Nei giorni scorsi ci siamo occupati della SuperLega, il principale campionato maschile nazionale, iniziato martedì. Oggi proviamo ad analizzare la serie A1 femminile, massima espressione del volley rosa in Italia.

Manca un main sponsor al campionato
La nazionale è fresca di trofeo europeo, molte tra le atlete più forti del mondo giocano da noi, vantiamo la presenza di tanti allenatori tra i più richiesti nel panorama internazionale, eppure la serie A1 non riesce a catalizzare l’attenzione degli investitori. Ad oggi manca un main sponsor come viceversa lo è Credem Banca per la SuperLega maschile. Il problema, pur con discontinuità nel tempo, è annoso. La pallavolo femminile interessa poco ai grandi brand o, più probabilmente, la si vende male o nel modo non appropriato. L’emittente Sky ha acquisito i diritti per proporre al proprio pubblico una gara settimanale, i playoff e tutta la finale scudetto, andando ad aumentare la visibilità di una disciplina che fino ad ora era limitata a brevi passaggi sulla Rai, anche qui con una gara a settimana. Probabilmente non è ancora una presenza televisiva sufficiente ad attrarre gli investitori, ma in fondo la questione dell’interesse non è forse nemmeno unicamente legata ai passaggi in Tv. Il campionato femminile è in generale bistrattato dalla stampa, anche quella sportiva, confinato agli angoli nascosti delle ultime pagine. Soffocato da ogni altra disciplina capace di generare personaggi e storie sempre nuove, la pallavolo femminile non è mai di moda, mai carica di hype nel mondo sportivo, tranne appunto quando gioca la nazionale. Gli esperti di marketing della Lega dovrebbero interrogarsi su questo e provare strategie nuove e diverse per vendere un prodotto bello e di qualità.


Si dice che non sia un campionato equilibrato. Ma è davvero così?
Il tema, per qualcuno, è direttamente collegato al precedente. La serie A1 femminile, si dice, non è un campionato equilibrato e per questo non appassiona il tifoso, con la conseguenza che diventa più difficile venderlo. Questa sensazione non è solo una chiacchiera da bar, ma è un’opinione diffusa anche tra gli addetti ai lavori. Quanto c’è di vero? Per rispondere a questa domanda occorre chiarire cosa si intenda per equilibrio. Se si intende quella competizione in cui è difficile prevedere il vincitore, allora è vero. Negli ultimi anni lo strapotere di Prosecco Doc Imoco Volley Conegliano, imbattuta da quasi 70 gare in campo nazionale e internazionale, impedisce a molte altre realtà di proporre serie candidature per il titolo. Igor Gorgonzola Novara è ormai l’unica avversaria credibile in Italia, ma solo giornate storte delle venete possono sovvertire i pronostici, tale è la forza tecnica e fisica delle campionesse in carica, profondissime nell’organico e con un budget svariate volte superiore a molte delle avversarie. In questo senso il campionato italiano non è affatto equilibrato.
Se però analizziamo i numeri, ci rendiamo conto anche di un’altra realtà.
L’anno scorso il numero di set giocati in media per gara è stato di 4,06, valore molto simile al 4,10 della stagione 2019. Sono dati superiori, ad esempio al 3,80 prodotto dalla SuperLega durante la scorsa edizione. Numeri che forse non ci aspetteremmo. Il campionato femminile, quindi, evidenzia sì molto divario agli estremi, come detto, ma evidentemente sa produrre in ogni caso gare lunghe e avvincenti tra le squadre di media classifica, tali da compensare a livello statistico la differenza che si genera quando si incontrano prime e ultime. Un’analisi che trova conferma nella classifica finale dello scorso anno. Detto di Conegliano, per la quale sono terminati da tempo gli aggettivi per qualificare la sua storia sportiva, per il resto la classifica era spaccata a metà. Dal secondo al sesto posto grande equilibrio, poi la frattura con ben 19 punti di differenza, e dal settimo al tredicesimo posto livellamento significativo. Sarà così anche quest’anno? È del tutto probabile, i budget profondamente differenti non lasciano spazio ad imprevisti riposizionamenti e questo aspetto è forse quello che scoraggia il tifoso occasionale ad appassionarsi.  

Le novità: una metropoli e una provincia
Il campionato di serie A1 ritrova la capitale con la Acqua&Sapone Roma volley club, un roster misto tra esperienza e gioventù, ma che si approccia alla stagione con il solo fine di posizionarsi nel panorama nazionale e consolidarsi. Tutto passerà dalla diagonale straniera palleggiatore-opposto. Desta curiosità.
Esordiente è anche la formazione Megabox ondulati del Savio Vallefoglia che si affida alla registra Francesca Scola, scuola Casal dei Pazzi, ma soprattutto alla campionessa russa Tatiana Kosheleva. Se verrà a svernare nel bel paese o se sarà ancora affamata, lo vedremo, ma questo aspetto farà tutta la differenza del mondo per la compagine marchigiana.

