In piena campagna elettorale Dario Gambarin, uno dei maggiori esponenti della Land Art nonché quotato pittore, ha chiesto ai politici: «Il voto ve lo meritate!?…».

Ma come sua consuetudine non si è limitato a dirlo come può fare ogni comune cittadino, lo ha anche scritto sulla terra, la tavolozza per le sue opere d’arte.

Il voto ve lo meritate?

A Castagnaro, nella bassa veronese, utilizzando un trattore e un aratro, ha realizzato il 10 agosto scorso su un campo di stoppie di grano trebbiato di 15mila metri quadrati la Rosa dei venti «simbolo portafortuna», ricorda Gambarin, «inteso come protezione e guida per non perdere l’orientamento» accompagnata da una scritta “Il voto ve lo meritate!?…”.

L’opera d’arte è rimasta visibile per alcune ore prima che il campo venisse nuovamente aratro per far posto a una nuova coltura.

L’opera di Gambarin ripresa dall’alto

«I nostri politici», ha commentato Gambarin al termine del lavoro, «hanno preparazione, qualità, capacità, competenza? Basta promesse, chiediamo responsabilità e senso di realtà».

Arte e attivismo

L’artista veronese, che da anni vive a Bologna, in passato aveva dedicato alcune sue opere, sempre eseguite su terreni di sua proprietà a Castagnaro, a temi ecologici come la COP26 di Glasgow, l’Urlo della terra a seguito del dissesto idrogeologico dell’alluvione in Veneto e Water per la grande siccità odierna.

Ma anche a personalità importanti quali: Papa Francesco, Leonardo da Vinci, Dante Alighieri, Ludwig van Beethoven, Fëdor Michajlovič Dostoevskij, Fidel Castro, Nelson Mandela, Martin Luther King, John F. Kennedy, Greta Thunberg.

La genesi del lavoro “sul campo”

Prima di compiere le sue opere in campo, Gambarin esegue su un foglio un primo disegno di quello che andrà a fare. Successivamente compie un sopraluogo sul terreno che utilizzerà valutandone la fattibilità e tenendo ben presente che nell’eseguire l’opera non dovrà assolutamente sbagliare nel lavorare la terra perché se ciò capitasse non ci sarebbe la possibilità di correggere il solco chiudendolo, in quanto rimarrebbe scuro.

Si giunge quindi alla parte più complessa, ma anche quella dove esce maggiormente la vena artistica di Gambarin. Arrivato al campo con trattore e aratro inizia l’aratura. Nell’eseguire il disegno che ha in mente non usa strumenti per orientarsi, quindi si può dire che realizzi l’opera «a mano libera», e non vede mai lo sviluppo dell’immagine sul terreno. Il tutto avviene, mediamente, in 5-6 ore senza mai fermarsi. E come afferma spesso lo stesso artista, la sua «Land Art è un mix di fatica fisica e mentale».

Terminata la performance fa riprendere l’opera d’arte da un drone che scatta le foto e realizza il video. Subito dopo i solchi vengono chiusi e il terreno arato per la prossima coltivazione.

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