Ogni anno, Anec, l’associazione che rappresenta gli esercenti cinematografici, consegna i Biglietti d’Oro, premi assegnati ai film e ai cinema che hanno venduto più biglietti nella stagione. Il Cinema Kappadue ha vinto quest’anno il premio assegnato ai monosala nella fascia delle città da 200 mila a 500 mila abitanti. Un risultato che giunge nell’anno peggiore possibile per gli esercenti, ma forse proprio per questo Anec non ha voluto rinunciare ai premi, per infondere un po’ di fiducia e un senso di normalità. Abbiamo raggiunto Lucia Botturi, titolare del circuito Cinema Verona, che include il Kappadue e le sale Fiume, Pindemonte e Diamante, per un commento, e la conversazione si è estesa alla ripartenza delle sale e alle relative problematiche della «strada in salita» che gli esercenti dovranno percorrere nei prossimi, cruciali mesi.

«Siamo molto contenti, è una cosa che inseguivamo da anni», ci confessa Lucia Botturi. «Pensavamo che dopo un anno così i premi non venissero assegnati. Abbiamo pensato che fosse uno scherzo. Ma sono stati presi in considerazione gli incassi di novembre e dicembre 2019, a conclusione di un anno forte. La chiusura ha interrotto una stagione con incassi e presenze che non si vedevano da un po’ di anni. Il Kappadue ha riaperto a fine agosto e si è battuto bene. Va considerato che molte sale sono rimaste chiuse».

L’onda degli Oscar fa bene alle sale

Le chiediamo un confronto tra la situazione dello scorso giugno e quella delle riaperture di quest’anno. I dati sembrano più confortanti: il primo in classifica, Nomadland, ha superato il milione di euro al botteghino nonostante sia contemporaneamente presente su Disney+. Ma non si tratta solamente della voglia – repressa per mesi – di tornare al cinema: lo scenario di giugno 2020 era molto diverso da quello di aprile-maggio 2021.

La sala cinematografica del K2, che ha vinto quest’anno il Biglietto d’Oro

«A giugno erano ripartiti in pochissimi. Moltissime sale in Italia erano ferme perché mancavano i film nuovi». Quest’anno, invece, hanno riaperto «subito molte sale, i film sono più appetibili e gli Oscar hanno fatto da traino. Il Fiume ha fatto l’incasso più alto del Triveneto con Nomadland, pur partendo una settimana dopo», ovvero il 6 maggio anziché il 26 aprile. Anche l’anno scorso, comunque, una consolazione c’è stata: «All’aperto è stato uno degli anni migliori, nonostante la capienza ridotta. Abbiamo tirato fino a settembre, l’arena estiva è stata vincente».

Arena estiva, all’aperto il cinema piace

La diagnosi della ripartenza è dunque tutto sommato positiva: «Eravamo molto preoccupati per la reazione del pubblico, che non si sentisse sicuro. E invece il pubblico è stato meraviglioso». Ora si guarda verso la riapertura dell’arena estiva del Fiume: «Abbiamo intenzione di partire a giugno, ma siamo in attesa di sapere se il coprifuoco verrà spostato o tolto». Facciamo notare che questa intervista è stata realizzata prima che il governo decidesse per lo spostamento del coprifuoco alle 23.00. Con lo spostamento ulteriore a mezzanotte, dal 7 giugno, i cinema potranno riprendere la programmazione di seconda serata e aprire anche all’aperto (dove c’è un problema di luce). Resta invece chiuso, per ora, il Diamante: «Siamo un po’ sotto organico e ci serviranno due persone in più per l’arena estiva. Prenderemo una decisione quando la situazione sarà stabile».

L’arena estiva ha permesso di far fronte al bisogno di cinema da parte del pubblico

La ripartenza comunque non è e non sarà priva di difficoltà e negoziazioni. In particolare, Botturi cita la decisione del ministro Franceschini di accorciare in via eccezionale la finestra nelle sale a 30 giorni prima del passaggio in piattaforma. «Un regista italiano fa il suo film per la sala, e, avendo anche accesso ai contribuiti statali, mi sembra giusto che la finestra rimanga a 105 giorni».

Pochi i titoli italiani che arrivano in sala

L’altro controsenso è l’assenza di importanti titoli italiani nel momento del bisogno. Si vive una volta sola di Carlo Verdone è finito direttamente su Amazon Prime Video, e altri film attesi, come Freaks Out di Gabriele Mainetti e Diabolik dei Manetti Bros., sono stati rimandati ai mesi autunnali e invernali. «Una disgrazia. Avevamo avuto rassicurazioni, ci avevano telefonato per dirci di stare tranquilli, che i film italiani ci sarebbero stati e avrebbero rilanciato il cinema. In realtà abbiamo aperto con due film americani e uno coreano-americano, ma niente film italiani».

Il cinema americano arriverà in soccorso anche prossimamente: dal 26 maggio uscirà Crudelia, film che arriverà anche su Disney+ due giorni dopo. Lucia Botturi ci parla del Fiume come probabile destinazione, anche se attualmente il sito lo riporta programmato al Pindemonte.

Sono già tornate anche alcune belle iniziative a cui il circuito ci aveva abituati negli scorsi anni, come le proiezioni in lingua originale. «Certe volte la versione in lingua va meglio di quella doppiata. Se dai regolarità, la gente se lo aspetta». Botturi ci rivela che Joker, il film che è andato meglio nel 2019, funzionava meglio in lingua originale. E poi le proiezioni in lingua potrebbero essere un modo per attirare i giovani, «la fascia rimasta più scioccata dalla pandemia. È un bacino a cui attingere».

Per ora, comunque, l’importante è essere tornati in pista. Le misure di sicurezza sono al loro posto, tanto al cinema non ci si ammala, tutt’al più «si guarisce». Il pubblico ha risposto bene all’obbligo della mascherina (e per chi la dimenticasse o avesse quella di stoffa, Fiume, Kappadue e Pindemonte hanno pronte mascherine di scorta). «Siamo consapevoli che sarà un percorso in salita – conclude Botturi -. Bisognerà recuperare il legame con gli spettatori, aspettare film importanti. Ci vorrà tempo perché la vita torni a com’era prima del Covid. Ma è una strada in salita che noi intendiamo percorrere. Se la sala vuole sopravvivere alle nuove tecnologie, deve farlo».

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