Il suo progetto di rilancio della Nazionale italiana di calcio prosegue spedito da quando, il 14 maggio 2018, ha accettato l’incarico di Commissario tecnico della Nazionale italiana di calcio. Eppure Roberto Mancini un cruccio ancora proprio non è riuscito a scrollarselo di dosso: restituire alla Nazionale un centravanti degno di chi la maglia numero 9 azzurra l’ha indossata e resa mitica per intere generazioni di tifosi. Gente come Riva, Rossi, Altobelli, Boninsegna, ma anche Graziani, Vieri, Inzaghi, Vialli: centravanti implacabili in area di rigore e pronti a dar battaglia a interi reparti difensivi a suon di contrasti e duelli fisici.

Ecco nel calcio italiano di oggi il centravanti “vecchio stampo” è una specie in via d’estinzione. Non è un caso che oggi il miglior realizzatore nostrano della Serie A sia un vecchio lupo di mare, il 35enne Fabio Quagliarella che ha messo a segno 11 reti (senza tirare alcun calcio di rigore) in 17 partite. In scia resta solo Ciro Immobile (10 gol – due realizzati su calcio di rigore – in 18 gare). Poi ci sono Francesco Caputo (9 in 18), Lorenzo Insigne (7 in 17), Leonardo Pavoletti e Andrea Belotti (6 reti a testa, con il “Gallo” sempre presente e Pavoletti titolare solo in 14 occasioni) e Roberto Inglese con 5 reti messe a segno in 15 gare con la maglia del Parma.

Proprio su Roberto Inglese, abruzzese d’adozione anche se nato a Lucera il 12 novembre 1991, vogliamo puntare le nostre fiche in chiave Azzurra. Se guardiamo le ultime tre convocazioni di Mancini, alla voce “prime punte” leggiamo i nomi di Immobile (sempre convocato, ma poi poco utilizzato in campo), Zaza (due convocazioni su tre) e, con una convocazione a testa, Balotelli, Belotti, Pavoletti, Lasagna, Cutrone e Pellegri.

Immobile e Pavoletti a parte, nessuno degli altri ha disputato una buona stagione in termini di prestazioni e reti segnate. Qui si può e si deve inserire Inglese, ora attaccante del Parma dopo essersi fatto conoscere in Serie A con la maglia del ChievoVerona. In piena maturità calcistica, Inglese nelle ultime due stagioni ha segnato 25 reti in 73 presenze e in questa prima metà di campionato, pur fermato in due occasioni da guai fisici, ha già bucato la rete 5 volte, ma soprattutto è risultato essere il migliore in campo dei suoi contro Juventus e Inter, pur senza segnare.

Per un attaccante essere il terminale offensivo di ChievoVerona e Parma, inoltre, non è proprio la più facile delle esperienze calcistiche possibili: le occasioni che ti capitano in 90 minuti di gioco sono poche, perché per quelle squadre la prima regola è non prenderle. Eppure noi lo scriviamo in anticipo: la sua predisposizione alla lotta, il tiro spesso letale e la sua capacità nel gioco aereo possono fare davvero comodo alla nascente Italia di Mancini.

Dopo le brevi esperienze del passato vissute durante gli stage della Nazionale a Coverciano, a 27 anni Roberto Inglese merita di giocarsi una vera opportunità con la maglia Azzurra: vedremo se il CT Mancini, nelle convocazioni di marzo, sarà disposto a concedergliela.