È stata una giornata di estremi il lunedì di Schermi d’Amore. Abbiamo assistito a due proiezioni, Angelique’s Isle di Marie-Hélène Cousineau e Michelle Derosiere Ladies in Black di Bruce Beresford. E non avrebbero potuto essere due film più diversi.

Angelique’s Isle
Regia di Marie-Hélène Cousineau e Michelle Derosier
Con Julia Jones, Tantoo Cardinal, Charlie Carrick
Voto: 1,5/5

Il primo film è una produzione canadese, ispirata alla storia vera di una nativa che, insieme al marito, viene convinta a fare la guardia a un giacimento di rame su un’isola deserta (Isle Royale) nel 1845. Il problema è che i due hanno provviste solo per due settimane, ma il cercatore di rame che li ha ingaggiati non si fa più vivo, e i due iniziano a soffrire la fame, con l’inverno alle porte. La tragedia è dietro l’angolo, ma porterà a una catarsi e a una rinascita personale.
Le storie di sopravvivenza, al cinema, sono sempre un ottimo mezzo per affrontare i demoni interiori che ci perseguitano, e per mettere l’uomo di fronte alla potenza della natura. Peccato che il film di Cousineau e Derosier non riesca a sviluppare nessuno dei temi, limitandosi a raccontare con poco trasporto e abuso di cliché un survival thriller come ce ne sono anche troppi. Il tutto confezionato con piglio amatoriale, dalla fotografia, “smarmellata” come quella di una fiction da prima serata, alla recitazione davvero pessima di tutti (fatta salva la protagonista Julia Jones, vista anche in Westworld e The Twilight Saga). Molto meglio il film successivo…


Ladies in Black
Regia di Bruce Beresford
Con Angourie Rice, Rachael Taylor, Julia Ormond
Voto: 3/5

… che sta però da tutt’altra parte dello spettro. Da un lato un film cupo e angosciante, dall’altro l’esempio perfetto di feel good movie, dove niente va storto e tutto si incanala verso un lieto fine visibile da chilometri di distanza. O meglio, una carrellata di finali lieti, perché Ladies in Black, tratto da un romanzo di Madeleine St. John, è un film corale incentrato su un gruppo di college in un centro commerciale di Sydney, nel 1959.
Dire che Ladies in Black è un film ottimista sarebbe usare l’eufemismo del secolo. Non c’è un conflitto che non finisca a tarallucci e vino, non uno snodo di trama che infonda una tensione anche minima. Tutto va per il meglio, sempre e comunque, verso un futuro radioso di eguaglianza e comprensione. Insomma, il film è un filino anche troppo positivo, ma c’è da dire che l’esperta regia di Beresford (autore di A spasso con Daisy) e un cast davvero eccezionale sollevano il prodotto e lo rendono estremamente piacevole.
Bravissima è soprattutto la protagonista, Angourie Rice, vista in Nice Guys e Spider-Man: Homecoming. Ad appena 18 anni, l’attrice di Melbourne si è già costruita una carriera in decisa ascesa, interpretando ruoli in America e recitando dunque con un accento non suo. Davvero notevole. A farle da contorno, curiosamente, una serie di volti che hanno bazzicato le produzioni Marvel: Rachael Taylor si è vista in Jessica Jones, mentre Nicholas Hammond, nel ruolo di uno dei direttori del personale del centro commerciale, è addirittura lo Spider-Man anni ’70 (e presto lo vedremo anche nel nuovo film di Tarantino, Once Upon a Time in Hollywood).

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