Nello sforzo di rendere la nostra vita sempre più sostenibile riducendo lo spreco di risorse possono aiutare gli esempi virtuosi. Per la gestione dei nostri rifiuti urbani non occorre cercare molto lontano: è sufficiente andare in provincia di Treviso.

Contarina spa è una società pubblica, nata nel 1989, diretta e coordinata dal Consiglio di Bacino Priula che gestisce tutte le attività connesse alla gestione dei rifiuti in 49 Comuni del trevigiano, offrendo servizi ambientali a oltre mezzo milione di abitanti.

Il risultato della sua attività è sorprendente: 88% di raccolta differenziata contro il 58% della media nazionale, 52% di Verona; 44 Kg/anno per abitante di secco non riciclabile contro i 126 del Veneto e i 209 nazionali; un fatturato di 86 milioni di Euro nel 2019 e oltre 760 risorse umane impiegate. Cercando di capire come tutto questo sia stato possibile abbiamo intervistato il suo presidente, Sergio Baldin.

Sergio Baldin

Presidente, nel febbraio 2016 il Commissario Europeo per l’Ambiente Karmenu Vella, in audizione al Parlamento italiano, vi ha indicato fra le «grandi storie di successo che dimostrano che è possibile raggiungere ottimi risultati, in breve tempo», sottolineando inoltre come nel territorio da voi servito si riesca a riciclare il doppio della media europea, generando cinque volte meno rifiuti residui, con una tariffa annuale a famiglia fra le più basse. Quali sono gli elementi principali del vostro successo?

«Il sistema applicato mette al centro il cittadino, rendendolo responsabile dei rifiuti che produce e della loro corretta separazione: più è attento e rispettoso, più il suo comportamento sarà premiato attraverso tariffe contenute. In tutti i Comuni serviti viene svolta la raccolta porta a porta con tariffa puntuale: un sistema che consente un maggior recupero dei materiali attraverso una separazione dei rifiuti sempre più precisa. Vengono prelevate a domicilio le tipologie di rifiuto urbano più comuni (secco non riciclabile, umido, vegetale, carta e cartone, vetro, plastica, lattine) che gli utenti gettano in appositi contenitori, contraddistinti da diversi colori. La raccolta domiciliare è integrata dall’EcoCentro, centro sorvegliato e attrezzato con container dove si portano alcuni rifiuti che, per dimensioni o per tipologia, non possono essere raccolti a domicilio. A tutte le utenze, sia famiglie sia aziende, viene applicata la tariffa puntuale, legata all’effettiva produzione di rifiuti per ogni tipo di utenza, secondo il principio comunitario “paga quanto produci”.»

Immaginiamo non sia stato facile. Come è nata la vostra iniziativa?

«Contarina è stata fondata nel 1989 dall’allora Consorzio Priula (oggi Consiglio di Bacino Priula), che all’epoca era costituito da 5 comuni trevigiani, che nel tempo sono aumentato fino ad arrivare agli odierni 49. I Sindaci hanno fin da subito avuto come obiettivo la gestione efficiente dei servizi ambientali, per rispondere con rapidità alle richieste e alle esigenze del territorio. Si è scelta così una nuova strada per la gestione dei rifiuti urbani: la raccolta differenziata porta a porta, che per quegli anni era una novità assoluta.»

Un tale successo non si ottiene solo disponendo di mezzi adeguati, ma occorre il coinvolgimento dei cittadini. Avete trovato delle difficoltà? Quali iniziative avete rivolto alla cittadinanza?

«Da sempre Contarina mette un forte impegno nella sensibilizzazione della cittadinanza nei confronti della tutela ambientale e dello sviluppo sostenibile. Questo è possibile attraverso molteplici azioni: dai Punti Contarina, uffici aperti al pubblico dove i cittadini possono rivolgersi per gestire le pratiche, alle attività di educazione ambientale nelle scuole, ai vari strumenti di comunicazione (l’EcoCalendario annuale spedito a tutte le utenze, la rivista EcoGiornale, social media e sito web), agli eventi pubblici fino ad arrivare a specifiche campagne di comunicazione legate a progetti di prevenzione dei rifiuti (la campagna contro lo spreco alimentare in collaborazione con CiAL e la promozione del Centro mobile del riuso) e di valorizzazione di alcuni materiali, come l’olio alimentare esausto.»

Da tempo ormai l’economia circolare è diventata un tema centrale: il rifiuto non è più considerato uno scarto, ma una risorsa da impiegare in nuovi cicli produttivi. Anche la vostra azienda si sta muovendo verso questa direzione: quali sono i vostri programmi per il futuro?

«Oltre a una sempre maggiore valorizzazione dei materiali derivanti dalla raccolta differenziata, la strategia di gestione dei rifiuti attuata da Contarina segue il processo di economia circolare. Ne è un importante esempio, l’upgrade dell’impianto di compostaggio, che prevede la realizzazione di un digestore anaereobico per trattare il rifiuto organico raccolto nel territorio, da cui produrre biometano per alimentare i mezzi stessi impiegati nella raccolta dei rifiuti.»

Diventare parte di un processo circolare prevede anche collaborazioni e sinergie con i produttori di beni che normalmente, dopo l’uso, diventano rifiuti  per trasformarli in materie prime secondarie. Avete già sviluppato esperienze in tal senso?

«Certo. Ne è un esempio la collaborazione con Fater Spa – joint venture tra Procter&Gamble e Gruppo Angelini – per la realizzazione del primo impianto di riciclo dei prodotti assorbenti per la persona (pannolini per bambini, pannoloni per incontinenti e assorbenti igienici femminili), installato presso la nostra sede aziendale di Lovadina. Da questi particolari rifiuti si possono ricavare plastica, cellulosa e polimero superassorbente da utilizzare come materie prime seconde. Inoltre, Contarina partecipa al progetto europeo EMBRACED finanziato dal BBI-JU (Horizon 2020), volto a sviluppare la fase di trattamento di questi materiali in bio-polimeri, fertilizzanti e prodotti chimici ad alto valore aggiunto.»

Poiché avete dimostrato di possedere un know how organizzativo di successo, che potrebbe essere di supporto in realtà che non raggiungono gli obiettivi di legge, avete mai pensato di estendere la vostra attività in altre province?

«Negli anni sono state numerose le consulenze e le collaborazioni che abbiamo attivato a livello nazionale per estendere il nostro modello di gestione, cito – solo a titolo di esempio – Sedico e i comuni dell’Unione Montana Agordina, oltre a 13 comuni del Forlivese. Inoltre, attualmente siamo impegnati in un progetto di cooperazione internazionale che ha l’obiettivo di sviluppare tecnologie e sistemi per la raccolta differenziata alle isole Comore in Africa.»