I tifosi del Verona con qualche capello bianco in testa non avranno sicuramente dimenticato Walter Franzot, mediano gialloblu degli anni ‘70, da tutti ricordato per il suo grande dinamismo e le sue spiccate doti di corsa. Valentino Fioravanti, ineguagliabile penna sportiva del quotidiano “L’Arena” di allora, cantore delle gesta gialloblù dell’epoca, gli affibbiò il simpatico appellattivo di Waltour, in forza della sua incredibile resistenza fisica che lo portava in campo a non risparmiarsi mai. Il paragone è presto fatto con la sorpresa più piacevole di questo inizio di stagione: parliamo naturalmente di Sofyan Amrabat, arrivato in sordina e già entrato a pieno titolo nel cuore dei tifosi di fede scaligera. A loro sono bastate poche partite per eleggerlo già a proprio indiscusso beniamino.

Walter Franzot, difensore gialloblù degli anni ’70

Il centrocampista con origini olandesi, ma di nazionalità marocchina – paese con il quale ha scelto di giocare – arriva dal Bruges, società del massimo campionato belga, nelle cui fila ha giocato la scorsa stagione racimolando poco meno di venti di presenze. Giunto a Verona quasi come uno sconosciuto – molti addetti ai lavori lo conoscevano solo per il fatto di essere il fratello del più famoso Nordin, centrocampista tra le altre di Watford e Galatasaray – in poche apparizioni ha già saputo conquistare la curva del Bentegodi. La tifoseria gialloblù ha sempre premiato nella propria storia i giocatori che in campo danno tutto per la maglia senza mai risparmiarsi, ecco perché Sofyan ha subito fatto breccia nei cuori dei supporter di fede scaligera. Merito anche di Tony D’Amico, per aver saputo trovare con indubbia abilità un profilo così.

Sofyan Amrabat il giorno della sua presentazione

Entrato nella seconda metà della ripresa dell’esordio casalingo con il Bologna, ha subito impressionato per le sue doti di corsa, aggressività e intensità. Conquistata la maglia da titolare – in maniera assolutamente meritata – ha mostrato di possedere due piedi educati quanto basta e una discreta visione di gioco. In sostanza un giocatore completo, già diventato pedina irrinunciabile dello scacchiere gialloblù di Ivan Juric. In questo momento, il centrocampista marocchino è forse quello che incarna più di qualunque altro lo spirito battagliero che il nuovo tecnico ha cercato di infondere ai suoi giocatori. Le sue migliori caratteristiche sono sicuramente la grande capacità di rubare palla e quella di far ripartire l’azione con rapide accelerazioni. La sua presenza, inoltre, consente ad un giocatore come Veloso, dai piedi tremendamente più educati ma non più provvisto della velocità di esecuzione di un tempo, di prendere in mano le redini del gioco scaligero con una misurata dose di tranquillità. I due, messi insieme, si completano l’un l’altro costituendo un mix dal quale l’intera impalcatura del gioco scaligero trae beneficio.

Il nuovo Verona di Juric ha, quindi, trovato il suo guerriero. L’ex centrocampista dell’Udinese Badu, messo ko per lungo tempo da un fastidioso quanto imprevisto malanno fisico, al quale per certi versi il marocchino ha “soffiato” il posto, dovrà sudare le proverbiali sette camicie per riprendersi la maglia oramai perduta. E forse nemmeno l’indimenticato Franzot potrebbe fare oggi meglio…