Della Biblioteca Civica e della sua indefinibile desolazione ne abbiamo già parlato a febbraio, dopo esserci recati personalmente sul posto e averla frequentata come semplici “utenti”. Ora, con una richiesta di informazioni a firma di Elisa La Paglia, Stefano Vallani, Federico Benini e Tommaso Ferrari, si è riunita il 10 giugno la VI Commissione Consiliare; ordine del giorno: “Situazione della Biblioteca Civica”. A rispondere sulla questione Francesca Briani, Assessore alla Cultura, Politiche Giovanili e Pari Opportunità del Comune di Verona e Antonello de Berardinis, dirigente della Biblioteca.

Quali sono gli aspetti critici?

Sottolineano i richiedenti che la riduzione dei posti, le restrizioni all’accesso e alla fruizione della Civica rimangono rigide, mentre in altre città l’accesso è addirittura libero, con grave danno per la cittadinanza ma soprattutto per gli studenti della maturità e di quelli fuori sede che non hanno un posto dove studiare; farraginoso, poi, sarebbe il sistema di prenotazione via mail. In più, rilanciano un comunicato di una sigla sindacale segnalava una notevole conflittualità tra il dirigente stesso e il personale che si sentirebbe non coinvolto nella stesura dei protocolli di sicurezza. Michele Bertucco, infine, ha chiesto informazioni rispetto all’attività culturale della biblioteca e il punto sulla digitalizzazione.

Qual è la situazione?

L’essere diventato il Veneto zona bianca restituirà finalmente la biblioteca alla città e ai veronesi, tornando ad essere luogo di cultura e socializzazione? Niente affatto perché la struttura – come comunicato nella sua relazione alla commissione dal dirigente Antonello de Berardinis – progettata da Pier Luigi Nervi e inaugurata nel 1980, sarà oggetto di lavori di adeguamento alle norme antincendio e di bonifica dall’amianto. Il dirigente, in più, precisa che i lavori al deposito Nervi non li ha decisi lui ma ereditati; gli è invece “toccato” lo spostamento dei libri e lo stoccaggio provvisorio (100.000 euro il costo dello spostamento, svuotamento deposito e custodia). Metà del materiale catalogato, circa 200.000 titoli (i manoscritti rari, i carteggi, gli incunaboli, i documenti di Veronensia, la biblioteca dei ragazzi…) rimarrà nella struttura; il rimanente sarà stoccato e custodito in un deposito da identificarsi attraverso un bando. L’idea di un deposito a Verona con un servizio navetta sarebbe nelle previsioni costato circa mezzo milione di euro, ovvero la metà del costo dei lavori: effettivamente, un’iniziativa antieconomica. Si è deciso, quindi, di puntare sul prestito interbibliotecario per soddisfare le necessità dell’utenza; decisione criticata da Elisa La Paglia, poiché la non fruibilità del materiale più recente penalizza coloro che contano sul prestito per sopperire alle scarse risorse economiche.

L’interno della Biblioteca Civica – Foto di Stefano Magrella

Sulla questione dei rapporti tesi della dirigenza coi dipendenti, sollevata dai sindacati, de Berardinis ha chiarito come la situazione al suo arrivo fosse già complessa, visto che il personale era al 75% in smart working; in particolare, poi, ha affermato che i protocolli non sono di sua competenza e che, nel rapportarsi con il personale si è premurato di confrontarsi con ciascun dipendente. Facendo poi un bilancio, sottolinea il pieno successo degli attuali protocolli, con nessun caso di contagio tra il personale. Di fatto, nega ogni addebito.

Rispondendo al consigliere Bertucco, Antonello de Berardinis riferisce che l’attività di confronto e collaborazione non si è fermata col Covid: una di queste è l’accordo con l’associazione A.G.I.L.E. che, tra le altre cose, si occuperà a partire dal I luglio anche dell’attività di digitalizzazione (a partire del 1 luglio).

Cambierà qualcosa? Per compensare i ridotti spazi della Civica saranno sfruttate le biblioteche decentrate e, finalmente, il sistema di prenotazione adotterà l’app “Affluences”. Come precisa l’Assessore Briani, però, l’uso della stessa app dell’università non implica una fattuale collaborazione tra Civica e Università, né una condivisione di spazi.

Quindi tutto a posto?

32 posti di lettura libera al mattino, 32 al pomeriggio; 14 posti in Veronensia al mattino, 14 al pomeriggio; 19 per la consultazione della saggistica al mattino, 19 al pomeriggio. E questo solo in teoria perché, considerando i lavori che renderanno difficile godere appieno della biblioteca, verranno valutate limitazioni e chiusure in relazione allo sviluppo del cantiere (e magari chiudendo a ferragosto).

C’è da essere rassicurati e sollevati? Onestamente non tanto.

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