Il 27 luglio scorso, durante un evento presso il Palazzo della Gran Guardia a Verona, è stato presentato il ventiseiesimo Rapporto sulla raccolta, riciclo e recupero di carta e cartone in Italia predisposto da Comieco (Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli imballaggi).

Comieco è uno dei più importanti e antichi consorzi della filiera carta. Raggruppa 55 cartiere, 369 impianti di gestione rifiuti, allestitori di imballaggi e una buona parte dei comuni italiani con l’obiettivo di stabilizzare il cosiddetto mercato nazionale del macero altrimenti dinamico e imprevedibile. I Comuni convenzionati, tra cui Verona, hanno la sicurezza della raccolta della carta che ritirano tramite i cassonetti e di un corrispettivo economico che in parte ripaga i loro costi della differenziazione dei rifiuti. Il finanziamento del consorzio avviene attraverso contributi ambientali versati dagli utilizzatori degli imballaggi e quindi pagati da tutti noi consumatori.

La pubblicazione del rapporto rappresenta un appuntamento annuale importante perché aggiorna sullo stato delle attività e sull’efficacia delle organizzazioni comunali nella raccolta, recupero e riciclo di carta e cartone.

Il focus è prevalentemente sugli imballaggi che però rappresentano solo circa il 60% della produzione nazionale di carta e cartone (stampa e scrivere 30%, Igienico sanitaria 8%) e sulla raccolta di macero urbano, a sua volta solo il 55% del riciclo italiano di carta.

Nel 1998 i comuni raccoglievano un milione di tonnellate di rifiuti cartacei, pari a 1.7 Kg per abitante anno: era l’anno in cui l’ottimo ministro dell’Ambiente Edo Rochi ha fatto varare la prima legge sugli imballaggi. Nel 2020 i comuni hanno raccolto 3.5 milioni di tonnellate pari a 57.2 Kg per abitante anno: un miglioramento importante non soltanto per l’ambiente ma anche per l’economia dei servizi comunali. Di questi, attraverso l’organizzazione Comieco, sono stati recuperati circa 2.4 milioni di tonnellate, pari al 70% delle raccolte comunali.

Nella presentazione fatta del Direttore di Comieco Carlo Montalbetti risaltano in particolare due aspetti importanti su cui vale la pena soffermarsi.

Il primo è la significativa disomogeneità territoriale della raccolta urbana. A fronte di una media nazionale di 57.2 Kg per abitante anno ci sono regioni virtuose come Emilia Romagna (82.1) Toscana (77.4) Trentino Alto Adige (75.4) e aree con ampi margini di miglioramento Molise (28.0) Sicilia (34.8) Campania (37.2).

La raccolta comunale di carta e cartone in Veneto è senza infamia e senza lode, vicino alla media nazionale (58.6). In particolare, la città di Verona, da anni con una raccolta differenziata sotto il 50%, non si può fregiare di un contributo significativo alla raccolta di carta e cartone.

Il secondo aspetto di interesse riguarda la qualità della raccolta, finora in massima parte trascurato. Quanto viene immesso nell’economia circolare cessa la suo status di rifiuto (end of waste) e diventa una materia prima da utilizzare in processi produttivi che a loro volta devono garantire costanza qualitativa ai propri consumatori. Si richiederà perciò una nuova normativa sulla tracciabilità dei prodotti ma anche un salto culturale dei cittadini, delle amministrazioni comunali, delle aziende produttrici di imballaggi affinché quanto viene raccolto sia sempre più pulito, selezionato, omogeneo, privo di corpi estranei.

Questi aspetti sono stati ripresi e sviluppati nel forum organizzato per l’occasione, all’interno del convegno, dal titolo: “Carta e cartone tra i “settori faro” del PNRR: le prospettive e le opportunità della filiera cartaria nel piano per la Next Generation EU” a cui hanno partecipato rappresentanti di soggetti pubblici e privati che compongono la filiera carta.

Prezioso il contributo alla discussione dato dall’ingegnera Laura D’Aprile, capo dipartimento per la Transizione Ecologica. Nel PNRR, nel capitolo relativo alla sviluppo dell’economia circolare (Missione 2,C1), vengono destinati 1,5 mld €  al rafforzamento del riciclo all’interno delle città e 0.6 Mld € al miglioramento della logistica e ammodernamento degli impianti per colmare il divario fra nord e sud, l’eco design, l’innovazione di prodotto, la digitalizzazione di processo.     

A Lorenzo Poli, presidente Assocarta (Associazione dei cartai italiani) e proprietario della cartiera Saci di Verona, il compito di illustrare quanto le cartiere italiane stiano facendo per rendere sostenibile la loro attività e le sfide che stanno affrontando.

Dalla Relazione Annuale di Assocarta si apprende infatti che, a fronte di una produzione nazionale di carta e cartone di 8.90 milioni di tonnellate, si utilizzano 5.06 tonnellate del macero, con un tasso di riciclo del 57%, quando l’obiettivo europeo (CEPI) è del 74% .

Quasi a rimarcare l’obiettivo strategico della nostra epoca, l’on. Alessia Rotta, Presidente VIII Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati, si è assunta il compito di ricordare l’urgenza («non abbiamo più tempo») di rendere le nostre attività sostenibili: «se continuassimo così, con una economia lineare, consumeremmo presto tre pianeti di risorse che non ci sono» e non ce lo possiamo permettere. Migliorare il riciclo è una delle opzioni.

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