Dopo Qatar e Texas, è il turno della Francia. Sul circuito di Le Mans, Enea Bastianini scrive un’altra sinfonia ottenendo la terza vittoria stagionale, grazie a una corsa gestita con estrema intelligenza. Una gara di studio e di analisi dei propri avversari nella parte iniziale, per poi andare all’attacco sul finale, giungendo al limite della moto. Tre indizi – o meglio, trionfi – fanno una prova? Forse è ancora presto per dirlo, per vincere un campionato non servono solamente risultati di spicco, ma anche una certa costanza, aspetto in cui l’italiano fino ad ora non si è espresso al meglio. 

Ad affiancarlo sul podio Miller ed Espargarò, che porta ancora una volta l’Aprilia tra i primi tre, a conferma della bontà della moto di Noale. Un binomio che sta regalando grandi soddisfazioni, capace di conquistare tre podi consecutivi, che si aggiungo alla splendida vittoria ottenuta in Argentina a inizio aprile. Risultato ottenuto quasi in volata dopo un bel duello nel finale contro Fabio Quartararo, giunto al quarto posto poco più di un decimo da una posizione utile per tornare a casa con un trofeo. Per il campione del mondo sono punti importanti per il campionato, soprattutto in un mondiale dove la costanza potrebbe dimostrarsi l’elemento decisivo.

Alle sue spalle l’altro francese, Johann Zarco, quinto sotto la bandiera a scacchi. Dopo un inizio di corsa nelle zone di metà gruppo, il Ducatista è stato autore di una buona rimonta, approfittando anche delle cadute dei due piloti della Suzuki. Non è riuscito ad andare oltre la sesta posizione Marc Marquez, anche se lo spagnolo si è confermato ancora una volta il migliore tra i piloti Honda. Punti preziosi anche il compagno di marca, Takaaki Nakagami, bravo nel portare la sua moto del team clienti fino al settimo posto. Da sottolineare l’ottima prestazione di Brad Binder, ottavo, con l’australiano che ha corso l’intera gara con parte della carrozzeria danneggiata in seguito a un contatto, oltretutto su una pista dove la KTM non ha brillato per tutto il weekend. A concludere la top-ten Luca Marini e Maverick Vinales, che prosegue il suo percorso di adattamento all’Aprilia.

Un altro trionfo per Bastianini

Dopo due fine settimana sottotono come Portimao e Jerez, a Bastianini serviva un risultato di peso per reinserirsi nella lotta ai vertici. Serviva tornare a combattere con i primi e farlo su una pista ben più congeniale come Le Mans poteva esse un passo nella giusta direzione. Nonostante le cadute e il problema tecnico durante le prove libere, la bella qualifica aveva dimostrato che l’italiano aveva il potenziale per portare a casa un bel risultato.

Una vittoria ottenuta con una corsa gestita con grande intelligenza, dividendo la gara in due fasi. La prima è stata di studio, dove ha osservato i propri rivali, comprendendo quale potesse essere il passo mantenuto dai piloti di testa. Era fondamentale capire quale fosse il limite e adattarsi di conseguenza, senza andare oltre e compromettere quello che, fino a quel momento, sarebbe stata comunque una prestazione da podio. Arrivato il momento giusto, tuttavia, Bastianini è andato all’attacco, sopravanzando prima Miller, per poi arrivare al duello decisivo con Bagnaia. Una lotta dura, ma corretta, grazie a cui il pilota del team Gresini è riuscito a portare a casa il terzo trionfo stagionale.

«Sono troppo contento per questa vittoria, è stato un weekend complicato: sapevo di essere veloce, ma le tre cadute rischiavano di compromettere un po’ tutto. Ho cercato di rimanere comunque tranquillo, ho visto che il mio passo era buono, ho aspettato il momento giusto per attaccare. Quando ho superato Miller ho notato che anche Bagnaia iniziava a essere al limite. Mi sono avvicinato a lui e ho cercato di indurlo all’errore, ha sbagliato e dopo è caduto. È stata una vittoria incredibile e inaspettata», ha spiegato il vincitore. Ora l’italiano si trova a otto punti dalla testa della gerarchia iridata ma, per inserirsi nella sfida per il titolo sulla lunga distanza, sarà importante trovare quella costanza che è mancata fino a questo momento.

