«Rimane chi è convinto del progetto ed è pronto a dare il 130% per la causa, gli altri possono pure andare»: è stato questo il mantra che ha ispirato Sean Sogliano, richiamato al capezzale di un moribondo Hellas, per risollevare la situazione e provare a dare la scossa fino a quel momento mancata. Dirigente abituato a non usare le mezze misure, decisionista quanto basta ma anche profondo conoscitore del mercato e delle sue dinamiche, è sembrato l’uomo giusto, probabilmente l’unico, adatto a dare una svolta a questa stagione alquanto malandata. In due mesi, complice anche la sosta per i Mondiali, ha rivoltato la squadra come un calzino, affidandosi a competenza e intuito, accompagnati inesorabilmente al diktat societario: “a ogni entrata deve corrispondere un’uscita”.

Prima mossa il mister

La prima mossa ha riguardato la panchina. Le dieci sconfitte di fila rimediate da Salvatore Bocchetti, promosso in Prima squadra dopo l’esonero di Gabriele Cioffi, lasciavano pensare all’arrivo di un nuovo tecnico. Dopo alcune settimane di attenta osservazione, invece, Sean ha “confermato” l’ex tecnico della Primavera, sprovvisto di patentino, affiancandogli in qualità di primo allenatore l’ex di Chievo Verona e Cosenza, Marco Zaffaroni. Quella che subito è sembrata una “strana coppia” si sta rivelando, al contrario, un connubio vincente. I due tecnici hanno trovato subito un’impensabile alchimia, che per ora sembra dare buoni frutti.

Diversi volti nuovi

Come era nelle previsioni, diversi sono stati i volti nuovi. In questo caso Sogliano è stato bravo a individuare gli uomini giusti, puntellando nella maniera migliore i reparti più bisognosi di cure. Gli innesti hanno riguardato il centrocampo e l’attacco, dove il direttore sportivo gialloblù ha scelto esperienza – lo slovacco Duda – e l’esuberanza dei giovani con l’olandese Braaf e il belga Ngonge, assieme all’argentino Gaich, pronto a ritentare l’avventura italiana dopo l’esperienza con il Benevento di alcune stagioni fa. Sono rimasti Lasagna e Kallon mentre un discorso a parte merita Verdi, promesso sposo della Salernitana ma rimasto alla fine a Verona per un ritardo nella chiusura della trattativa.

Porte aperte

Le porte di uscite si sono, invece, aperte per chi non faceva più parte del progetto – Hongla – e per chi non ha mai dato fino in fondo l’impressione di voler rimanere – Ilić – mentre Günter, sopravanzato nelle scelte da Hien e dal “ripescato” Magnani, ha dovuto giocoforza andare a cercare spazio altrove. Sul piede di partenza ci era finito, a dir la verità, anche Lasagna, per il quale si era parlato di un possibile scambio con Semper, estremo difensore del Genoa, ma alla fine il giocatore è rimasto in gialloblù, sembra per un mancato accordo tra i club.

Adesso, però, il tempo delle “chiacchere” è finito. Servono i fatti. Il rientro dalla pausa Mondiale, passaggio fondamentale per capire dove si sarebbe andati, ha dato segnali positivi con 8 punti in 5 partite. La squadra è incredibilmente tornata in corsa e ora tutto può succedere. In chiave futura potrebbero giocare “a favore” le decisioni della Corte Federale riguardo al caso plusvalenze, che è già costato 15 punti di penalizzazione alla Juventus. Meglio, però, non pensarci e correre con le proprie gambe. Quello che verrà, eventualmente, sarà tutto guadagnato.

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