Sulla carta, il settore è uno dei fiori all’occhiello del Paese, ma a causa delle misure adottate per l’epidemia di Covid-19 il mercato del riciclo di questa materia prima rischia il blocco dell’intero sistema. Il riferimento è proprio al comparto di recupero e riciclo della carta e della sua paralisi: nell’attuale contesto di emergenza, le raccolte differenziate della carta stanno rallentando per motivi organizzativi, mentre alcuni flussi, a causa del fermo imposto alla stragrande maggioranza della attività, sono venuti a mancare. L’allarme è scattato il 23 aprile, quando Assocarta e Legambiente hanno fatto una dichiarazione congiunta per chiedere al Governo che la raccolta differenziata e il riciclo della carta vengano riconosciute come attività essenziali e strategiche per l’Italia.

«Chiediamo al Governo e alle Autorità che le raccolte differenziate della carta vengano considerate essenziali nella gestione dei rifiuti, anche in questa fase di emergenza, e per lo sviluppo dell’Economia circolare italiana. In questo modo sarà possibile mantenere i livelli produttivi richiesti di carte per imballaggio per usi alimentari e farmaceutici, la consegna delle carte per uso igienico sanitario, quelle per uso medicale, per l’informazione e assicurare che l’Economia circolare continui a svolgere il suo ruolo al servizio del Paese nella fase dell’emergenza e in quella successiva della ripresa» affermano, nella dichiarazione congiunta, il Presidente di Assocarta, Girolamo Marchi e il Presidente di Legambiente, Stefano Ciafani che ringraziano cittadini, comuni e imprese che contribuiscono alle raccolta differenziata e all’Economia circolare in Italia.

A inizio aprile era nata la campagna #lagentedellacarta, iniziativa di riconoscimento a tutti i lavoratori e gli operatori della filiera rappresentata da Acimga, Assocarta, Assografici che sottolineava in un video quanto le imprese del settore siano strategiche nel garantire servizi essenziali ai cittadini e alle comunità anche e soprattutto in un momento di emergenza come questo. L’industria della carta, della stampa e della trasformazione è infatti in prima linea per il Coronavirus, continuando a produrre imballaggi per alimenti e medicinali, carte igienico sanitarie, carte per usi speciali e medicali.

«A fianco della dichiarata essenzialità dell’industria cartaria, le raccolte differenziate della carta devono essere considerate centrali nelle azioni del Governo e delle diverse Autorità – sottolineano Girolamo Marchi e Stefano Ciafani –. Il “principio di prossimità” previsto dalla normativa vigente, non solo è un criterio per ridurre i movimenti di rifiuti, ma anche per sviluppare l’Economia circolare nel nostro Paese.»

L’industria della carta svolge un ruolo strategico nell’economia circolare del Paese: ogni anno più di 5 milioni di tonnellate vengono riciclate dagli stabilimenti italiani (10 tonnellate al minuto) e nell’imballaggio in carta il riciclo supera ormai l’80%. Il Veneto è al quinto posto in Italia per volumi totali con 295.830 tonnellate recuperate, con una media annua di raccolta procapite pari a 60,5 kg/ab, e Verona non è da meno con oltre 56mila tonnellate recuperate e un pro capite di 62 kg/ab, un dato al di sopra della media nazionale che si attesta intorno ai 56,3 chili per abitante secondo i dati pubblicati dal 24° rapporto di Comieco, Consorzio Nazionale per il Recupero e Riciclo degli imballaggi a base cellulosica.

Per produrre una tonnellata di carta sono necessari da 2,0 a 2,5 tonnellate di legname, equivalenti al peso di 20 alberi di medie dimensioni; pertanto, il recupero della cellulosa dai rifiuti cartacei permette la produzione di nuova carta con una significativa riduzione del consumo di alberi. Nel sesto “Environmental Paper Company Index” (EPCI 2019) del WWF, un report realizzato per aumentare la trasparenza e la consapevolezza su come i settori della cellulosa, della carta e degli imballaggi possono ridurre la loro impronta ecologica, l’associazione si augurava che l’indice potesse «stimolare l’industria della cellulosa e della carta ad assumere un ruolo guida nella riduzione dell’impronta del settore, aumentando le pratiche di riciclo e acquistando più fibre certificate dai produttori di legname e dai fornitori di cellulosa e carta». Tra le 84 aziende che hanno partecipato all’Indice anche il gruppo veronese Fedrigoni, nella categoria graphic paper, che ha ottenuto il 54% del punteggio totale.

Entro il 2050 – denuncia il WWF – il consumo di carta raddoppierà e forse aumenterà ulteriormente con la pressione per sostituire la plastica con la carta. Il WWF stima che saranno necessari oltre 250 milioni di ettari di piantagioni per soddisfare la nostra futura domanda globale, anche con livelli più elevati di materiale riciclato.