Il Vintage è diventato un fenomeno pop e spesso viene associato solo al mondo della moda, ma non si tratta solo di un trend passeggero, il vintage è una cultura.

La parola vintage deriva dal francese antico “vendenge” (dalla parola latina “vindemia”, cioè vendemmia) e significa vino d’annata, cioè quel vino che invecchiando diventa sempre più di pregio. Con l’attributo vintage si indicano oggetti vecchi e, spesso, diventati di culto perché prodotti con materiali di alta qualità o perché hanno fortemente segnato il costume e la cultura che vengono ancora considerati, dopo decenni, preziosi e inimitabili.

In tutta Italia si moltiplicano gli eventi, i mercatini e i negozi vintage e nella provincia di Verona non si può dimenticare Valeggio veste il vintage, in cui persone di tutte le età riempiono le vie immerse in un’atmosfera retrò piena di manufatti d’altro tempo.

Valeggio sul Mincio e il mondo vintage

È una manifestazione che si tiene due volte l’anno a Valeggio sul Mincio e che si snoda in tutto il centro storico del paese con oltre 50 tra gli espositori più noti e affermati di accessori d’epoca, design e modernariato.

«Nei 15 anni di evento il significato che abbiamo sempre cercato di dare è relativo al creare una vera cultura del vintage in Italia» continua Luigi Cagliari.

La 29° e la 30° edizione del festival si svolgeranno domenica 14 maggio e 1° ottobre 2023, con ingresso gratuito. La novità di quest’anno è la mostra sull’uomo nel Novecento e i diversi dress code.

Il vintage «non è usato, non è qualsiasi cosa che abbia almeno vent’anni. Il vintage è qualcosa che si contraddistingue per qualità di lavorazione e materiali, aspetto che stiamo perdendo. Il vero vintage contraddistingue uno stile o un’epoca».

Il vintage nella storia

La storia del vintage è fortemente collegata a molti dei cambiamenti politici, sociali ed economici della seconda metà del Novecento, perché nasce dai movimenti delle sottoculture giovanili. Emerge dalla voglia di colori degli adolescenti nel secondo dopoguerra; esplode negli anni ’60 grazie alla cultura hippie; continua a Portobello Road ed è negli anni ’90 che diventa un fenomeno pop.

Indossare un abito degli anni Settanta, restando nel campo dell’abbigliamento, vuol dire dare nuova vita a una cultura e a uno stile rendendoli attuali.

«Sono le donne intelligenti quelle che hanno scoperto questo mondo, fatto di qualità, tessuti, manodopera che l’industria di questo tempo non riesce ad offrire.»

New York Times, 1965

È proprio questo il significato della cultura del vintage: la valorizzazione e il commercio di prodotti d’annata, dalle auto, ai vestiti, ai gioielli. Non si tratta di aprire l’armadio della nonna, ma di dare valore ad un manufatto con caratteristiche singolari e che oggi non si produce più a causa dell’industria di massa. Un oggetto appartenuto a un’epoca passata che si rinnova e ritrova vita.

L’insofferenza alla omologazione

La psicologia dell’acquisto di vintage esprime, in generale, un desiderio di unicità e di originalità, legato ad una certa insofferenza all’omologazione.

L’abito e la moda sono dei mezzi di distinzione sociale, perché rispecchiano i nostri gusti e il nostro modo di essere. Ecco perché il vintage è cultura, nel senso stretto del termine. Non si tratta solo di possedere oggetti di epoche passate, ma più propriamente si riferisce ai modi di produrre e di vivere.

Acquistare vintage è l’esempio più chiaro dell’economia circolare. Il vintage, completamente opposto allo stile di vita frenetico di oggi, è lento.

L’etica del vintage

Il vintage non è un fenomeno nuovo, ma è la Gen Z che lo sta riportando alla ribalta. Acquistare in maniera etica diventa uno strumento per opporsi all’omologazione e al consumismo sfrenato.

Grazie alla tecnologia, oggi il vintage è alla portata di tutti, con applicazioni, che permettono di essere sia venditori che acquirenti, rendendo la ricerca originale ancora più semplice.

Siti come VestiaireCollective e Depop, sono specializzati nella rivendita di pezzi da collezione, con team di esperti per verificarne l’autenticità. Altre app come Vinted o Subito, si basano principalmente sul concetto di economia circolare, sono piattaforme su cui si può vendere e comprare qualsiasi cosa, rendendo un oggetto o un vestito inutilizzati il tesoro di qualcun altro.

Il vecchio, grazie alla nuova vita, ci trasmette la testimonianza di un passato a cui ispirarsi, magari, per migliorare il presente.

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