275, 218, 268, 278, 243, 242, 233. La classica battuta sarebbe: «Non stiamo dando i numeri, ma…». Ma ce la risparmiamo. Perché più che da ridere c’è da piangere, e probabilmente anche il santo patrono sarebbe d’accordo.

Che direbbe San Zeno, lui che veniva dal Nordafrica e si pescava i pesci da solo nell’Adige, di una città che vede un’associazione consegnare una media di circa 250 pasti per strada al giorno? Perché quei numeri sono quelli dell’unità di strada della Ronda della Carità, in una settimana a caso, 20-26 marzo 2023. A quei pasti vanno aggiunte una cinquantina di colazioni. E questo è quello che fa una sola associazione, poi ci sono varie altre realtà.

Il 16 marzo sui propri canali social la Ronda ricordava: «A Verona sono in aumento le persone in condizioni di estrema marginalità urbana. Sono 75.890 le cene consegnate nel 2022 dall’unità di strada della Ronda alle Persone senza dimora di Verona: 11.827 in più rispetto allo scorso anno, equivalente a +18%».

Dal santo al quartiere

San Zeno, a proposito. San Zeno nel senso il quartiere. Proprio lì, nel cuore della Verona più autentica, ci sono alcuni dei luoghi di quella estrema marginalità urbana di cui parlava la Ronda. Pochi giorni fa la Polizia locale ha sgomberato (un’altra volta) l’ex caserma Riva di Villasanta, trovando una decina di bivacchi e «condizioni igienico-sanitarie particolarmente precarie». Lì ci vivevano (o ci vivono) alcune persone che spesso si svegliano prima dell’alba per andare nei campi o addirittura lavorano di notte. Persone che, anche per questi motivi, non possono affidarsi ai rifugi. Rifugi, altrettanto spesso, pieni.

Sempre nell’area della caserma Riva di Villasanta lo scorso dicembre morì Ion Bistritchi, 55enne di origini moldave, rimasto da alcuni anni senza casa, dopo un divorzio. «Aveva bevuto per scaldarsi. A un certo punto ci ha detto che gli girava la testa. Gli abbiamo tenuto la mano fino alla fine» è lo straziante racconto riportato in quei giorni dal Corriere di Verona.

Proprio quella caserma, insieme alla Busignani e alla San Bernardino, fa parte di un ampio piano di riqualificazione e sviluppo del quartiere. Le tre strutture, secondo quanto annunciato dalla vicesindaca Bissoli alla stampa, dopo l’accordo con il Demanio militare, dovrebbero diventare la sede dell’Agenzia delle entrate e dell’Agenzia del territorio (la Riva di Villasanta, fra via Torretta e via Tommaso Da Vico, ultima propaggine del quartiere a nord verso l’Adige e la zona Navigatori), una cittadella di uffici statali o “Federal building” (la Busignani, in vicolo Fossetto, a due passi da piazza San Zeno e piazza Corrubbio), e della nuova Questura (la San Bernardino, fra l’omonimo convento e circonvallazione Maroncelli).

Riqualificare le priorità

Parlando di luoghi spesso stereotipo dei margini della città, anche sui bastioni è pronto un intervento: tre nuove porzioni di cinta magistrale sono diventate di proprietà del Comune di Verona. Si tratta dei bastioni di San Giorgio, che oggi ospitano gli scout, la cinta in via Nievo, con parco giochi e campi sportivi, e l’area tra Porta Palio e Porta San Zeno, dove sorgerà un parco urbano grazie ai fondi del Pnrr. Anche per questi luoghi sono in cantiere grandi progetti.

Interventi necessari, sicuramente, e di valore per la città, i quartieri, e le istituzioni che troveranno una nuova casa. Si spera però che la riqualificazione degli spazi porti con sé anche una riqualificazione degli animi e delle priorità.

San Zen, altrimenti, andrà a finire che la smetterà di ridere. Si metterà del tutto a piangere. O sarà un riso amaro, se la città si dimenticherà del tutto di quelle persone che, loro malgrado, sono costrette a vivere per strada, in una caserma abbandonata, con un tetto di cartone.

La ciesa dorme. – E su la gran fassada

se destende una patina de oro

vecio, svampido, tuta lavorada

par onor de San Zen, vescovo moro,

savio, prudente par virtù fornide

de quel’aria de furba santità,

che i l’à ciamado el me San Zen che ride

su le batoste de la so çità!

(Berto Barbarani, San Zen che ride)

PS: oggi e domani, tra l’altro c’è il Verona Digital Music Fest, che dona parte dei ricavati alla Ronda della Carità.

Sasso d’Adige è una newsletter nata per raccontare la campagna elettorale delle amministrative del 2022 a Verona. Dopo il voto è diventata la newsletter sulla politica di Verona.