Ha riaperto le porte mercoledì 28 giugno il Museo del Settecento veneziano a Cà Rezzonico, nel grande palazzo costruito da Baldassare Longhena nel 1649 per la nobile famiglia Bon, poi passato in mano alla famiglia Rezzonico tra il 1744 e il 1760 e completato dall’architetto di grido Giorgio Massari.

A due passi da Campo San Barnaba e dalla sede universitaria di Ca’ Foscari, Ca’ Rezzonico si affaccia sul Canal Grande di fronte a Palazzo Grassi (sempre edificio del Massari) e, dopo varie vicissitudini, è passato nel 1935 in mano al Comune di Venezia.

Un museo d’ambiente nel cuore di Venezia

Grazie ad una ottima intuizione Cà Rezzonico è diventato uno dei pochi cosiddetti musei d’ambiente, dove rimangono ancora intatte molte tracce dell’arte quotidiana della nobiltà veneziana.

La cura del museo è affidata a due grandi storici dell’arte, Nino Barbantini e Giulio Lorenzetti, che dal 1935 gestiranno anche la parte delle collezioni pittoriche. Una seconda grande risistemazione sarà guidata poi dall’architetto Giorgio Bellavitis nel 1979.

Ora il complesso dedicato al Settecento veneziano è stato riaperto a conclusione degli interventi di restauro resi necessari dopo “l’acqua granda” del 2019 che inondò il piano terra del palazzo.

Il ripristino è stata occasione per introdurre nuovi parametri di risparmio energetico nel rispetto dell’atmosfera del museo d’ambiente.

Più servizi ai visitatori

Una attenzione particolare è stata data a tutto il piano terra con nuove destinazioni d’uso: bookshop, biglietteria, un ampio guardaroba e una sala d’intrattenimento con attività inclusive aperta al pubblico, così una caffetteria e l’affaccio sul Canal Grande, permettono ora a cittadini e visitatori di avere un’anteprima alla visita dei piani superiori.

Antonio Canal detto Canaletto, Rio dei Mendicanti, Ca’ Rezzonico, courtesy Fondazione Musei Civici di Venezia.

In questo contesto nell’area di accoglienza del museo è sorto lo Spazio ‘700 Muve for all, per un approccio ludico-educativo, accessibile e multisensoriale, e al piano mezzanino l’aula didattica attrezzata, sempre con l’impagabile vista del Canal Grande.

Un patrimonio in dialogo con l’arte di oggi

Il museo propone una visita immersiva nell’ambiente veneziano del Settecento con stanze e mobilio dell’epoca. Ma la riapertura consentirà nei prossimi mesi di ammirare nuove opere d’arte rimaste ad oggi custodite nei magazzini, come le sculture di Antonio Corradini e Giovanni Maria Morlaiter, o i dipinti raffiguranti Battaglie di Francesco Guardi. 

Molte sono le opere pittoriche e non del museo, dai gruppi lignei di Andrea Brustolon ai ritratti di Rosalba Carriera, dalle situazioni di vita di Pietro Longhi agli sguardi veneziani di Francesco Guardi fino alle vedute del Canaletto, le opere di Giandomenico e Giambattista Tiepolo, le collezioni Martini e Mestrovich, le mostre temporanee (prossima inaugurazione il 14 luglio con l’esposizione temporanea dello scultore del vetro “Lino Tagliapietra. L’origine del viaggio”). Il tutto curato dal responsabile della sede museale e storico dell’arte Alberto Craievich.

Art bonus, Comune e Muve per la riqualificazione

Il restauro, a cura dell’architetta Monica Rosina del servizio tecnico Muve, lo studio dei materiali e la riqualificazione del piano terra, dell’illuminazione di tutto il percorso e dell’allestimento, la cura dei dettagli e dei colori è stato possibile grazie al contributo del Comune di Venezia e al contributo della Coop Alleanza 3.0.

Salone da ballo a Ca’ Rezzonico, courtesy di Fondazione Musei Civici di Venezia, foto di Matteo de Fina.

Ai 450mila euro erogati tramite l’Art bonus, l’amministrazione comunale e Muve hanno integrato il finanziamento per rinnovare l’illuminotecnica al primo e terzo piano, sostituendo le luci alogene con quelle a led. Anche alcune zone del giardino sono state arricchite con giochi inclusivi pensati per i piccoli visitatori.

E dopo tali interventi, il pubblico può ritrovare nel museo di Ca’ Rezzonico un ambiente unico, dove assaporare la magia del sogno in una Venezia mitica ma sempre attuale. 

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