiunto questa tanto agognata Serie A, l’abbiamo subito persa e ora l’obiettivo è quello di ritornarci quanto prima.»

Quali saranno le vostre principali avversarie?

«Ci sono squadre molto forti e competitive, soprattutto nel nostro girone. Da Trieste e Udine passando per Forlì e Rimini, che ha costruito un’ottima squadra. Nell’altro girone c’è ancora Cantù, che da due anni prova a vincere questo torneo e non ci riesce, e poi ancora Treviglio e Torino. Insomma, la Legadue è molto ampia perché 24 squadre sono ancora tante, ma alla fine di questa stagione rimarranno soltanto venti società e probabilmente poi si andrà verso il girone unico nella prossima stagione.

Il primo allenamento della stagione al Pala AGSM AIM di fronte a circa 150 persone – 17 agosto 2023

Credo, comunque, che già quest’anno si vedrà la differenza rispetto al passato con un po’ più di qualità, visto che riducendo il numero di squadre aumenta per forza di cose la qualità media dei vari roster. Noi, dal canto nostro, dobbiamo essere bravi a costruirci piano piano, giorno dopo giorno. Dobbiamo costruire il nostro cammino, che ci deve portare a giocarci nuovamente la possibilità di cogliere la promozione in Serie A. A Verona quest’anno c’è del materiale importante da plasmare e su cui lo staff tecnico dovrà lavorare.»

C’è tanta gente affezionata a questa squadra, che tornerà a sostenervi nel corso del campionato e dei vari impegni stagionali. Il pubblico rappresenta un tassello importante per il successo di una stagione…

«Dobbiamo essere dipendenti dal nostro pubblico, i nostri tifosi. Sono quell’elemento in più che ti fa lavorare bene e arrivare alla partita con la giusta mentalità e in questo senso il pubblico di Verona abbia sempre risposto molto bene. Nell’ultima stagione abbiamo avuto una media di 4mila presenze a partita, un ottimo risultato per una neopromossa che è stata dall’inizio alla fine del torneo in una situazione complicata di classifica. Purtroppo l’ultima partita giocata in casa contro Napoli, alla fine della regular season, è stata molto particolare, una chiusura di campionato vissuta con il peso della retrocessione, ma in quell’occasione abbiamo potuto constatare l’affetto dei veronesi nei confronti della nostra squadra e dei nostri ormai ex giocatori.

C’è stato un bel tributo per una squadra che ha sempre dato tutto a livello di impegno in campo. Il pubblico ha apprezzato lo sforzo che c’è stato da parte dei propri giocatori. Dobbiamo ringraziarli e coltivarli giorno per giorno, con i risultati ma anche con tutto l’impegno che una società come la Scaligera Basket può dare. Parlo, in questo senso, anche del settore giovanile, del minibasket e di tutto quando c’è di contorno alla prima squadra, che è quella che va in campo la domenica, ma sotto c’è davvero tanto: tante famiglie e tanti giovani che praticano questo sport.»

Alessandro Frosini

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