Esperienza e vitalità non sempre vanno a braccetto. Ma Gianni Della Cioppa sembra unire perfettamente queste due caratteristiche. Originario del sud Italia ma oramai più veronese di tanti altri, Della Cioppa è un critico musicale vero. Ma non di quelli con il ditino sempre alzato, pronti a sferrare attacchi mossi dal rancore, bensì uno che si è formato davvero ascoltando quintalate di musica.

Le collaborazioni con Metal Shock, Il Mucchio Selvaggio, Classix, Classic Rock sono solo piccole medaglie su un petto ben più ampio. Le decine di libri musicali e la rinata Andromeda Fanzine sono estensioni di un sapere musicale di pregio. Il suo prossimo appuntamento, in cui sarà presente con il banco di dischi, comprendente anche molte produzioni della sua etichetta Andromeda Relix, sarà al Truci Rock Fest di Dossobuono, da venerdì 10 a domenica 12 giugno.

Della Cioppa, cosa ha provato quando ha saputo del ritorno del Tregnago Rock Contest dopo anni di stop?

«Essendo dentro la struttura organizzativa, sono stato contattato subito, appena si è aperta una piccola possibilità di riproporre il contest. Ci avevamo provato anche lo scorso anno, ma è andata male. Poi nell’autunno 2021 ci siamo visti ed abbiamo detto: proviamoci davvero, poi se non si potrà, almeno abbiamo le basi pronte. Naturalmente sono molto felice che sia ripartito, e poi questa è stata la decima edizione, un traguardo veramente importante. In fondo il Tregnago Rock Contest lo sento anche un po’ mio, essendo presente sin dalla prima edizione del 2010. Anzi la collaborazione con la Pro loco era nata già un paio di anni prima, facendo delle conferenze. Mi dispiace un po’ che qualcuno non capisca il grande lavoro che c’è dietro una manifestazione di questo tipo, dove tutti mettono in campo tempo ed energie senza ricevere in cambio nessun tipo di compenso. I volontari della Pro Loco e non solo, lavorano giorni e giorni per far funzionare tutto, con il contributo del Comune, sempre disponibile ad aiutarci. E cerchiamo anche di offrire sempre qualcosa di più: quest’anno oltre al contest, c’è stata una fiera del disco ed una mostra di artisti locali under 30, che hanno esposto le proprie opere.»

Che consiglio darebbe a una band emergente per vivere appieno la passione per la musica?

Il critico musicale Gianni Della Cioppa

«Chi pronuncia la parola successo ha già perso. Si suona per amore della musica e per passione. Poi deve esserci la voglia di migliorarsi e solo successivamente si può pensare a costruire una band. Band che deve essere prima di tutto un gruppo di amici che rema nella stessa direzione.

Tu mi chiedi cosa fare, io dico: cosa è disposta a fare una band per avere successo? Fare una prova alla settimana e un concerto ogni due mesi? Quanto suona il singolo musicista a casa per migliorarsi? Quanti dischi “nuovi” ascolta un musicista per capire cosa fanno i suoi colleghi contemporanei, per comprendere dove si sta muovendo la musica di oggi? Chi ascolta solo i suoi vecchi idoli ha perso, devi ascoltare i tuoi competitor. attuali per avere un’idea del mercato.

Ma c’è una ricetta per il successo?

Oggi il successo non esiste, perché non si guadagna vendendo dischi, nessuno li compra, l’unica forma di guadagno è suonare dal vivo, ma bisogna affidarsi ad un’agenzia ed essere disponibili a viaggiare, dare totale disponibilità alla musica. È una scelta di vita. Chi pensa di fare successo, suonando il sabato sera in un pub è un buon dilettante e va bene, purché ne sia consapevole e non viva la cosa da frustrato. La vera domanda è: cosa sei disposto a rinunciare per vivere di musica?

Faresti il turnista per un musicista pop? Vuoi vivere con la tua musica? E se sì, pensi di avere talento a sufficienza? E sei disposto a rinunciare a tutto? Perché suonare vuol dire essere in giro sempre, lavorare quando gli altri si divertono, non ci sono domeniche, festività, notti libere, spesso non c’è famiglia e se c’è è lontana.

