Dopo un lungo periodo di silenzio culturale nazionale, la Fondazione Giorgio Cini ha riaperto a fine aprile le sue porte ai primi visitatori. Tagliando di netto il Bacino di San Marco, la piccola isola di San Giorgio, che dalla sponda opposta appare lontana e irraggiungibile, si palesa in tutta la sua minuta meraviglia.

La basilica di San Giorgio Maggiore, nasconde, con i suoi marmi diafani progettati dal genio palladiano, lo spazio della Fondazione, in cui è stata inaugurata la mostra “L’Arca di vetro. La collezione di animali di Pierre Rosenberg”, aperta al pubblico fino al 1 agosto e a ingresso gratuito.

La Fondazione Cini, assieme al progetto culturale pluriennale “Le Stanze del Vetro”, ha voluto, così, celebrare i suoi 70 anni di vita, accogliendo tra le sue sale oltre 750 animali vitrei di ogni taglia e specie, figli della tradizione muranese. Tutti i pezzi appartengono alla ricca collezione di Pierre Rosenberg, noto storico dell’arte francese nonché ex direttore e presidente onorario del Museo del Louvre, all’interno delle cui stanze lavorò per oltre 40 anni.

Lo storico dell’arte Pierre Rosenberg nel suo appartamento a Parigi nel 2020, foto di Enrico Fiorese.

Rosenberg a fine settembre 2020 aveva donato al Département des Hauts-de-Seine la sua ricca e prestigiosa collezione: 650 dipinti, 3.500 disegni, una biblioteca di 45mila volumi e 2mila vetri di Murano, destinati al Musée du Grand Siècle, dedicato al Seicento francese, la cui apertura a Saint-Cloud, alla porta ovest di Parigi, è prevista nel 2025.

La mostra e il convegno internazionale

Il nuovo spazio espositivo permanente denominato “Le Stanze del Vetro” nasce nell’ala ovest dell’ex Convitto dell’Isola di San Giorgio Maggiore da una collaborazione tra la Fondazione Cini e Pentagram Stiftung, con l’obiettivo di esaltare le potenzialità di questo materiale e di riportare il vetro al centro della scena artistica internazionale.

Tra le varie opere esposte si annoverano pezzi forgiati da importanti nomi del settore del vetro di Murano del Novecento, quali Napoleone Martinuzzi, Toni Zuccheri, Alfredo Barbini, il veronese Giorgio Vigna e molti altri.

Il percorso della mostra si sviluppa in un unico grande ambiente, suddiviso in sale, ognuna delle quali, a seconda della tipologia di fauna esposta, è caratterizzata da un colore, un’atmosfera e una denominazione differenti. La visita, inoltre, è cadenzata da suoni della natura e da versi di animale, che accompagnano il visitatore e lo fanno immergere non solo visivamente, ma anche attraverso il senso dell’udito, negli habitat peculiari delle varie specie.

Nell’ultima piccola sala laterale è proiettato un cortometraggio d’animazione, realizzato dall’artista visiva Giulia Savorani e ideato sulla base di una fiaba di Giordana Naccari.

Volpe, di Flavio Poli per ASV-Barovier-Seguso-Ferro, 1935, courtesy Le stanze del Vetro.

Il 28 giugno dalle 14.30 alle 18.30 il Centro Studi del Vetro coordinerà un Convegno internazionale di approfondimento per analizzare l’importanza della produzione muranese legata al mondo animale. A partire dalle opere esposte in mostra si comprenderanno le produzioni collaterali all’arte vetraria a tema zoomorfo. Speaker internazionali dialogheranno su questa tematica da diversi approcci – compreso quello di artisti, designer, maestri vetrai -.

Molti i contributi documentali provenienti dall’Archivio generale del vetro dell’Istituto di storia dell’arte della Fondazione Cini. Sarà ospite lo stesso Pierre Rosenberg, che racconterà al pubblico la nascita ed il formarsi della sua incredibile raccolta di animali in vetro dagli anni Trenta al contemporaneo. Si può seguire il convegno dal canale Youtube della Cini.

Storia di una Fondazione

La Fondazione Cini, fin dalla sua nascita nel 1951 su volere di Vittorio Cini in ricordo del figlio scomparso tragicamente, è centro di ricerca e uno spazio interdisciplinare, dedicato a conferenze, incontri, mostre ed esposizioni, che hanno lo scopo di promuovere la cultura e l’istruzione in laguna, fornendo nuovi strumenti di comprensione e di ricerca con uno sguardo rivolto al panorama scientifico e culturale internazionale. Tra i tesori della Fondazione Cini, vanno ricordati numerosi arazzi, dipinti antichi e contemporanei, arredi, ceramiche e maioliche, manoscritti e volumi autografi.

Qui ha inoltre sede il Centro internazionale di studi della Civiltà Italiana “Vittore Branca”, dedicato alla memoria del grande italianista e primo segretario generale che, insieme a Vittorio Cini, fu il principale iniziatore dell’Istituzione veneziana nei primi cinquant’anni di attività.

In omaggio al settantesimo compleanno della Fondazione, è stata digitalizzata l’unica copia manoscritta al mondo dell’Orlando Innamorato, poema cavalleresco di Matteo Maria Boiardo, pubblicato per la prima volta nel 1495.

Il volume conservato, Tutti li libri de Orlando Inamorato. Del conte de Scandiano Mattheo Maria Boiardo, dato alle stampe tra il 1513 e il 1514, rappresenta una nota d’orgoglio anche per la vicina città di Verona, poiché fu proprio un autore veronese del XVI secolo, tale Raffaele Valcieco, che prese in carica il completamento dell’opera, rimasta sospesa a causa della morte prematura dell’autore.

Da segnalare anche l’apertura straordinaria, sempre in occasione dell’importante anniversario, del Labirinto di Borges. Realizzato nel 2011 per rendere omaggio allo scrittore argentino, per i 25 anni dalla sua morte, è composto da 3200 piante di bosso disposte secondo il disegno dell’architetto Randoll Coate, che in lunghezza raggiungono un chilometro di percorso. Voluto della vedova Maria Kodama, il labirinto ricorda l’amore che Borges provava per Venezia e si ispira al racconto Il giardino dei sentieri che si biforcano. Per organizzare una visita, ci si deve prenotare su www.visitcini.com.

La coreografia per Walking the labirinth è del direttore artistico Raffale Irace, performance della ballerina Viktoria Nowak, musica del compositore Antonio Fresa, registrata con l’Orchestra del Teatro La Fenice e la musicista Ninon Valder.

La riapertura al grande pubblico della città è, quindi, quasi del tutto completata: le tante iniziative culturali e artistiche – oltre a Fondazione Cini, Biennale di Architettura, Fondazione Prada e molte altre mostre ed esposizioni temporanee -, fanno sperare che le visite di quest’anno siano il più possibile legate all’accrescimento culturale di chi che deciderà di oltrepassare la lunga passerella, che il Ponte della Libertà rappresenta agli occhi di chi raggiunge Venezia dalla terraferma.

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