Ammettiamolo. La partita contro la Reggina e soprattutto i primi venti, venticinque minuti della sfida contro la Spal ci avevano illuso che il Chievo fosse già uscito dal tunnel. Che la convalescenza, cioè, fosse sì ancora in atto ma stesse ormai volgendo al termine e che presto si sarebbe visto per tutti i novanta minuti quella squadra spumeggiante che a lungo, in campionato, aveva dettato il suo gioco a qualsiasi tipo di avversario. Un’illusione, appunto. Già perché contro la formazione ferrarese di Rastelli il Chievo è riuscito a schiacciare sull’acceleratore soltanto per il primo quarto di gara, quando ha creato diverse occasioni da gol senza però riuscire a portarsi in vantaggio, come peraltro purtroppo spesso accade. Poi, con l’andare dei minuti, si è spento sempre più lasciando campo agli avversario e dando l’impressione di non essere ancora in grado di fare quel salto di qualità che manca ormai da quasi due mesi.

Alfredo Aglietti a bordo campo – Foto BPE (Maurilio Boldrini)

E benedetta è stata sicuramente la pausa in campionato per gli impegni della Nazionale che ha permesso quantomeno di svuotare l’infermeria e recuperare un po’ di energie così come sarà eventualmente benedetto l’inaspettato ulteriore “turno di riposo” imposto dal focolaio di Covid-19 in seno al prossimo avversario del Chievo, quell’Empoli primo in classifica che ha già dovuto rinviare la sfida di ieri contro la Cremonese. Al momento manca ancora l’ufficialità, ma pare che lunedì alle 15 le due squadre non potranno scendere in campo e forse alla fine non si tratterà di un male per Mister Aglietti, che non ha ancora recuperato al 100%, nella forma e soprattutto nella testa, i suoi uomini.

Rastelli, con il suo 3-5-2 che non dà punti di riferimento agli avversari con due trequartisti di qualità come Valoti e Strefezza là davanti, nella seconda parte della gara andata in scena ieri sera al Bentegodi ha dato prova di avere per le mani una squadra che si candida seriamente – soprattutto quando potrà schierare i bomber alla Paloschi – per il terzo e ultimo posto che uscirà dai play off, play off che al momento non sono nemmeno più così sicuri per il Chievo, che si deve cominciare a guardare con preoccupazione alle spalle. Dalle retrovie stanno salendo prepotentemente nuove pretendenti, come ad esempio quel Brescia che diede il via con la sua vittoria al Rigamonti a metà febbraio a questa crisi gialloblù e che all’epoca si trovava in piena zona retrocessione. Oggi, dopo nemmeno due mesi, ce la ritroviamo là, a soltanto tre punti e con il vento decisamente il poppa. Il cambio in panchina (con Pep Clotet che ha sostituito Dionigi), in quel caso, è stato decisivo e da allora le Rondinelle hanno cominciato a viaggiare spediti, a suon di vittorie.

Luca Garritano esulta dopo il gol segnato su rigore alla Spal – Foto BPE (Maurilio Boldrini)

Insomma, è arrivato il momento di dare un cambio di passo al campionato per Garritano e soci, che pur soffrendo stanno comunque portando a casa punti preziosi contro squadre agguerrite (tre pareggi nelle ultime tre uscite), ma è ovvio che non si può arrivare a fine campionato ancora nella zona play off con questa “media inglese”. Il rammarico è quello di sempre. Non poter schiarare il cecchino d’area di rigore che invece rappresentano la fortuna di altre squadre, come lo stesso Empoli, la Salernitana o il Venezia. Anche ieri sera, ad esempio, nelle occasioni da gol create è mancata la stoccata vincente, quella che avrebbe permesso di portare probabilmente a casa i tre punti finali contro una diretta concorrente. Sui piedi di De Luca, in particolare, è arrivato da Di Gaudio nel finale di gara un prezioso assist in piena area di rigore, ma il giovane attaccante altoatesino invece che scagliarlo di prima alle spalle di Berisha ha preferito stoppare il pallone, agevolando l’uscita a valanga dell’estremo difensore avversario. Ma, duole dirlo, sta mancando in questa fase di torneo soprattutto l’apporto di Ciciretti, che solo a sprazzi riesce a mettere a disposizione dei compagni il suo grande talento, ma senza vera continuità. Ciciretti deve giocare sempre, a nostro avviso, ma forse più che impiegarlo sulla fascia andrebbe messo là davanti con la prima punta, spostando Canotto, molto più abile sulle fasce, a destra. In questo modo gli si imporrebbe meno corsa e forse il giocatore romano avrebbe così più lucidità sotto porta al momento delle conclusioni.

Amato Ciciretti al tiro contro la Spal – – Foto BPE (Maurilio Boldrini)

In ogni caso il pareggio maturato, per certi aspetti, non è da disdegnare e assomiglia molto a quello ottenuto poche settimane fa, sempre in casa, contro il Frosinone. Con le unghie e con i denti, grazie alle parate di Semper e a qualche invenzione là davanti, si smuove la classifica contro avversari comunque ben attrezzati per la categoria e, in qualche caso, anche con giocatori che non sfigurerebbero al piano superiore (vedi alla voce Valoti). Insomma, è vero che non è molto, ma il Chievo in questo momento è un po’ come un assetato nel deserto a cui si dà un bicchiere d’acqua. Forse non risolverà il problema, ma almeno servirà a sopravvivere fino alla prossima oasi. E di questi tempi occorre accontentarsi.

Foto di copertina: BPE (Maurilio Boldrini)

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