Al Gavagnin-Nocini, ieri pomeriggio, si parlava sottovoce. Si sussurrava, quasi. D’altronde la notizia “esplosa” venerdì e riguardante l’inchiesta della Guardia di Finanza di Verona su Gigi Fresco non poteva che tenere banco sugli spalti nel pre-partita. L’imminente match contro il Trento, valido per la tredicesima giornata del campionato di Serie C, per una volta non era al centro delle chiacchiere dei tifosi. Con un occhio rivolto ai giocatori in campo mentre effettuavano il riscaldamento, i supporter della storica squadra di Borgo Venezia discutevano fra loro, a piccoli gruppi, di ciò che potrebbe accadere nelle prossime settimane e mesi, con il timore che questa nuova situazione possa nel tempo minare la stessa esistenza della società virtussina. Proprio ora, fra l’altro, che la classifica era stata raddrizzata, grazie ai cinque risultati utili consecutivi dell’ultimo mese, e il futuro della stagione appariva meno plumbeo.

E invece… ecco arrivare la “stangata” che potrebbe rimettere tutto in discussione. Pare che l’indagine sia partita due anni fa da un esposto. Qualcuno ha voluto segnalare agli inquirenti le ipotetiche irregolarità effettuate nell’ambito dell’accoglienza migranti da parte di Fresco e del suo staff in una delle tante attività che il Patron della Virtus porta avanti, fin dagli anni Novanta, ben oltre il calcio.

Le indagini sono ancora in corso e nel rispetto di tutti (indagati e indaganti) forse sarebbe il caso di prendere la notizia per quello che è e lasciarla in un cassetto, in attesa di ulteriori sviluppi e comunicazioni ufficiali. Molti, invece, i commenti esternati dalla politica cittadina in questi giorni. Non si vedeva l’ora, forse, di sviare un po’ l’attenzione dai soliti problemi quotidiani e additare un esponente della sinistra cittadina (Fresco, in passato, è stato anche presidente della VI circoscrizione proprio in rappresentanza di una coalizione di centro-sinistra), peraltro su un tema da sempre divisivo come quello relativo all’accoglienza dei migranti. Curioso che da una parte si evochi il garantismo, salvo poi lanciare bordate, alcune onestamente evitabili, verso un cittadino che è al centro di un’indagine ma che non è ancora stato condannato. Nemmeno in primo grado.

Luigi Fresco

Fresco è uomo di mondo e sa bene come funziona. Tutt’al più a Verona, dove fra poco ci saranno le elezioni amministrative e in questi casi “tutto fa brodo”. Per il momento ha dichiarato a chi lo ha interpellato di aver sempre svolto le varie attività nel rispetto delle regole e che eventuali errori, se verranno accertati, sono stati compiuti in buona fede. Vedremo gli sviluppi.

Di certo è una vicenda che inevitabilmente getta un’ombra sul recordman degli allenatori italiani, sulla panchina della sua squadra da ben 39 anni e che punta, non è un mistero, a superare il mitico record di Guy Roux, sulla panchina dell’Auxerre per 43 anni.

La Virtus, a sua volta, in un comunicato ufficiale si è affrettata venerdì a dichiarare la totale estraneità della società, per un’attività che fa capo sì a Fresco ma che non riguarda il calcio. In questo momento la concentrazione di squadra e staff deve rimanere sul campo di calcio e lì, assicurano i dirigenti rossoblù, rimarrà. Certo, non è facile entrare nella testa dei giocatori e capire quanto siano stati turbati dalla vicenda. Forse non sarà un caso se ieri Halfredsson e soci hanno subito la prima sconfitta interna della stagione, inflitta da un Trento in difficoltà (arrivava da quattro turni senza punti) ma capace di capitalizzare l’unico tiro effettuato verso la porta di Sibi. Nunes al 27′ del primo tempo ha approfittato di un rimpallo favorevole in area avversaria e ha portato in vantaggio i suoi. Un gol che poi, nonostante gli assalti un po’ disordinati della squadra di casa per tutto il secondo tempo, è risultato poi decisivo.

Peccato. Peccato perché due “mazzate” così, una sportiva e una extrasportiva, arrivate nel giro di due giorni, una dopo l’altra, il popolo rossoblù non se lo meritava. Quel popolo rossoblù che oggi più che mai si stringe idealmente a fianco del proprio condottiero, “Gigis Khan” Fresco, un capopopolo atipico, che però ha saputo canalizzare con modalità tutte sue lo spirito di un intero quartiere. Ora che è nei guai avrà ancora più bisogno della sua gente.

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