Doveva capitare prima o poi. Dopo tredici risultati utili consecutivi (sei vittorie e sette pareggi), è arrivata a Brescia la prima sconfitta del Chievo dal 5 dicembre scorso, quando la squadra di Aglietti era uscita sconfitta per 3-2 dal campo del Frosinone. La squadra del catalano Clotet (il quarto allenatore di questa stagione per la squadra di Patron Cellino) – memore probabilmente delle difficoltà che recentemente Ascoli e Reggiana avevano inflitto al Chievo – si è chiusa per tutti i novanta minuti con undici uomini sempre dietro la linea della palla, cercando di colpire gli avversari con rapidi contro-piedi. Il Chievo ha cercato di scardinare il bunker avversario con il giropalla orizzontale alla ricerca degli spazi e rapide verticalizzazioni, ma dopo un dominio territoriale e di gioco devastante, durato oltre mezz’ora, le Rondinelle si sono portate in vantaggio con Ayé, abile a finalizzare sottoporta un’azione un po’ rocambolesca al 35′ del primo tempo.

Obi (a sinistra) e Mogos nella sfida di ieri sera contro il Brescia – Foto BPE (Maurilio Boldrini)

Accusato il colpo il Chievo si è buttato a testa bassa alla ricerca del pareggio, ma non è mai riuscito a trovare la via del gol, complice una difesa arcigna dei lombardi. Nel secondo tempo, poi, pur nella girandola di sostituzioni, non è riuscito a trovare con il passare del tempo quella brillantezza e quel guizzo necessari per portarsi a casa almeno un punto, che avrebbe permesso a Garritano e soci di rimanere da soli al secondo posto e rosicchiare un punticino alla capolista Empoli. Peccato, perché sul risultato pesa anche un rigore evidentissimo non dato al Chievo per un evidente fallo di mano in piena area da parte del laterale di difesa bresciano Mateju all’inizio della ripresa e non ravvisato dall’arbitro. Non un episodio nuovo, in questo campionato, ai danni del Chievo.

Alla terza partita in una settimana Aglietti ha dovuto – giocoforza – effettuare dei cambi per far rifiatare alcuni elementi. E così è partito, nell’undici titolare al Rigamonti, con Cotali al posto del quasi-sempre-presente Renzetti (insieme a Mogos uno degli “stakanovisti” del Chievo) in difesa, Bertagnoli al posto di Ciciretti a centrocampo e Djordjevic al posto di De Luca in attacco. Scelte che, a dirla tutta, sembravano giustificate in parte dalle difficoltà della squadra di casa, sorprendentemente nei bassifondi della classifica, e in parte dalla necessità di non spremere troppo alcuni elementi, in vista delle prossime e decisive sfide. Poteva essere una buona idea. Bertagnoli, però, non ha reso come ci si aspettava, e se Cotali da un certo punto di vista è stato anche in grado di fornire una buona prestazione, là davanti ormai il Chievo sembra non poter più rinunciare a De Luca, in grado da solo di mettere pressione alle difese avversarie. L’attaccante serbo, più mobile e nel cuore dell’azione rispetto ad altre occasioni, non è riuscito comunque ad incidere e questo ha pesato notevolmente sull’economia della gara.

Djordjevic, Bertagnoli (a terra), Margiotta e Garritano (sullo sfondo) – Foto BPE (Maurilio Boldrini)

Il Chievo ha giocato per buona parte della gara nella metà campo avversaria, ha battuto un’infinità di calci d’angolo e creato diverse occasioni (decisivo in un paio di queste il portiere bresciano Joronen), sia nel primo sia nel secondo tempo, dove alla lunga, però, è mancata quella zampata decisiva arrivata in altre occasioni. Alla fine l’1-0 è stato portato fino al termine dalla formazione di Clotet, che prende fiato in classifica. Dall’altra parte il rammarico, forse, di non aver colto una buona occasione per staccare il gruppetto di squadre che si è creato attorno alla seconda posizione (ora il Chievo è appaiato a quota 39 da Monza e Cittadella, un punto sopra Venezia e Salernitana) in vista della sfida, in programma sabato pomeriggio alle 16, al Bentegodi. I ragazzi di Aglietti, paradossalmente, hanno dimostrato di giocare meglio contro le migliori squadre del torneo (recentemente hanno surclassato sul piano del gioco proprio Cittadella e Salernitana), mentre soffrono maggiormente quelle che lottano per la salvezza, più orientate a difendere il fortino che a proporre gioco. In questo senso nel match di ieri è forse mancato un giocatore come Ciciretti, che non è nemmeno subentrato nel corso della partita, capace di saltare costantemente l’uomo e di creare quella superiorità numerica che in qualche occasione avrebbe potuto risultare più che utile, mentre Di Gaudio, lanciato nella mischia nel finale, non è pervenuto, forse ancora alle prese con una condizione atletica da ritrovare e schemi e tattiche di gioco da imparare.

De Luca al tiro contro il Brescia – Foto BPE (Maurilio Boldrini)

Tutti appunti nel taccuino mister Aglietti, ovviamente, che sa molto bene come guidare il suo team per portarlo il più in alto possibile. Un passo falso ci può stare e non si fanno certamente drammi. L’importante è imparare dagli eventuali errori e ripartire con lo spirito di gruppo che comunque anche ieri ha caratterizzato la prestazione generale della squadra, che può non essere a volte brillante, ma che mette in campo sempre il cuore. Il campionato prosegue con la lotta per le prime due posizioni, che garantiranno una promozione diretta in A, una promozione che per le casse di molte squadre rappresenta linfa vitale. Per quelle che rimarranno fuori ci saranno sempre gli esami di riparazione in formato play-off. Una lotteria, però, che il Chievo farà di tutto evitare.

Foto di copertina BPE (Maurilio Boldrini)

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