Queste sono cose da considerare. Parlare di successo solo come dischi in classifica e la foto in qualche giornale è da superficiali, da chi non ha capito come si muove questo meccanismo. Molti musicisti non capiscono le difficoltà di questo mestiere, gli enormi sacrifici, la dedizione totale necessaria. Quindi non ho consigli, posso solo dire: imparate cosa è il successo e poi vi risponderò.»

Come vede l’era della musica liquida rispetto a quella della musica fisica?

«Io non sono contro i cambiamenti. Tutto è in movimento, tutto cambia. Ogni giorno ci sono novità, in ogni campo, arte, industria, scienza, economia. Noi stessi come esseri viventi singoli e come società subiamo cambiamenti emotivi e fisici ogni giorno. Quindi fare la guerra alla musica liquida saprebbe di ridicolo. Il vero punto su cui discutere è come rendere quantificabili i guadagni agli artisti, attraverso gli ascolti sulle piattaforme digitali. Il vero nodo da sciogliere è questo, finché non si risolve questa cosa, la musica digitale sarà una barzelletta che fa guadagnare solo le piattaforme digitali. Vuoi ascoltare in digitale? Bene, paghi un abbonamento e in base a cosa ascolti il tuo denaro andrà ai gruppi e agli artisti che ascolti. Non si può andare su Youtube, Spotify, e ascoltare tutto, senza tirare fuori un centesimo.

The bastard sons of Dioniso apriranno il 10 giugno il Truci Rock Fest 2022, foto di Simone Sadocco.

Ovviamente, anche per una questione anagrafica e di educazione all’ascolto, io apprezzo l’oggetto fisico, quindi per me slegare l’ascolto di un disco da copertina, libretto, vinili o cd, è un finto ascolto, ma questa è la mia opinione. Che sia chiaro: scopro molte cose sul digitale, ma quelle che veramente apprezzo, le acquisto. Non posso prendere tutto ovviamente, ma il meglio (per me) sì. E tendenzialmente non dò più soldi, nemmeno in concerto, ai gruppi già grandi e famosi. Preferisco sempre investire soldi e tempo ai gruppi minori o relativamente famosi. Difficilmente mi vedrai ad un concerto degli AC/DC o dei Kiss, per fare un esempio. Band che apprezzo, per farti capire il concetto. Se non si supera il concetto di nostalgia, non ci potrà essere un vero futuro per la musica rock e pop.

Questo dipende anche dal pubblico, che deve fare uno scatto in avanti e capire che non tutto si è fermato agli anni Novanta, anzi per molti agli anni Settanta. Naturalmente questo discorso si può estendere a tutto, ai giornali al film, tutti leggono e guardano film e nessuno paga. Il sistema non può funzionare così. Chiaramente è un discorso ampio, ma da qualche parte, prima o poi, bisognerà affrontare la questione.»

Se dovesse scegliere solo una band tra le nove che hanno vinto in passato il TRC quale sarebbe e perché?

Il programma di concerti del Truci Rock Fest 2022 a Dossobuono.

«Posso solo dire una cosa: tutte le band che hanno vinto il Tregnago Rock Contest hanno dimostrato tenuta nel tempo. Questo per me è più importante della vittoria stessa. Perché il compito della giuria non è solo comprendere la qualità artistica, ma anche la tenuta emotiva e strutturale del gruppo. Cercare di cogliere che non si tratti di una band passeggera, insomma.

Con orgoglio posso dire che i gruppi vincitori, pur tra mille avventure e cambi di formazione, tutti o quasi esistono ancora. E chi non c’è più (forse uno o due gruppi), ha portato i vari musicisti a formare altre interessanti realtà. Questa per me è la nostra vittoria. Mi chiedi una band sola: io ero innamorato dei Cardiac, avevano tutto per imporsi presso un pubblico legato al rock gotico, tra dark, punk e psichedelia, originalità, personalità e spettacolo dal vivo. Dopo la vittoria nel 2011, hanno continuato per vari anni, anche se ultimamente sono proprio uno di quei rari esempi di band che si è un po’ persa.»

© RIPRODUZIONE RISERVATA