Il capitolo a parte di Conegliano
Il più grande merito di questa formazione è che, pur vincendo sempre, non attira antipatie profonde, come spesso succede ai cannibali di successi. Il sistema di gioco proposto da coach Daniele Santarelli, supportato dalla qualità delle sue interpreti, in primis la palleggiatrice Joanna Wolosz, è di una tale bellezza che non si può non rimanere affascinati dalla continuità di rendimento e dal continuo rinnovarsi di motivazioni che questo gruppo da almeno un biennio riesce a produrre. Ultima sconfitta? ante Covid-19. Pazzesco. Meccanismi oliati alla perfezione e una coesistenza di campionesse da fare invidia alle più grandi formazioni degli sport di squadra nella storia sportiva, sono un esempio che traina tutto il movimento. E non è finita qui. Il ciclo sportivo appare nel pieno e non ancora decadente, anche se qualche timore legato all’usura occorre porlo. Fuori Sara Fahr per infortunio ai legamenti del ginocchio, anche Miriam Sylla inizia fuori e l’addio all’equilibrio tattico prodotto dalla presenza di Kimberly Hill, che ha salutato Conegliano a fine stagione scorsa, sono un insieme di fattori che potrebbero alla lunga pesare.

Qualcuno proverà a detronizzare la regina?
Intrigante Novara che prova a far compiere il salto alla turca Ebrar Karakurt, finora astro nascente del panorama internazionale, ma uscita non benissimo dall’estate in nazionale. Coach Stefano Lavarini, miracoloso nel guidare la Corea del Sud a Tokio, spera che la cura italiana serva a farla entrare nell’empireo delle grandi star. Se così fosse, occhio a Novara, che ha tante sconfitte sul filo di lana da vendicare.
Vero Volley Monza è la società forse più organizzata d’Italia e, se volesse far convergere verso il maschile o il femminile, tutto il budget che per ora ripartisce in ambo i campionati, la troveremmo candidata principe allo scudetto. Così non è, ma l’arrivo della mente, della completezza e dell’equilibrio di Brankica Mihajiovic potrebbe renderla uno dei top team della stagione. Savino del bene Scandicci, forte di un buon budget, ha cambiato molto, e non necessariamente in meglio. Tante ambizioni, tanta voglia di primeggiare, ma anche forse poca pazienza. Il sodalizio toscano ha dimostrato di voler bruciare le tappe e ha saputo farlo, ma arrivare al vertice di solito necessita di minor tempo rispetto a quanto ne serve per compiere l’ultimo step e vincere, specie quando ti imbatti nella ciclo di Conegliano. La sensazione è che nemmeno questo sia l’anno buono, più facile la delusione che la sorpresa.

Dalle giovanili alle prime squadre
La stagione 2021/2022 porta in alto due allenatori con una ottima carriera in buona parte dedicata alla crescita delle giovanili. Massimo Bellano, dopo il Club Italia, laboratorio di sviluppo del talento italiano, guiderà Il Bisonte Firenze che ha un roster intrigante e in cui saranno da seguire i progressi di alcune giovani di interesse nazionale tra cui la già azzurra Sylvia Nwakalor. Alla Bartoccini-Fortinfissi Perugia si è invece accasato Luca Cristofani, coach da 11 scudetti giovanili, oltre ad una lunga militanza nella serie cadetta. Il ritorno in patria di Valentina Diouf, abbandonata mediaticamente causa esplosione di Paola Egonu e “costretta” ad emigrare in cerca di fortuna, e in generale un sestetto di ottima qualità, potrebbero portare in alto la formazione umbra. Ci aspettiamo quantomeno qualche upset durante la stagione.

Chi ci stupirà
Non è di primo pelo, essendo classe 1989, ma l’azera Katerina Zhidkova dovrebbe riuscire a dare una grossa mano a Vbc Trasporti pesanti Casalmaggiore, compagine che ha vissuto momenti difficili, ma è riuscita ad assemblare un organico più che decoroso ed è allenata da Martino Volpini, coach esordiente che si è avviato alla professione nel veronese.
Non ha invece cominciato benissimo Lucille Gicquel, opposto della Bosca San Bernardo Cuneo, ma l’anno scorso, da riserva a Conegliano, ha fatto vedere lampi di ottimo talento e l’estate in nazionale ha confermato queste sensazioni. L’organico piemontese non è da primi posti, a maggior ragione l’opposto del 1997 potrebbe avere spazio e occasioni per esplodere. Da seguire.

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