Durante il fine settimana, la MotoGP farà tappa in Argentina per il terzo appuntamento della stagione 2022, la prima nel continente americano. Un gradito ritorno dopo due anni d’assenza dal calendario, dovuto alle difficoltà nell’organizzazione dell’evento per la pandemia e l’incendio che nel 2021 aveva distrutto parte delle strutture per accogliere i team.

Anche per questo, il circuito di Termas de Rio Hondo rappresenta un’incognita per i team, che dovranno preparare le moto senza i dati delle ultime due stagioni. Michelin, incaricata della gestione degli pneumatici, porterà pneumatici simili a quelli del 2019, ma con carcasse e mescole aggiornate in modo da poter reagire alle condizioni dell’asfalto.

Una sfida per le gomme

Manto stradale che in passato si è spesso dimostrato sporco e scivoloso, condizione che molto probabilmente si ripresenterà anche quest’anno data la poca attività in pista negli ultimi mesi. Un’aggravante a una pista che di per sé è già impegnativa per le coperture, considerando le alte temperature previste e i carichi che incideranno sulle gomme nelle curve veloci che caratterizzano il tracciato argentino.

Per il terzo appuntamento della stagione, di cui Michelin è anche title sponsor, i piloti avranno a disposizione tre mescole differenti. «Correre il GP Michelin d’Argentina fa felici me e il resto del Team. Questo appuntamento offre l’occasione perfetta per mostrare gli pneumatici e il marchio Michelin ai motociclisti e fan della MotoGP in Sud America. La pista di Termas è sempre stata una sorta di sfida per noi da quando siamo tornati in MotoGP, spesso a causa anche del tempo. Non c’è mai stato un weekend completamente asciutto per testare le prestazioni delle coperture pneumatici. Inoltre, i livelli di aderenza del circuito sono gradualmente diminuiti da quando fu riasfaltato per l’ultima volta nel 2014. Quest’anno avremo un’allocazione identica a quella utilizzata nel 2019, ma gli pneumatici potranno contare sugli sviluppi della carcassa e mescole per resistere alle condizioni della pista», ha spiegato Piero Taramasso, responsabile della casa francese.

Bastianini spera in una Ducati competitiva

Quattro chilometri e ottocento metri di divertimento, con un lungo rettilineo che offre numerose opportunità di sorpasso prima di curva cinque, la staccata più importante del tracciato. Un circuito con un layout ricco di personalità, composto da curve a medio-alta velocità fino a qualche sezione più lenta, che garantiscono un buon mix di caratteristiche.

La speranza del capoclassifica, Enea Bastianini, è che la Ducati possa ben comportarsi anche su un circuito che, sulla carta, non è tra i più adatti alla moto di Borgo Panigale: «La prima parte dell’ultima gara, in Indonesia, è stata un vero disastro, poi ho progressivamente acquistato fiducia su pista bagnata e alla fine sono stato veloce, sono contento della gara anche se non del risultato. Qui in Argentina sarà molto dura, ma penso che la Ducati possa andare veloce anche su questa pista. L’aderenza non sarà perfetta, ma queste condizioni mi piacciono. Cercherò di restare concentrato al massimo sabato, sarà una giornata lunghissima», ha dichiarato il pilota del team Gresini ai microfoni di Sky Sport MotoGP.

Falsa partenza: cambia il programma

Ancor prima dell’inizio dell’azione in pista, la MotoGP è stata costretta a rivedere il programma per il fine settimana a causa di un ritardo nell’arrivo dei materiali. Alcuni degli aerei cargo che avrebbero dovuto trasportare le moto fino alla pista del Termas de Rio Hondo, sono rimasti bloccati in Kenya per un problema tecnico, ritardando il lavoro delle squadre di tutte e tre le classi, dalla MotoGP alla Moto3. «La scorsa settimana abbiamo programmato dei voli dall’Indonesia all’Argentina per trasportare i materiali, ma uno di questi ha avuto un problema in Africa. Per questo avevamo deciso far tornare a Lombok un altro volo che era già arrivato in Argentina, in modo che potesse prendere parte del carico che serviva ai team. Purtroppo, questo aereo ha accusato un problema tecnico a uno dei motori mentre si trovava in Kenya», sono state le parole di Carmelo Ezpeleta, responsabile della Dorna.

Alla base di questi ritardi sono collegate anche le sanzioni imposte all’Unione Europea in seguito al conflitto in Ucraina, dato che parte delle compagnie aree che si occupano di questi spostamenti sono russe: «Molti di questi voli sono di compagnie russe e quindi ora sono proibiti, abbiamo perso circa il 20% dei voli disponibili, il problema principale è che non ci sono abbastanza voli da sfruttare in questo momento», ha aggiunto Ezpeleta. Un problema che ha spinto la Dorna a eliminare la prima giornata di prove libere e modificare il programma dei restanti due giorni. Rimangono tuttavia ancora dubbi che il weekend possa andare avanti, soprattutto in caso di ulteriori ritardi.

©RIPRODUZIONE RISERVATA