È arrivato in riva all’Adige da illustre sconosciuto. Pochi, infatti, lo conoscevano in maniera approfondita. Anche nei taccuini di molti osservatori internazionali, abituati a “masticare“ calcio estero in grande quantità, il suo nome non era tra i primi della lista. Più conosciuto di lui era, almeno fino a qualche mese fa, il fratello maggiore Nordin, attaccante della formazione dell’Al-Nasr, società professionistica di Dubai. Stiamo parlando, naturalmente, di Sofyan Amrabat, 24enne centrocampista “mille polmoni”, uno dei principali protagonisti dell’attuale stagione dell’Hellas. Entrambi in possesso della cittadinanza olandese, hanno scelto di indossare la maglia della nazionale del Marocco, paese che ha dato loro i natali. 

Il gialloblù è giunto alla corte di Juric a ridosso dell’inizio del campionato, dal Bruges, società professionistica del massimo campionato belga, con la formula del prestito con diritto di riscatto. Ironia della sorte il suo arrivo in maglia scaligera è coinciso con l’imprevisto malanno fisico che ha messo fuori causa per diversi mesi Emmanuel Badu, il centrocampista che il Verona aveva prelevato dall’Udinese. Diversamente, forse, le strade sue e dell’Hellas non si sarebbero probabilmente mai incrociate. Questo grande merito deve essere ascritto al direttore sportivo scaligero Tony D’Amico, abile in poco tempo a trovare un sostituto da inserire nello scacchiere del tecnico croato.

Il direttore sportivo gialloblù Tony D’Amico

Il campionato sin qui disputato da Amrabat è sotto gli occhi di tutti. Il giocatore, fin dalla sua prima apparizione, ha impressionato per intelligenza tattica, personalità, corsa, dinamismo, forza fisica e doti tecniche. Il suo elevato standard di rendimento lo ha fatto diventare pedina inamovibile della formazione scaligera, tanto che Juric non ha fatto segreto di non voler nemmeno pensare di fare a meno di lui salvo casi estremi.

L’affermazione del tecnico scaligero trova valido conforto nei fatti visto che – escluse le due squalifiche – la sua presenza in campo per tutti i novanta minuti è diventata una costante. L’alto standard delle sue prestazioni ha inevitabilmente attirato l’attenzione di alcuni club, Napoli e Fiorentina in primis. Alla fine l’ha spuntata la società viola che, già nel mercato di gennaio, si è assicurata il giocatore per la prossima stagione, sborsando una cifra intorno ai 20 milioni di euro più alcuni bonus. Per la società scaligera, che dovrà versare circa 2,5 milioni di euro per esercitare il diritto di riscatto, si tratta di una plusvalenza di valore assoluto.

Sofyan Amrabat durante una fase di gioco

Contro l’Inter, abbiamo probabilmente assistito alla sua migliore partita da quando veste la maglia gialloblù, un vero e proprio condensato delle sue indiscusse qualità. Onnipresente in ogni zona del campo ha impressionato per corsa, potenza nei contrasti, resistenza fisica. Inoltre, pur essendo già della Fiorentina, non si è mai risparmiato, confermando – nonostante le solite malelingue – la sua grande professionalità, caratteristica a volte un po’ sfumata nel calcio di oggi. Gli apprezzamenti continuano ad arrivare da tutte le parti, segno tangibile di come il giocatore abbia conquistato un po’ tutti, osservatori, tifosi e semplici appassionati. Dovessimo trovare in lui un “difetto di fabbrica“, si potrebbe dire che nei suoi piedi manca un po’ il gol, particolarità a volte importante in un ruolo come il suo. Tuttavia, per quanto si è visto, tale presunta carenza è assolutamente ben controbilanciata da tutto il resto.

Volendo trovare il cosiddetto ago nel pagliaio, si potrebbe azzardare che la scelta di aver venduto il giocatore già a gennaio potrebbe rivelarsi con il tempo un pochino affrettata. Visto il progressivo miglioramento delle sue prestazioni è opinione diffusa che una trattativa a fine campionato avrebbe potuto portare nelle casse gialloblù una cifra maggiore di quella, pur considerevole, già incassata.

Soprattutto se guardiamo le cifre dei trasferimenti di altri giocatori, per certi versi sullo stesso piano se non di qualità inferiore. Siamo comunque nel campo delle ipotesi, quindi, ogni considerazione lascia il tempo che trova. Il problema di fondo, non di poco conto, è un altro. In vista della prossima stagione serve trovare un sostituto all’altezza, impresa tutt’altro che facile. 

Foto: zimbio.com