Con l’Hellas lontano dalle mura amiche del Bentegodi per un mesetto, ai tifosi gialloblù non resta che ripensare ai messaggi lasciati sul campo da capitan Veloso e compagni. La vittoria di certo aiuta a guardare alla situazione con più tranquillità e lucidità, ed è bello – finalmente – cercare tra la polvere e i calcinacci, le tracce delle fondamenta di quella casa che, prima o poi, sarà il Verona di Gabriele Cioffi.

Linea verde e ritorni al passato

La più ovvia di queste tracce è la linea verde inaugurata contro l’Atalanta, ma che dopo cinque giornate è ormai un elemento chiave del Verona. Coppola, Terracciano, Doig, Kallon: tutti nomi che non potevano onestamente tranquillizzare il pubblico del Verona dopo le grandi demolizioni dell’estate, ma che oggi hanno già conquistato la chance di giocarsi un posto da titolare. Senza contare il “veterano” Ilic ha solo un paio d’anni in più di questi ragazzini. A volte fa bene ricordarlo.

Dalla vittoria contro la Sampdoria, però, è emerso un altro elemento interessante: con la rivelazione Doig a liberare Lazovic e con i due acquisti dell’ultimo minuto, Hrustic e Verdi, il Verona ha la chance di tornare stabilmente al modello di gioco che tante soddisfazioni ha regalato negli ultimi anni e che Cioffi ha dovuto abbandonare dopo l’addio di Caprari

Ciò non significa che si rivedrà lo stesso gioco del Verona di Tudor, i giocatori hanno caratteristiche completamente diverse e mister Cioffi ha giustamente le sue idee di calcio, ma l’allenatore dell’Hellas si è rivelato anche abile ad ascoltare e a mettersi in discussione. Il ritorno al pressing alto ne è la prova.

Se le colonne non sono più intoccabili…

Se col modulo si può tornare indietro, un passo avanti a dir poco inaspettato è arrivato sugli esterni. Lazovic e Faraoni sono sempre stati le colonne portanti del Verona, nelle scorse stagioni sono stati irrinunciabili e insostituibili, tanto che quando uno dei due mancava all’appello l’allenatore di turno doveva inventarsi soluzioni ingegnose, o semplicemente spostare Tameze alla bisogna. Oggi il Verona si ritrova con la concreta possibilità di rinunciare a entrambi sulle fasce. 

Con un Doig così, infatti, Darko potrà portare la sua qualità in avanti, dove se ne sente un gran bisogno, mentre Faraoni – che rimane la prima scelta, sia chiaro – sa di avere nello spogliatoio un sostituto naturale che non lo faccia rimpiangere quasi affatto: Terracciano.

Che la presenza di questo talento made in Verona regali dei sonni più tranquilli al vice-capitano gialloblù è tutto da dimostrare, ma di certo avere una scelta solida in più sulla destra è una grande notizia per il cantiere Verona. Senza contare che il ritorno last minute di Fabio Depaoli concede un ulteriore alternativa al mister. Troppa grazia Sant’Antonio.

Le soluzioni in attacco arriveranno, Lasagna è avvisato

Non tutti i problemi ovviamente sono risolti: in attacco è impossibile da rimpiazzare da un giorno all’altro un trio da quaranta reti e Cioffi lo sa bene, specialmente se le polveri di Kevin Lasagna continuano a essere irrimediabilmente fradicie. 

Lasagna ha dalla sua l’affetto della piazza (anche se qualche sporadico fischio purtroppo si è alzato contro la Samp) ma sta perdendo l’ennesima occasione. La lentezza del Verona sul mercato gli ha regalato ben cinque turni da titolare incontrastato, ma lui non ha saputo trarne alcun vantaggio se non diventare il beniamino sfortunato dei tifosi. Ora l’arrivo dei trequartisti e la “wild card” Kallon potrebbero far sorgere qualche dubbio all’allenatore, e Lasagna rischierebbe di scendere per l’ennesima volta nelle gerarchie dell’attacco gialloblù.

Le prossime due partite, difficilissime sulla carta, saranno per Kevin un altro treno da prendere al volo. Se non ci riuscirà è sempre più probabile che l’architetto Cioffi cominci a sondare altre soluzioni. 

Dopo la terribile sconfitta di Ferragosto il mister aveva parlato di cantiere aperto, ma tutti avevano sentito solo il rumore della palla demolitrice. Oggi il cantiere è aperto davvero, le possibilità di far bene ci sono, ma ci vorrà tanto lavoro e tanta pazienza. 

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