«Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.» Così disse Khalil Gibran, poeta, filosofo e pittore libano-americano, considerato uno dei geni della sua epoca. In effetti, dopo aver assistito al successo del Chievo sulla Cremonese, sono parole che sembrano sposarsi con la prova dei gialloblù e il loro momento storico.

L’economia in salsa ligure

Con buona pace di Adam Smith, l’abilità di tutto ciò trasferita sul piano economico è enfatizzata dalla capacità di ottenere il massimo profitto sulla base delle risorse disponibili. I liguri, per dire, non chiamateli tirchi: sono solo abili a gestire le risorse a disposizione.

Un esempio? Chi vive in una lingua di terra sottile e piuttosto arida, con alle spalle l’appennino e di fronte il mare, ha dovuto trovare un modo per coltivare i terreni. Così si sono inventati le terrazze, terrapieni che consentono coltivazioni altrimenti impossibili. Il pesto e i fiori in fondo arrivano da lì.

Dove vogliamo arrivare? A proposito di liguri, al tecnico savonese del Chievo. Marcolini sta dimostrando che nel calcio la capacità di gestire e valorizzare ogni elemento sulla base di ciò che la rosa offre può fare la differenza. In questa prima parte di stagione ha sintetizzato un altro motto: far di necessità virtù.

Il colpo di Di Noia

Senza Cesar, Giaccherini e Djordjevic, ha chiesto ai suoi di rimboccarsi le maniche. Così si è messo al lavoro e ha trasformato un problema in opportunità. Non ha snaturato la logica della sua compagine ma semmai rivisitato l’undici titolare. In cui è comparso Giovanni Di Noia, da qualche tempo nei ranghi dopo il lungo percorso di recupero, reduce da un brutto infortunio che lo aveva tenuto otto mesi lontano dai campi.

Classe ’94, centrocampista di lotta ma anche dotato di un piede educato, con predilezione per il mancino, in un’ora di gioco l’autore dello stupendo gol che ha permesso a Meggiorini e soci di battere la Cremonese ha iniziato a riprendersi ciò che la sfortuna gli ha tolto nelle ultime annate. Piazzato a sinistra di Obi, ha coperto con intelligenza una posizione che ha visto alternarsi tre giocatori nel corso della stagione. Al netto dell’adrenalina, fisiologicamente prodotta per il ritorno in campo, il debutto con la maglia del Chievo è stato perfetto o quasi. Se la rete ne ha enfatizzato la prova, Di Noia ha convinto per come ha interpretato la posizione in campo, per intelligenza tattica e intensità. Se poi in più è capace di estrarre dal mazzo delle sue doti altri colpi del calibro di quello che ha battuto Agazzi, una maglia da titolare è probabile che la possa trovare con inattesa costanza.

Il percorso da calciatore era iniziato nella sua Bari. Poi è proseguito sui ruvidi campi della Lega Pro prima del ritorno in B con Ternana e Cesena. Nel mentre, quando il fallimento del Bari lo ha reso disponibile, il Chievo lo ha notato e ha colto la possibilità di ingaggiarlo. Prestato al Carpi, nell’ultimo torneo Di Noia è stato condizionato da problemi fisici che non ne hanno cancellato le potenzialità. Sabato sera il Bentegodi le ha apprezzate eccome. E tra chi più di tutti ha applaudito la sua prova è stato proprio il tecnico che, il giorno dopo il “Black Friday” si è trovato in casa un ottimo “acquisto”. Oltretutto a costo zero.

(Foto AC ChievoVerona / Maurilio Boldrini)