«Nemmeno nel peggiore degli incubi avreste mai immaginato di trovarvi a gestire il più grande incubo degli ultimi settant’anni di storia, ma ora ci siete.» Inizia così la lettera aperta pubblicata ieri sui social da Enrica Montanucci, portavoce di Maavi, il Movimento Autonomo delle Agenzie di Viaggio italiane, indirizzata a Governo, Presidente del Consiglio e ministri di turismo ed economia. L’approccio sembra conciliante ma è solo un modo per introdurre una situazione che il nuovo DPCM ha ulteriormente mortificato e i destinatari, Giuseppe Conte, Dario Franceschini e Roberto Gualtieri, sono individuati come i massimi responsabili di una tragedia annunciata.

Montanucci è un fiume in piena di parole forse scritte di getto ma che proprio per questo inquadrano ancor più nettamente lo stato d’animo di un comparto raso al suolo dalle normative sanitarie anti-Covid e dal vuoto di sostegno riservatogli dalla politica. Una storia che coinvolge “gente per bene”, come lei stessa definisce i colleghi del mondo dei viaggi, che ha visto sparire il proprio lavoro in un attimo. Urlare, piangere e pregare non è bastato a farsi ascoltare dalle istituzioni: «Abbiamo visto solo tanta ignavia e tanta incapacità» è il commento della rappresentante della categoria messa in ginocchio dal coronavirus come nessun’altra, vittima, dice senza parafrasi, di un “omicidio colposo” e di uno “scempio sociale” da parte di chi ha in mano le leve del potere.

Enrica Montanucci

Sconcerto e dolore sono i sentimenti più diffusi. «È arrivato il momento di alzare la testa e gridare» proclama Montanucci, «dopo aver ascoltato dichiarazioni altisonanti e promesse senza alcuna sostanza» mentre agenzie e tour operator si svegliavano «una mattina senza un oggi né un domani. Senza prospettive, senza speranza, senza progetti.» Scippati dal Covid di ogni cosa, gli agenti chiedono una volta per tutte rispetto e attenzione. «Siamo una categoria dignitosa e normalmente silenziosa, di lavoratori in fondo fieri di essere autonomi, (…) strana gente che paga le tasse e vende sogni e che proprio per educazione ed abitudine si è vista buttare in un angolo e dimenticare. Nel paese di pizza e mandolino se i ristoratori piangono in vista di una diminuzione di lavoro si smuove l’intero Governo» ignorando invece chi è «vittima della vostra superficiale analisi, della vostra politica melensa e venduta ai voti.» 

Parole durissime di rabbia e orgoglio da parte di chi, non a caso, è stata votata dal settore quale “Personaggio dell’anno” dal magazine trade Ttg Italia per la sua opera di rappresentanza della categoria che in questi mesi ha visto pressoché azzerati gli introiti. Maavi, che ha una componente piuttosto attiva nelle province venete, promette battaglia, col dito puntato verso chi poteva fare qualcosa ma non lo ha fatto. In agenda sono previste azioni dimostrative nei prossimi giorni a Verona, Venezia, Vicenza e Padova ma non solo. «Non permetteremo questo omicidio» è una delle frasi che chiudono lo sfogo di Montanucci. Sembrano uscite da un dialogo di “Non si uccidono cosi anche i cavalli?“, film capolavoro di Sydney Pollack. Ambientato durante la Grande Depressione americana, racconta di coppie di disperati senza lavoro che ballano per giorni interi, attratti, ancora prima che dal premio in denaro offerto a chi resisterà di più – e che alla fine si rivelerà una truffa – dalla semplice possibilità d’avere almeno il vitto assicurato per qualche tempo. La musica per le agenzie italiane è finita. Lo stesso vale per la capacità di sopportazione se la politica continuerà a farle ballare a vuoto.