L’emergenza per l’espandersi del Covid-19, che ha portato una vera e propria pandemia a livello mondiale, ha colpito inesorabilmente anche il mondo dello sport, provocando il rinvio o addirittura l’annullamento di diversi eventi sportivi. Da questo elenco mancano per ora le Olimpiadi, l’evento più importante e atteso dell’anno. Il CIO (Comitato Olimpico Internazionale) non ha ancora preso una decisione in merito, prendendosi quattro settimane prima di decidere cosa fare. Tale situazione di incertezza si ripercuote inesorabilmente sugli atleti e sulla loro preparazione in vista della rassegna olimpica, resa particolarmente difficile da tutte le restrizioni imposte per arginare questa imprevista esperienza sanitaria. A tal proposito abbiamo raccolto il pensiero di Michela Brunelli, atleta veronese di tennis tavolo, in procinto di partecipare con i colori dell’Italia alle prossime Paralimpiadi, che avranno luogo, come di consueto, una volta terminata la competizione olimpica. Anche lei, come tanti altri atleti nella sua stessa condizione, vive questo imprevisto contesto in attesa di conoscere quella che sarà la decisione del Comitato Olimpico.

In questa situazione di estrema incertezza come trascorrono le tue giornate, soprattutto se e come riesci ad allenarti?

«In pieno rispetto delle normative trascorro le mie giornate a casa. Per ora sono ferma da più di venti giorni. Per tenermi in forma posso usare un robot in grado di “sparare” le palline in base alle mie indicazioni così mi posso allenare sui vari tipi di colpi possibili. Un’alternativa può essere rappresentata dalla possibilità di allenarsi in due ma in questo momento l’ultimo decreto rende molto difficili gli spostamenti.»

Il Comitato Olimpico non ha ancora preso una decisione sul possibile rinvio delle Olimpiadi di Tokyo che dovrebbero iniziare il prossimo 24 luglio nella capitale nipponica. Una delle ipotesi al vaglio è rappresentata dal rinvio a ottobre. Peraltro già nel 1964, nella precedente occasione in cui i giochi si erano disputati in Giappone, la competizione era iniziata nello stesso periodo.

«Capisco la necessità di non lasciare nulla di intentato prima di optare per un annullamento, tuttavia credo sia molto difficile che Olimpiadi e Paralimpiadi vengano disputate quest’anno. In Italia l’epidemia è scoppiata ma nel resto d’Europa è partita in ritardo quindi ritengo molto difficile arrivare a breve a una soluzione certa del problema. L’atteggiamento mio e di tanti altri atleti è positivo ma sono poco fiduciosa che tutto vada secondo quando previsto. Lunedì, intanto, Australia Canada hanno già fatto sapere che non faranno partecipare i loro atleti, troppo alto il rischio di contagio. Per me dobbiamo avere pazienza e cominciare a pensare a un rinvio al prossimo anno. Questa, forse, potrebbe essere la soluzione migliore.»

Uno degli aspetti che induce all’attesa è sicuramente anche la potenziale perdita economica derivante da un eventuale annullamento che qualcuno stima già in diversi miliardi di dollari.

«Senza dubbio esiste un rilevante danno economico, tuttavia in Giappone è già tutto pronto per iniziare. Il rinvio non sarà sicuramente indolore, ma credo che puntare al prossimo anno rimanga una scelta percorribile.»

Il presidente del Cio Thomas Bach

Parliamo naturalmente anche di sport. Quanto sacrificio c’è dietro una partecipazione a una rassegna olimpica?

«Riuscire a partecipare alle Olimpiadi richiede grande sacrificio, da parte di atleti, allenatori e preparatori. Si tratta di un impegno molto intenso che la gente che ci guarda stenta a capire. L’allenamento è a tempo pieno anche perchè nel caso del tennis tavolo, la disciplina per la quale gareggio, il livello in questi anni si è molto alzato e per rimanere competitivi serve allenarsi con grande continuità. La qualificazione, poi, non è affatto semplice e scontata. Ho saputo della mia qualificazione solo pochi giorni fa e sono molto felice per questo.»

Alle prossime Paralimpiadi gareggerai in singolo o a squadre?

«La mia partecipazione prevede entrambe. La competizione a squadre, nella fattispecie, si intende in coppia dove si disputano due singoli e un doppio. A Tokyo la mia compagna sarà Giada Rossi

La campionessa veronese in una fase di gioco

Nel tuo palmares, oltre a titoli mondiali ed europei, figura anche un argento a squadra a Pechino 2008. A Londra 2012 e Rio 2016, invece, il podio fu solo sfiorato. Quali sono le tue aspettative per questa tua quarta partecipazione ?

«Nel singolo la competitività è molto alta, specialmente per la partecipazione degli atleti asiatici, al momento i più forti. Nutro qualche speranza in più nel doppio dove con Giada costituiamo una coppia forte e ben affiatata e abbiamo tutte le carte in regola per concorrere per una medaglia. Poi, naturalmente, dipende tutto anche da altri fattori come emozione o fortuna.»