I rumors lo danno ormai in approdo sicuro a Fratelli d’Italia. Se così fosse il sindaco Sboarina troverebbe ciò che gli mancava: il partito. E che partito, oggi il primo per consenso a Verona nel centrodestra. 

La domanda a questo punto sorge spontanea: in ottica rielezione nel 2022 questo sarà un vantaggio o un problema? Sboarina in questi tre anni e mezzo ha puntato sul civismo, di destra, ma pur sempre civismo, con il movimento Battiti (che comunque resterà), così da non impermalosire i partiti della sua coalizione o, peggio, ingarbugliare i rapporti tra di essi. Perché poi sappiamo com’è la politica, storia di conflitti ma ancor prima di gelosie. Perché se Sboarina va in Fdi e con Fdi si ricandida a sindaco, poi chi lo dice alla Lega? 

Eppure, deve aver pensato Sboarina, proprio in virtù di una possibile ricandidatura è meglio averlo un partito. Ancor meglio se è quel partito. Per evitare la vera nemesi di tutta questa storia: che a candidarsi al posto suo sia qualche altro elemento di spicco dei Fratelli d’Italia veronesi. Che diceva quel vecchio proverbio? “Dai nemici mi guardi Iddio che dagli amici mi guardo io”.