Se nei cinema esce un film Marvel significa solamente una cosa: l’industria cinematografica comincia a vedere la luce del proiettore in fondo al tunnel della pandemia.

Oppure, ok, che sono tutti così disperati da dover prendere una qualsiasi decisione, tipo lanciare nelle sale un quasi sicuro blockbuster e, solamente tre giorni dopo, aggiungerlo allo streaming di Disney+ (Accesso Vip), con la pirateria che ringrazia per i file in alta definizione subito disponibili.

Black Widow è esattamente il film Marvel che mi sarei aspettato in un’epoca di spensieratezza afflitta solamente da banali raffreddori e prevedibili influenze stagionali, invece – vuoi per l’umore intaccato dall’ultimo anno e mezzo non propriamente allegrotto, vuoi per il vago sospetto che il ritorno alla normalità lo si sarebbe pagato con prezzi aumentati e qualità non sempre adeguata di qualsiasi cosa perché “hey, dobbiamo pur recuperare in qualche modo!” – le aspettative che avevo varcando l’ingresso al cinema erano davvero bassine.

Buon per me, dato che sono riuscito a divertirmi per quasi tutta la durata della pellicola, perdonando leggerezze varie, esagerazioni (tante) e persino un’idea un po’ fuori tempo massimo che, neanche troppo velatamente viste le fattezze dell’attore scelto, vorrebbe dar forza al sacrosanto movimento Me Too con il laido e manipolatore cattivone di turno che ricorda fin troppo un certo produttore hollywoodiano che sta scontando 23 anni di carcere per stupro e violenza sessuale, tralasciando i ricatti psicologici nei confronti delle attrici che lavoravano per lui e altre “cosucce” così…

Ma questa è Hollywood, questa è la Marvel e questi sono i supereroi che menano e, se non menano, fanno sicuramente esplodere qualcosa, perciò via con l’apnea neurale per 133 scoppiettanti minuti e chi se ne frega di tutto il resto, mica paghiamo il biglietto per filosofeggiare sul senso della vita.

Tutt’al più, al termine della proiezione, possiamo solamente notare come la Marvel in “televisione” stia dando il suo meglio con prodotti sicuramente più originali (WandaVision) e coraggiosi (Loki), anche se la serialità più classica (The falcon and the Winter Soldier) continuerà a sfamare un pubblico un po’ meno esigente alla ricerca dell’adrenalina e dell’epidermico divertimento da giro in giostra.

In questo senso Black Widow è perfetto, grazie anche ad un azzeccato cast quasi tutto al femminile che non perde un colpo (o un pugno) e all’inevitabile “ironia Marvel” che ormai tutti ben conosciamo, che torna sempre utile quando non forzata dall’ennesima revisione della sceneggiatura.

Ora non ci resta che prendere il fiato e incrociare le dita che tutto vada per il meglio, perché da settembre in poi, con Shang-Chi e la leggenda dei dieci cerchi, i cinecomic torneranno a stordirci e a divertirci. In pratica come uno spritz ben fatto, ma legalmente anche per i minori.

Voto: 3,5/5
Black Widow
Regia di Cate Shortland, con Scarlett Johansson, Rachel Weisz, Florence Pugh, David Harbour, O-T Fagbenle, Ray Winstone, Michelle Lee, William Hurt e Ever Anderson.

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