Dopo il pareggio rocambolesco ottenuto in casa del Sassuolo, ai gialloblù mancava un solo punto per poter dichiarare ragionevolmente chiusa la pratica salvezza. Contro il Parma, assieme al Verona una delle piacevoli rivelazioni di questo anomalo campionato, la formazione di Juric ha conquistato un’emozionante vittoria, grazie alla quale ha definitivamente blindato e messo in cassaforte l’obiettivo stagionale della permanenza in serie A. Tale traguardo non è naturalmente ancora supportato dalla matematica, tuttavia un bottino di 42 punti, soprattutto quando mancano ben nove giornate alla fine del torneo, pone la società gialloblù al riparo da qualsiasi sorpresa. 

Il bello, però, arriva proprio ora. In questo momento la settima posizione, che quest’anno garantisce la qualificazione all’Europa, dista solamente due miseri punti. La domanda, pertanto, nasce spontanea: «Perchè non provarci?». Se fosse per la tifoseria la risposta è a dir poco scontata. La società gialloblù manca dal palcoscenico europeo dal 1988 e il desiderio di tornarci è senza dubbio forte e ben radicato. Se ci limitiamo a quello che ci dice il campo la compagine gialloblù dispone di tutte le carte in regola per potersela giocare fino in fondo. Conoscendo Juric e lo spirito che il tecnico scaligero ha saputo trasmettere ai suoi giocatori nulla di intentato sarà lasciato per strada. Inoltre, dopo i tre mesi di stop, l’atteggiamento e la condizione psicofisica mostrata da capitan Veloso & c in queste prime partite, sono segnali che fanno ben sperare per il futuro. 

Il discorso Europa impone, però, anche un ragionamento in prospettiva. A fine stagione la squadra perderà alcuni dei suoi pezzi migliori. Rrhamani, Amrabat sono già stati venduti, Kumbulla lo sarà quasi sicuramente mentre Pessina farà ritorno all’Atalanta, società proprietaria del suo cartellino. L’eventuale qualificazione europea obbligherebbe la società non solo a trovare adeguati sostituti ma anche a sostenere investimenti importanti per alzare il livello qualitativo della squadra che sarebbe chiamata a sostenere impegni agonistici su più fronti. Secondo alcuni, quelli abituati a ”ragionare“, la soluzione migliore sarebbe quella, in un certo senso, di accontentarsi. Il gioco del calcio, però, da sempre lascia meno spazio ai ragionamenti e molto più spazio alle emozioni. Anche perché il bello, e anche il brutto, di questo sport risiede proprio qui. Perché non provarci, allora?