Ci siamo. Tra poche ore, il nuovo Hellas Verona di Eusebio Di Francesco aprirà la Serie A 2021/2022 con il match casalingo contro il Sassuolo, proprio la squadra alla cui guida il tecnico abruzzese si è consacrato nel calcio d’élite. C’è moltissima curiosità di vedere all’opera la nuova versione della squadra gialloblù, reduce da due splendide annate con Ivan Juric in panchina.

È proprio questa la maggiore incognita del nuovo corso scaligero. L’allenatore croato, accolto da non poche perplessità e pesanti ironie, aveva creato una macchina ai limiti della perfezione, entrando perfettamente in sintonia con l’ambiente e il direttore sportivo Tony D’Amico, conferendo un’identità e una fisionomia ben precise alla squadra e offrendo magnifiche prestazioni, soprattutto al cospetto delle big del campionato italiano. Una macchina che aveva, tuttavia, mostrato i primi scricchiolii nella parte finale della scorsa stagione, chiusa in calando e con i primi malumori del tecnico verso le scelte societarie. Sarà dunque compito di Eusebio Di Francesco mantenere il Verona nella massima serie, nell’ottica di un processo di consolidamento ormai ben avviato.

Anche Di Francesco è un allenatore in cerca di riscatto. Dopo l’esplosione al Sassuolo condotto fino all’Europa League, e la grande cavalcata Champions con la Roma, il tecnico pescarese è incappato in pessime esperienze in piazze importanti e ambiziose. Le sue avventure alla guida di Sampdoria e Cagliari, infatti, si sono chiuse nel giro di pochi mesi, tra mille rimpianti e recriminazioni. Ora la speranza, per lui e per l’Hellas, è che si crei un clima di perfetta armonia con la piazza, come riuscito al suo predecessore. Rispetto a Juric (o anche, per restare al recente passato, a Mandorlini), Di Francesco è un uomo più equilibrato, composto e diplomatico. Il suo approccio con il mondo gialloblù è stato comunque più che positivo, nell’intenzione di mantenere quanto di buono già creato da Juric. Già a partire da quel modulo, il 3-4-2-1, finora sempre utilizzato in pre campionato e nel positivo debutto in Coppa Italia. Cambieranno sicuramente l’interpretazione e la mentalità, si vedrà forse meno intensità e più palleggio, meno verticalità e più possesso palla, ma il fatto di non voler stravolgere l’impianto di gioco della squadra è già un promettente segnale di intelligenza e buon senso. “Per un allenatore le responsabilità ci sono sempre. Quello che mi piace di questa squadra è che abbia già una mentalità: io la voglio mantenere. Personalmente, vengo da due stagioni negative, e ho grandissima voglia di rifarmi” ha dichiarato il nuovo mister gialloblù.

Il mercato, oltre al fondamentale riscatto di Ivan Ilić, ha portato sicuramente elementi di qualità e prospettiva: Hongla, Frabotta e Montipò si inseriscono alla perfezione nello scacchiere tattico gialloblù. Le cessioni di Lovato e Silvestri, invece, sono state utili per fare cassa, mentre la perdita di Dimarco potrebbe rivelarsi pesante alla luce dell’utilità tattica ricoperta dall’esterno mancino durante il regno di Ivan Juric. Il più grande problema resta ancora quello legato al reparto offensivo: con Di Carmine in uscita (direzione Cremonese), Lasagna ai box e un Kalinić apparso involuto e a corto di autostima, la società è alla ricerca di una prima punta di peso e qualità. L’obiettivo principale è rappresentato da Sam Lammers, mentre Andrea Pinamonti sembrerebbe al momento la prima alternativa all’attaccante olandese. Di Francesco, alla vigilia del debutto in campionato, ha dichiarato di fidarsi ciecamente del lavoro di Tony D’Amico. E ciò che tutti si augurano è proprio che tra i due si instauri il clima di perfetta collaborazione già visto tra il diesse e Juric. Sarebbe un ottimo inizio e chi ben comincia…

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