Rimpianto per Bagnaia

La vittoria di Jerez aveva lanciato un segnale importante per Bagnaia, finalmente in grado di tornare al successo dopo un avvio di mondiale poco convincente. Una prestazione che sembrava linfa vitale, una bella iniezione di fiducia che potesse dare finalmente la svolta al suo campionato. Alla vigilia, quindi, tutti gli occhi erano puntati proprio sull’italiano, per comprendere se la performance in terra spagnola fosse stata l’inizio di qualcosa di nuovo o solo un fuoco di faglia, un abbaglio in una stagione difficile da decifrare. La pole position conquistata al sabato davanti al compagno di marca sembra un indizio, piuttosto chiaro, che finalmente qualcosa potesse essersi sbloccato. Un segnale che forse il Ducatista avesse trovato la chiave per far funzionare la moto come sperava, con l’obiettivo di trasformare quel potenziale in punti preziosi per la classifica.

Dopo una prima parte di gara gestita sempre in testa, Bagnaia non è però stato in grado di contenere il ritorno di Bastianini, che sul passo sembrava avere dalla sua qualcosa in più. Nonostante un bel duello, in cui l’italiano del team ufficiale era riuscito momentaneamente a proteggere la prima posizione, la sua difesa era andata distrutta sotto i colpi del connazionale, perdendo così la testa della corsa. Per quanto il mancato trionfo potesse sembrare una sconfitta dato l’andamento del weekend, il secondo posto rappresentava comunque un buon bottino in ottica campionato. I venti punti avrebbero infatti consentito di accorciare il distacco nella gerarchia iridiata, dando il via a una nuova fase. Tuttavia, una caduta inaspettata aveva cambiato completamente la situazione, costringendolo al suo terzo zero in sette appuntamenti.

«Se voglio lottare per il titolo questi errori non sono ammessi. Ho qualche giorno da passare a casa per pensarci e imparare da questo errore, più grave anche di quello commesso a Misano l’anno scorso. Mi fa rabbia solo parlarne. Potevo tranquillamente portare casa punti importanti. Ma è già il secondo zero, e la terza volta gare in cui non porto a casa nulla», ha spiegato il Ducatista, sottolineando il rimorso per un weekend che avrebbe dovuto concludersi diversamente.

Quarto podio per l’Aprilia

Dopo i test invernali, casa di Noale sembrava poter essere la bella Cenerentola di inizio mondiale. Veloce, ma avrebbe saputo esserlo ovunque? Per quanto questa domanda lasci ancora spazio a diversi punti interrogativi, il quarto podio stagionale rappresenta un bel segnale. Un indizio che dà fiducia a un ambiente che aveva bisogno di veder riconosciuti i propri sforzi.

Nel 2022 è giunta la prima vittoria della storia nella classe regina ma, soprattutto, è arrivata una costanza di risultati che sembrava impensabile fino a qualche anno fa. Per quanto siano passate solamente sette gare, ritrovarsi dal festeggiare per una top-five a trovarsi in lotta per un ipotetico titolo mondiale, fa pensare a quanto sia stato intenso il lavoro dell’Aprilia e quello messo in pratica da Aleix Espargarò. Lo spagnolo però sembra crederci e in un anno in cui, per il momento, l’elemento cardine sembra la costanza, questo binomio potrebbe regalare soddisfazioni.

«I numeri sono importanti, i numeri parlano. Ci meritiamo quello che stiamo vivendo, non potete immaginare quanto è difficile questo campionato quest’anno. Sono estremamente contento per la nostra costanza e per la velocità, siamo sempre lì davanti. Anche contro queste Ducati che è difficile fermare quando hanno tutto a posto. Adesso siamo soltanto a 4 punti dalla vetta del Mondiale, siamo sempre lì senza fare errori. Manteniamo i piedi per terra. Adesso arriva la gara in casa per l’Aprilia al Mugello, poi ci sarà la mia gara casalinga a Barcellona», ha spiegato Espargarò.

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